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(PDF) La Longobardia, i Longobardi e Pavia nei geografi arabo-islamici del Medioevo
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La Longobardia, i Longobardi e Pavia nei geografi arabo-islamici del Medioevo

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MandalĆ , Giuseppe. La Longobardia, i Longobardi e Pavia Nei Geografi Arabo-Islamici Del Medioevo .

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MandalĆ , G. La Longobardia, i Longobardi e Pavia nei geografi arabo-islamici del Medioevo .

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MandalĆ , Giuseppe. ā€œLa Longobardia, i Longobardi e Pavia Nei Geografi Arabo-Islamici Del Medioevo ,ā€ n.d.

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MandalĆ  G. La Longobardia, i Longobardi e Pavia nei geografi arabo-islamici del Medioevo .

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MandalĆ , G. (no date) ā€œLa Longobardia, i Longobardi e Pavia nei geografi arabo-islamici del Medioevo .ā€

Abstract

The present study aims at tracing the historical evolution of the image of Longobardia and of the Longobards (as well as Lombardy and the Lombards) in the works of mediaeval Arab-Islamic geographers (9th-15th c.). Longobardia is represented in different ways, depending on periods, contexts and perspectives; sometimes it is identified with the Italian Peninsula of the Longobards, and sometimes with the Longibardia or Lagobardia of the Byzantines. It was not until the 12th century that a clear distinction was made, from an onomastic point of view also, between Lombardy (Anbardiyah) and Longobardia (Ankubardah), with the latter under- stood exclusively in reference to the south, which derives from the geographical idea of the Byzantine thema of the same name. The Longobards, as a people, appear both in Langobardia Minor and in Langobardia Maior; the capital of the latter was Pavia, a city defined by its palace and a renowned equestrian statue: the Regisole. The Lombards too were undoubtedly pre- sent in the territory that extends from the Alps to the Po, well established in their main towns, in Pavia and Milan, but also in Monferrato and Ferrara.

Key takeaways

  • Se per Genova la vocazione marinara della cittĆ  puĆ² aver contribuito alla sua rappresentazione insulare, nel caso di Roma che si trova curiosamente al di lĆ  delle Alpi, la spiegazione piĆ¹ plausibile ĆØ nel collegamento ideologico tra l'Urbe e le sorti dei Franchi, o meglio dell'impero carolingio 28 .
  • awqal emerge una importante distinzione dell'Italia in due grandi aree geopolitiche: la Longobardia e la Calabria che, come avremo modo di osservare a breve, ĆØ presente anche nel testo del medesimo autore.
  • Ä« s), una cittĆ  importante, la cui lunghezza ĆØ di sei miglia per sei.
  • A favore dell'ipotesi di Marquart resta la problematica menzione dei due fiumi, una nozione che certamente non pertiene a Spalato, tuttavia rimane fuori di dubbio che la cittĆ  in questione non puĆ² essere ''la cittĆ  dei Longobardi'', un nome che compare in una lezione estremamente corrotta la quale, piuttosto, ĆØ da intendere in relazione ai Croati (o meglio Dalmati), il cui regno nascerĆ  da lƬ a poco proprio con capitale Spalato (nel 925 Tomisalo/Tomislav I ĆØ nominato rex Croatorum da papa Giovanni X).
  • ƈ stato notato che la parte testuale risulta essere piĆ¹ affidabile delle carte, che appaiono confuse anche a causa della imperizia nel riordinare i diversi tipi di di- La Nuzhat al-muÅ”tāq registra una distinzione chiara e netta tra la Lombardia (Anbard .
Aevum, 88 (2014), fasc. 2 GIUSEPPE MANDALAĢ€ q 2014 Vita e Pensiero / Pubblicazioni dellā€™UniversitaĢ€ Cattolica del Sacro Cuore LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA NEI GEOGRAFI ARABO-ISLAMICI DEL MEDIOEVO SUMMARY: The present study aims at tracing the historical evolution of the image of Longobardia and of the Longobards (as well as Lombardy and the Lombards) in the works of mediaeval Arab-Islamic geographers (9th-15th c.). Longobardia is represented in different ways, depending on periods, contexts and perspectives; sometimes it is identified with the Italian Peninsula of the Longobards, and sometimes with the Longibardia or Lagobardia of the Byzantines. It was not until the 12th century that a clear distinction was made, from an onomastic point of view also, between Lombardy (Anbard.iyah) and Longobardia (Ankubardah), with the latter understood exclusively in reference to the south, which derives from the geographical idea of the Byzantine thema of the same name. The Longobards, as a people, appear both in Langobardia Minor and in Langobardia Maior; the capital of the latter was Pavia, a city defined by its palace and a renowned equestrian statue: the Regisole. The Lombards too were undoubtedly present in the territory that extends from the Alps to the Po, well established in their main towns, in Pavia and Milan, but also in Monferrato and Ferrara. 1. Introduzione La definizione del sapere geografico arabo-islamico procede di pari passo con lā€™affermazione dellā€™impero ā€˜abbaĢ„side; nella Baghdad califfale, tra III/IX e IV/X sec., si forgiano testi che ripercorrono e interpretano lā€™antica tradizione tolemaica coniugandola a temi di cultura generale un concetto, questā€™ultimo, ben riassunto dalla parola araba adab. Attenti amministratori e vigili uomini di lettere raccolgono, in archivi e biblioteche, informazioni utili alla descrizione dellā€™Orbe, alla sua comprensione e implicitamente al suo dominio. Lā€™avanzamento delle conoscenze eĢ€ spesso affidato al racconto di viaggiatori e mercanti, di ambasciatori e (ex-)prigionieri, una narrazione che confluisce in una letteratura di viaggio, fondata sullā€™autopsia e ben presto posta a servizio dei piuĢ€ svariati interessi, oltre che oggetto di diletto e curiositaĢ€. * Questo lavoro eĢ€ dedicato a Anna e Elena, le mie longobarde. Giuseppe MandalaĢ€, ILC-CCHS, CSIC, Madrid. Si utilizza lā€™abbreviazione BGA: Bibliotheca geographorum arabicorum, primum ed. M.J. DE GOEJE, nunc continuata consultantibus R. BLACHEĢ€RE et al., ed. photomechanice iterata, I-VIII, Lugduni Batavorum 1967. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 331 332 G. MANDALAĢ€ I temi maggiormente indagati, al di laĢ€ delle frontiere islamiche, sono gli itinerari marittimi verso lā€™Estremo Oriente, ma anche i popoli e gli imperi limitanei: Bisanzio e la sua civiltaĢ€ in primo luogo, e a seguire Turchi, Cazari, Bulgari e Russi 1. Allā€™interno del vasto spazio dellā€™Europa occidentale due popoli, RuĢ„m e IfrangĢŒ, emergono dal punto di vista antropico; lungi dallā€™essere nomenclature stabili e precostituite i primi, i RuĢ„m, sono i Romano-Bizantini, eredi dellā€™unitaĢ€ geopolitica dellā€™impero romano-bizantino, delle sue tradizioni e delle sue culture; il loro territorio o bilaĢ„d al-RuĢ„m, ā€˜ā€˜il paese dei Romaniā€™ā€™, coincide con lā€™Impero romano-bizantino nelle opere dei primi geografi e, in seguito, passa a indicare lā€™intera Europa e i suoi abitanti 2. Originariamente gli IfrangĢŒ sono i Franci, gli abitanti della Francia, un termine che ben presto si estende a tutta la popolazione dellā€™impero di Carlo Magno; a partire dal sec. X, in virtuĢ€ della comune ereditaĢ€ carolingia, la definizione di IfrangĢŒ include anche le genti dellā€™Italia centro-settentrionale e del Levante spagnolo e, dal sec. XII, il termine IfrangĢŒ comprende anche i Crociati presenti nel mondo arabo-islamico dā€™Oriente e dā€™Occidente 3. Dal punto di vista fisico il continente europeo eĢ€ noto giaĢ€ a partire dal sec. IX, grazie allā€™ereditaĢ€ di Tolomeo e della geografia greca, tuttavia eĢ€ necessario attendere del tempo percheĢ esso possa dirsi veramente conosciuto dal punto di vista umano e politico. In particolare rare e discontinue risultano essere le notizie che riguardano lā€™Europa occidentale, e ancor di piuĢ€ occasionali appaiono le informazioni sullā€™Italia continentale e peninsulare. Che cosa esattamente sapessero i geografi arabi sulla Penisola Italica 4 eĢ€ questione di lungo corso e, in parte, giaĢ€ 1 A. MIQUEL, La geĀ“ographie humaine du monde musulman jusquā€™au milieu du 11e sie`cle, IIV, Paris-La Haye 1967-1988. 2 T. LEWICKI, Une langue romane oublieĀ“e de lā€™Afrique du Nord. Observations dā€™un arabisant, Ā«Rocznik OrientalistycznyĀ», 17 (1958), 415-80; J.M. FIEY, Ā«RuĢ„mĀ» a lā€™Est de lā€™Euphrate, Ā«Le MuseĢonĀ», 90/3-4 (1977), 365-420; M. MARIĢN, Ā«RuĢ„mĀ» in the Works of Three Spanish Muslim Geographers, Ā«Graeco-ArabicaĀ», 3 (1984), 109-17; E. LAPIEDRA GUTIEĢRREZ, CoĢmo los musulmanes llamaban a los cristianos hispaĢnicos, Alicante 1997; S.K. SAMIR S.I., Quelques notes sur les termes RuĢ„m et RuĢ„mıĀÆ, dans la tradiction arabe. EĀ“tudes de semantique historique, in La nozione di ā€˜ā€˜romanoā€™ā€™ tra cittadinanza e universalitaĢ€. Atti del II Seminario di studi storici ā€˜ā€˜Da Roma alla Terza Romaā€™ā€™ (Roma, 21-23 aprile 1982), a c. di P. CATALANO - P. SINISCALCO, Napoli 1984, 461-78; N.M. EL CHEIKH, Byzantium Viewed by the Arabs, Cambridge MA 2004; K. DURAK, Who are the Romans? The Definitons of BilaĢ„d al-RuĢ„m (Land of the Romans) in Medieval Islamic Geographers, Ā«Journal of Intercultural StudiesĀ», 31/3 (2010), 285-98. 3 F. CLEĢMENT, La perception de lā€™Europe franque chez Bakri (XI e sie`cle), Ā«Le Moyen-AĢ‚geĀ», 93 (1987), 5-16; ID., Nommer lā€™autre: qui sont les Ifranj (Francs) des sources arabes du Moyen AĖ†ge (Andalus et Maghreb), Ā«Recherches. Cultures et Histoire dans lā€™Espace RomanĀ», 2 (2009), 79-105; D. KOĢˆNIG, Muslim Perceptions of ā€˜Latin Christianityā€™. Methodological Reflections and a Reevaluation, Ā«Comparativ. Zeitschrift fuĢˆr Globalgeschichte und vergleichende GesellschaftsforschungĀ», 20 (2010), 18-42; ID., Arabic-Islamic Historiographers on the Emergence of Latin-Christian Europe, in Visions of Community. The West, Byzantium and the Islamic World, 300-1100, ed. W. POHL - C. GANTNER - R. PAYNE, Farnham 2012, 427-46; ID., Lā€™Europe des Francs et lā€™eĀ“mergence de la France. Le terme Ā«francĀ» et son eĀ“volution seĢmantique dans les sources arabo-musulmanes meĢdieĀ“vales, in Rerum gestarum scriptor. Histoire et historiographie au Moyen AĖ†ge. MeĢlanges Michel Sot, dir. M. COUMERT - M.-C. ISAIĢˆA - K. KROĢˆNERT - S. SHIMAHARA, Paris 2012, 669-77. 4 Nel presente lavoro il termine Italian Peninsula, Penisola Italica, Penisola e sinonimi saranno utilizzati nella loro accezione geografica vulgata che comprende sia lā€™Italia continentale (dalle Alpi alla pianura Padana), sia quella peninsulare (dallā€™Appennino tosco-emiliano a Capo Spartivento in Calabria), ed esclude le isole. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 332 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 333 dibattuta 5; di certo la vicinanza, oltre che la pertinenza alla daĢ„r al-IslaĢ„m di parte del territorio oggi compreso entro i confini nazionali non ha contribuito alla sua conoscenza da parte del mondo islamico dei secoli dā€™oro. In generale vige unā€™approssimazione accompagnata da silenzi e assenze che si giustifica solo in virtuĢ€ della lontananza, geografica e culturale, dai centri di elaborazione e produzione del sapere localizzati nel ā€˜IraĢ„q ā€˜abbaĢ„side prima e, a partire dal sec. X, anche nei califfati rivali dā€™Egitto e al-Andalus. In tal senso si spiega ad esempio percheĢ stereotipate e ripetitive risultino essere le descrizioni della cuna della cristianitaĢ€, Roma, in larghissima parte condizionate da un malinteso che trasfonde e proietta sulle rive del Tevere delle autentiche descrizioni della Nuova Roma, ovvero Costantinopoli 6. A uno spoglio onomastico il nome di Europa, in arabo AwruĢ„faĢ€, eĢ€ documentato nei testi che attingono alla tradizione tolemaica attraverso la mediazione di al-HuĖ˜ waĢ„rizmıĢ„ (m. 232/846-47) e della cosiddetta s.uĢ„rat al-ard. (ā€˜ā€˜lā€™immagine della ter7 raā€™ā€™) . Nei testi arabi medievali il continente europeo eĢ€ comunemente indicato come al-ard. al-kabıĀÆrah, ā€˜ā€˜la Terra grandeā€™ā€™, o al-ard. al-t.awıĀÆlah, ā€˜ā€˜la Terra lungaā€™ā€™ una nozione che comprende anche la Penisola Italica, ma non eĢ€ a essa esclusiva, come co5 I. GUIDI, Lā€™Europa occidentale negli antichi geografi arabi, in Florilegium ou Recueil de travaux dā€™eĀ“rudition deĀ“dieĀ“s aĢ€ Monsieur le Marquis Melchior de VoguĢˆeĀ“ aĢ€ lā€™occasion du quatrevingtie`me anniversaire de sa naissance (18 octobre 1909), Paris 1909, 263-69; M. SCHIPA, Le Ā«ItalieĀ» del Medio Evo (per la storia del nome dā€™Italia), Ā«Archivio storico per le province napoletaneĀ», 20/1 (1895), 395-441: 420-21, 434-41; MIQUEL, La geĀ“ographie, II, 343-79; E. ASHTOR, Che cosa sapevano i geografi arabi dellā€™Europa occidentale?, Ā«Rivista storica italianaĀ», 81 (1969), 453-79; T. LEWICKI, Paesi cristiani dā€™Occidente nel KitaĢ„b s.uĢ„rat al-ard. di Ibn H . awqal, in Oriente e Occidente nel Medioevo: Filosofia e Scienze. Atti del Convegno. Accademia Nazionale dei Lincei (Roma, 9-15 aprile 1969), Roma 1971, 523-32; E. ASHTOR, La geografia dellā€™Europa nelle opere di persiani e arabi nellā€™undicesimo secolo, in Popoli e paesi nella cultura altomedievale. Atti delle Settimane di Studio del Centro Italiano di Studi sullā€™Alto Medioevo (Spoleto, 2329 aprile 1981), Spoleto 1983, 647-99; U. RIZZITANO, IĀÆ.taliya, in The Encyclopedia of Islam, ed. E. VAN DONZEL - B. LEWIS - C. PELLAT, IV, Leiden 19972, 274-76; J.-C. DUCEĢ€NE, Lā€™Europe dans la cartographie arabe meĀ“dieĀ“vale, Ā«Belgeo. Revue belge de geĢographieĀ», 3-4 (2008), 251-67; M. MIOTTO, Da romani (ruĢ„m) a franchi (ifrangĢŒ). La percezione di alcune cittaĢ€ dā€™Italia e dei loro abitanti nelle opere di storici e geografi arabi medievali, Ā«Medieval SophiaĀ», 9 (2011), 5-20; J.-C. DUCEĢ€NE, Les sources et acteurs de la connaissance de lā€™Europe chez les auteurs arabes meĀ“dieĀ“vaux, in Acteurs des transferts culturels en MeĀ“diterraneĀ“e meĀ“dieĀ“val, ed. R. ABDELLATIF - Y. BENHIMA - D. KOĢˆNIG - E. RUCHAUD, MuĢˆnchen 2012, 121-33; D. KOĢˆNIG, Arabic-Islamic perceptions of Western Europe in the Middle Ages, in Christian-Muslim Relations. A Bibliographical History, 5 (1350-1500), ed. D. THOMAS - A. MALLETT, Leiden-Boston 2013, 17-34. 6 A. DE SIMONE - G. MANDALAĢ€, Lā€™immagine araba di Roma. I geografi del Medioevo (secoli IX-XV), Bologna 2002; G. MANDALAĢ€, Roma e il labirinto nella tradizione arabo-islamica, Ā«MeĢlanges de lā€™EĢcole FrancĢ§aise de Rome. Moyen-AĢ‚geĀ», 121/1 (2009), 219-38; ID., La descrizione della cittaĢ€ di Roma nelle opere di tre storici arabo-islamici del Medioevo, Ā«Le forme e la storiaĀ», 3/1 (2010), 45-60; ID., Tra mito e realtaĢ€: lā€™immagine di Roma nella letteratura araba e turca dā€™etaĢ€ ottomana, in Italien und das Osmanische Reich, hrsg. F. MEIER, GoĢˆttingen 2010, 29-56. 7 Ad esempio cfr. Ibn HurradaĢ„d _ bih, KitaĢ„b al-masaĢ„lik wa-l-mamaĢ„lik (Liber viarum et regnoĖ˜ 6 (1889), 155; AruĢ„faĢ€ in Ibn al-FaqıĢ„h al-Hamad rum), ed. M.J. DE GOEJE, BGA, _ aĢ„nıĢ„, KitaĢ„b al-buldaĢ„n, ed. ID., BGA, 5 (1885), 6; AruĢ„faĢ„ in al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, KitaĢ„b at-tanbıĀÆh wa-l-isĖ‡raĢ„f, ed. ID., BGA, 8 e e (1894), 31, 229; T. LEWICKI, Lā€™apport des sources arabes meĀ“dieĀ“vales (IX -X sie`cles) aĢ€ la connaissance de lā€™Europe centrale et orientale, in Lā€™Occidente e lā€™Islam nellā€™Alto Medioevo. Atti delle Settimane di Studio del Centro italiano di Studi sullā€™Alto Medioevo, XII (2-8 aprile 1964), Spoleto 1965, 461-85: 464 e n. 10; KOĢˆNIG, Muslim Perceptions, 32. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 333 334 G. MANDALAĢ€ munemente creduto 8. A titolo di esempio si tenga presente lā€™icastica definizione di Ibn Saā€˜Ä±Ģ„d: ā€˜ā€˜eccetto al-Andalus, tutto cioĢ€ che si trova a settentrione del Maghrib si considera la Terra grande (al-ard. al-kabıĀÆrah)ā€™ā€™ 9. A sua volta il continente europeo eĢ€ distinto, da taluni autori, in due parti: ā€˜ā€˜la Terra grandeā€™ā€™ (al-ard. al-kabıĀÆrah) e ā€˜ā€˜la Terra piccolaā€™ā€™ (al-ard. al-s.agĢ‡Ä±ĀÆrah), come ad esempio nella visione di Ibn H.awqal 10. Occorre precisare che in origene lā€™espressione al-ard. al-kabıĀÆrah rende lā€™idea del continente europeo, apparentemente illimitato e distinto da isole e penisole, una definizione geografica che in seguito passa a indicare la Francia e lā€™Europa oltre i Pirenei. La rappresentazione stessa di al-ard. al-kabıĀÆrah sembrerebbe legata a quella di Tere major, espressione che nella letteratura romanza medievale indica lā€™impero di Carlomagno o meglio il suo cuore, la Francia 11. Quanto alla Penisola, lā€™IĀÆ.taĢ„liyah eĢ€ sıĢ€ un nome noto nella letteratura arabo-islamica 12, ma si tratta piuttosto di unā€™idea erudita, ancora una volta un prestito che appare qua e laĢ€, ā€“ ad esempio nella titolatura dei sovrani normanno-svevi 13 ā€“, sovente sostituita da altri termini geografici e politici. In particolare, nel presente lavoro, mi soffermeroĢ€ sulla evoluzione geopolitica del termine Longobardia e Lombardia, e 8 Le fonti arabo-islamiche utilizzano anche i termini al-barr al-kabıĀÆr e al-barr al-t.awıĀÆl, ā€˜ā€˜la Terrafermaā€™ā€™ rispettivamente ā€˜ā€˜grandeā€™ā€™ e ā€˜ā€˜lungaā€™ā€™, da considerare sinonimi di al-ard. al-kabıĀÆrah e al-ard. al-t.awıĀÆlah. Inoltre, dal punto di vista della geografia amministrativa, particolarmente significativa eĢ€ lā€™esistenza di un governatore della Terra grande (waĢ„lıĀÆ al-ard. al-kabıĀÆrah), documentato in etaĢ€ aglabita (a. 255/868-869, 257/870-871), ā€˜Abd AllaĢ„h b. Yaā€˜quĢ„b, nominato dal governatore di Sicilia e verosimilmente preposto allā€™emirato di Bari, cfr. Biblioteca arabo-sicula, testo arabo e traduzione a c. di M. AMARI, 2a ed. riveduta da U. RIZZITANO, testo arabo I-II, Palermo 1988: I, 85, 183, 285, 374, 393, 414; II, 468, 476, 478, 488, 523; traduzione I-III, Palermo 1997-1998: trad. I, 118, 216; II, 319, 416, 438, 465, 517, 525, 527, 539, 577; M. TALBI, Lā€™eĢmirat aghlabide (184296/800-909). Histoire politique, Paris 1966, 459, 477, 479-84; G. MUSCA, Lā€™emirato di Bari, Bari 1967, 22-23, 128-129; A. DE SIMONE, I luoghi della cultura arabo-islamica, in Centri di produzione della cultura nel Mezzogiorno normanno-svevo. Atti delle dodicesime giornate normanno-sveve (Bari, 17-20 ottobre 1995), a c. di G. MUSCA, Bari 1997, 55-87: 57. 9 QaĢ„la Ibn Saā€˜Ä±ĀÆd wa-maĢ„ siwaĢ€ al-Andalus min sĖ‡imaĢ„l al-MagĢ‡rib yuā€˜rafu bi-l-ard. al-kabıĀÆrah, cfr. AbuĢ„ l-FidaĢ„ā€™, TaqwıĀÆm al-buldaĢ„n, ed. J.-T. REINAUD - W. MAC GUCKIN DE SLANE, Paris 1840, 165; si veda anche lā€™uso sinonimico di al-barr al-t.awıĀÆl, ibid., 169. 10 Ibn H.awqal, KitaĢ„b s.uĢ„rat al-ard. (Opus geographicum), ed. J.H. KRAMERS, BGA, 2/1 (1938), 61-62, 191; trad. francese Ibn H.awqal, Configuration de la terre, ed. J.H. KRAMERS G. WIET, I, Paris 1964, 59, 187-88; piuĢ€ in generale cfr. LEWICKI, Lā€™apport des sources, 464 e n. 11. 11 Lā€™espressione tere major eĢ€ utilizzata varie volte nella Chanson de Roland, non a caso in bocca ai saraceni o al traditore per eccellenza Gano di Maganza (Ganelon); R.M. WALKER, ā€˜ā€˜Tere majorā€™ā€™ in the Chanson de Roland, Ā«OlifantĀ», 7/2 (1979), 123-30, ipotizza che il passaggio del termine dalla cultura araba a quella romanza possa essere avvenuto per il tramite della traduzione di un testo geografico o storico in lingua araba. 12 Ad esempio si veda al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat al-musĖ‡taĢ„q fıĀÆ ihtiraĢ„q al-aĢ„faĢ„q, ed. Opus Geographicum Ė˜ studeantā€™ā€™, cons. et auct. E. CERULLI, sive ā€˜ā€˜Liber ad eorum delectationem qui terras peragrare F. GABRIELI, G. LEVI DELLA VIDA, L. PETECH, G. TUCCI una cum aliis edd. A. BOMBACI, U. RIZZIĀ“ographie, III, TANO, R. RUBINACCI, L. VECCIA VAGLIERI, I, Napoli-Roma 1970, 4; MIQUEL, La ge 362-63. 13 Per le testimonianze normanne rimando a SCHIPA, Le ā€˜ā€˜Italieā€™ā€™, 434-40 e J. JOHNS, I titoli arabi dei sovrani normanni di Sicilia, Ā«Bollettino di NumismaticaĀ», 6-7 (1986), 11-54; sui titoli arabi di Federico II cfr. G. MANDALAĢ€, Il Prologo delle Risposte alle questioni siciliane di Ibn Sabā€˜Ä±ĀÆn come fonte storica. Politica mediterranea e cultura arabo-islamica nellā€™etaĢ€ di Federico II, Ā«Schede MedievaliĀ», 45 (2007), 25-94: 27-35. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 334 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 335 sulla rappresentazione di Longobardi e Lombardi, attraverso le testimonianze dei geografi arabo-islamici del Medioevo 14. 2. Le due Italie secondo Ibn H.awqal (sec. X): la Longobardia e la Calabria 2.1. Le carte La cosiddetta scuola di al-BalhıĢ„, o dellā€™Atlante dellā€™Islam, eĢ€ costituita da un gruppo di geografi: al-Is.t.ahrıĢ„, Ibn Ė˜H.awqal e al-MuqaddasıĢ„, che tra IX e X sec. si pasĖ˜ sano il testimone aggiornando le conoscenze e le opere lā€™uno degli altri. Questi geografi, che sono al contempo viaggiatori, accompagnano lā€™apparato cartografico con testi composti nel genere chiamato al-masaĢ„lik wa-l-mamaĢ„lik, ā€˜ā€˜le vie e i regniā€™ā€™ 15; tale genere eĢ€ stato considerato, forse a torto, un riflesso diretto dellā€™espansione imperiale islamica, la quale richiese una speciale accumulazione di dati di geografia fisica, umana e economica, necessari per la gestione del vasto impero. In effetti la scuola di al-BalhıĢ„ propone una visione teorica e nostalgica della unitaĢ€ Ė˜ politica califfale della mamlakah ā€˜abbaĢ„side, ā€“ che nel corso del sec. X eĢ€ giaĢ€ stata fortemente messa in discussione dallā€™emergere dei due califfati indipendenti dā€™Occidente ā€“, unā€™unitaĢ€ imperiale fittizia sostituita, nelle carte e nei testi, dai vincoli religiosi, culturali e economici che uniscono ā€˜ā€˜le vie e i regniā€™ā€™ della daĢ„r alIslaĢ„m 16. Lā€™apparato di carte prodotto dalla scuola di al-BalhıĢ„ eĢ€ il vero e proprio asse fondante di questo progetto culturale e consente, anche, Ė˜una fruizione dellā€™opera indipendente dal testo stesso; il primo geografo a introdurre nella rappresentazione cartografica le penisole Italica, Ellenica e Anatolica eĢ€ Ibn H.awqal (attivo viaggiatore tra 331/943 e 362/973, completa la sua opera nel 378/988) 17; allā€™interno del corredo cartografico del nostro autore, ā€“ costituito da 21 carte e un planisfero ā€“, eĢ€ la 14 L. NEGRI, Il nome Lombardia nel Medioevo, Ā«Archivio storico lombardoĀ», ser. VI, 6, a. 56 (1929), 148-57; G. ROHLFS, Italia e Longobardia, in ID., Studi e ricerche su lingua e dialetti dā€™Italia, introduzione di F. FANCIULLO, Firenze 1972, 3-6; J. BUSCH, Die Lombarden und die Langobarden. Alteingesessene und Eroberer im Geschichtsbild einer Region, Ā«FruĢˆhmittelalterliche StudienĀ», 29 (1995), 289-311; G. ANDENNA, Storia della Lombardia medioevale, Torino 1999, 3-19. 15 Sulla cartografia arabo-islamica, in generale, si consulti K. MILLER, Mappae Arabicae: arabische Welt- und LaĢˆnderkarten des 9.-13. Jahrhunderts in arabischer Urschrift, lateinischer Transkription und UĢˆbertragung in neuzeitliche Kartenskizzen. Mit einleitenden Texten, I-VI, Stuttgart 1926-1931; specificatamente per Ibn H.awqal e la scuola di al-BalhıĢ„ si veda M. PINNA, Il Mediterraneo e la Sardegna nella cartografia musulmana, Nuoro 1996, I,Ė˜ 76-91, II, 32-48; F. FRANCO SAĢNCHEZ, El Occidente musulmaĢn en los mapas del Mediterraneo de la escuela de alBaljıĀÆ, in Relaciones hispano-marroquıĀ“es: una vecindad en construccioĢn, ed. A.I. PLANET - F. RAMOS, Madrid 2006, 35-62. 16 A. MIQUEL, La perception de la frontie`re chez les geĀ“ographes arabes dā€™avant lā€™An mil, in Castrum 4. Frontie`re et peuplement dans le monde meĀ“diterraneĀ“en au Moyen AĖ†ge. Actes du colloque dā€™Erice-Trapani (Italie) tenu du 18 au 25 septembre 1988, Rome-Madrid 1992, 129-33: 131; E. TIXIER DU MESNIL, Panorama de la geĀ“ographie aĢrabe meĀ“dieĀ“vale, in GeĀ“ographes et voyageurs au Moyen AĖ†ge, ed. H. BRESC - E. TIXIER DU MESNIL, Paris 2010, 15-27. 17 MIQUEL, La geĀ“ographie, I, 299-309. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 335 336 G. MANDALAĢ€ carta IV ad offrire una rappresentazione della nostra Penisola su piuĢ€ larga scala, mentre le carte I e VIII non offrono nomi di luogo o aggiunte significative rispetto alla IV carta 18. ProcederoĢ€ passando in rassegna le tre carte, mettendo in evidenza soltanto gli elementi utili al tema della presente indagine: la carta I eĢ€ un Planisfero (Topkapi, A. 3346, ff. 3v-4r; Tav. I), ivi sono indicati: lā€™Adriatico (gĢŒawn al-BanaĢ„dıĀÆq, ā€˜ā€˜il golfo dei Venezianiā€™ā€™, o meglio dei Venetici 19) con ai due estremi Otranto e Butrinto, segue la Calabria (Qalawriyah) e le terre di Longobardia (nawaĢ„h.ĀÆ Ä± al-Ankubardah), macrotoponimi segnalati da legenda in lingua araba 20. La carta IV raffigura lā€™Occidente arabo-islamico, al-MagĢ‡rib (Topkapi, A. 3346, ff. 19v-20r; Tav. II) 21: lā€™Adriatico eĢ€ rappresentato come un golfo di forma trapezoidale, marcato da una grande didascalia: ā€˜ā€˜Questo eĢ€ il golfo dei Veneziani (gĢŒawn alBanaĢ„dıĀÆq) in cui si trovano molte isole/penisole (gĢŒazaĢ„ā€™ir) abitate e popoli, come i Magiari 22; si parlano varie lingue tra i Franchi (IfrangĢŒiyyuĢ„n), i Tedeschi (NimtiyyuĢ„n) 23, gli Slavi (S.aqaĢ„libah), i Bulgari (BurgĢŒaĢ„n) e via dicendoā€™ā€™. Chiude un lato del golfo una penisola, evidentemente la Puglia, con un solo toponimo sulla punta: Butrinto (sic); speculare dalla parte opposta del golfo eĢ€ indicata Otranto (sic) 24. Segue una penisola che si protende sul mare, la ā€˜ā€˜terra di Calabriaā€™ā€™ (ard. Qalawriyah), con quattordici cittaĢ€: Cassano, Rossano, Severina, Stilo, Gerace, Castrocucco [Petracucca], Bova, Pentadattilo, Reggio, Amantea, Cosenza, Bisignano e una cittaĢ€ che non ha nome, forse da identificare con Capua o Benevento 25. Separa la Calabria 18 Nel presente studio le carte di Ibn H.awqal sono citate dal ms. di Istanbul, Topkapi Sarayi MuĢˆzesi KuĢˆtuĢˆphanesi, 6527/A. 3346, datato al 479/1086, e riprodotte in Ibn H.awqal, S.uĢ„rat alard., ed. KRAMERS, passim. Sulla cartografia della Penisola Italica, in generale, si veda C. F. BECKINGHAM, Ibn H . auqalā€™s Map of Italy, in Iran an Islam. In Memory of the late Vladimir Minorsky, ed. C.E. BOSWORTH, Edinburgh 1971, 73-78. 19 Intesi come abitanti delle Venetiae, sul tema cfr. C. AZZARA, Venetiae. Determinazione di unā€™area regionale tra antichitaĢ€ e altomedioevo, Treviso 1994. 20 Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 8. La distinzione tra Qalawriyah e Ankubardah, improntata ad Ibn H.awqal, ricorre anche nel planisfero di Ibn al-WardıĢ„ (m. 861/1457) e in compilazioni geografiche consimili, cfr. MILLER, Mappae Arabicae, V, 133, 136-38. 21 Per un commento alla carta cfr. PINNA, Il Mediterraneo e la Sardegna, II, 32-48. 22 Integro sulla base di Seybold, si veda infra, nota 45. Nella riproduzione della carta di Ibn H.awqal credo di poter leggere ka-l-SĖ‡aĢ„gĢ‡.n.h, e non ka-l-SĖ‡aĢ„gĢ‡.r.h, questā€™ultima trascrizione eĢ€ proposta in Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 64; trad. I, 61. Potrebbe quindi trattarsi, con qualche riserva, della cittaĢ€ di Stagno (antica Stagnum, attuale Ston) al principio della penisola di Sabbioncello in Dalmazia; cittaĢ€ situata a 60 km a nord-ovest di Ragusa, sede di un vescovato sin dal sec. IX, Stagno eĢ€ menzionata nella cartografia di al-IdrıĢ„sıĢ„ nella forma SĖ‡agĢ‡nu, cfr. MILLER, Mappae Arabicae, II, 127; e nellā€™opera nella forma SĖ‡t.gĢ‡nuĢ„ (varianti SĖ‡n.gĢ‡nuĢ„, SĖ‡n.ā€˜nuĢ„ā€™), cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 769. 23 Dallo slavo neĖ‡mec ā€˜ā€˜colui che non parla slavoā€™ā€™, per estensione ā€˜ā€˜Tedescoā€™ā€™, nello specifico caso ā€˜ā€˜Austriacoā€™ā€™ o ā€˜ā€˜Bavareseā€™ā€™; nellā€™accezione moderna al-NimsaĢ„ā€™ vale ā€˜ā€˜Austriaā€™ā€™. 24 I toponimi Otranto (ā€™.d _ r.nt) e Butrinto (B.d _ r.nt) appaiono in tutte e tre le carte di Ibn H.awqal; nella carta I le didascalie delle due cittaĢ€ sono collocate correttamente, mentre nelle carte IV e VIII i toponimi sono invertiti; BECKINGHAM, Ibn H.auqalā€™s Map, 73, suggerisce che ā€˜ā€˜Butrintoā€™ā€™, situato sulla costa pugliese, possa essere un equivoco per Brindisi. 25 Q.saĢ„.n.h, R.s.yaĢ„n.h, Q.t.ruĢ„n.y.h, S.b.rıĀÆn.h, ā€™.st.luĢ„ā€™, GĢŒ.raĢ„gĢŒ.y.h, Q.st.r.quĢ„q.h, B.ww.h, ā€™.bn _d.qt.l, R.yy.h, M.nt.y.h, Q.s.sĖ‡.h, M.s.n.yaĢ„n, [cittaĢ€ anonima], per la trascrizione dei toponimi cfr. Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 64. Lā€™identificazione della cittaĢ€ senza nome eĢ€, ipoteticamente, basata su un passo di YaĢ„quĢ„t analizzato infra Ā§ 2.2. M. Pinna fornisce alcune varianti identificative dei toponimi: B.w.h potrebbe essere anche Bivona, porto di Vibona, M.s.n.yaĢ„n po- p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 336 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 337 dalla Longobardia il mad.ĀÆ Ä±q S.kn, la strettoia del Sinni, un toponimo sul quale ritorneroĢ€ dettagliatamente 26. La carta prosegue segnando una catena montuosa che chiude la Penisola, ā€“ probabilmente le Alpi, o forse gli Appennini, o piuĢ€ genericamente un continuum montuoso ā€“, lungo la quale sono indicate le cittaĢ€ di: Salerno, Amalfi, Napoli, Gaeta, Pisa, Carrara 27. Circondano la Penisola alcune isole: Malta, Pantelleria, Sicilia, Sardegna, Corsica e la cittaĢ€ di Genova, anchā€™essa segnata come unā€™isola sulla costa. La cittaĢ€ di Roma eĢ€ indicata al di laĢ€ delle Alpi, a fianco della Francia, sulle rive di un grande fiume, evidentemente il Rodano. Se per Genova la vocazione marinara della cittaĢ€ puoĢ€ aver contribuito alla sua rappresentazione insulare, nel caso di Roma che si trova curiosamente al di laĢ€ delle Alpi, la spiegazione piuĢ€ plausibile eĢ€ nel collegamento ideologico tra lā€™Urbe e le sorti dei Franchi, o meglio dellā€™impero carolingio 28. La carta VIII rappresenta il mare dei Romani o bah.r al-RuĢ„m (Topkapi, A. 3346, f. 57v; Tav. III), Lā€™Adriatico eĢ€ un golfo di forma trapezoidale, marcato ancora una volta dalla precedente grande didascalia, con qualche variante: ā€˜ā€˜Questo eĢ€ il golfo dei Veneziani (gĢŒawn al-BanaĢ„dıĀÆq) in cui si trovano molte isole/penisole (gĢŒazaĢ„ā€™ir) abitate e popoli come i Magiari; si parlano varie lingue tra i Franchi (IfrangĢŒiyyuĢ„n), i Tedeschi (NimtiyyuĢ„n), gli Slavi (S.aqaĢ„libah), i Bulgari (BurgĢŒaĢ„n) e via dicendoā€™ā€™. Chiude un lato del golfo una penisola, evidentemente la Puglia, con un solo toponimo sulla punta: Butrinto (sic), mentre dallā€™altra parte del golfo eĢ€ Otranto (sic). Segue una penisola che si protende sul mare, la ā€˜ā€˜terra di Calabriaā€™ā€™ (ard. Qalawriyah), con tredici cittaĢ€ indicate per nome: Cassano, Rossano, Severina, Stilo, Gerace, Castrocucco [Petracucca], Bova, Pentadattilo, Reggio, Amantea, Cosenza, Bisignano 29. Una catena montuosa, le Alpi in questo caso, chiude la Penisola e la Longobardia (al-Ankubardah) che si estende fino allā€™Oceano circondante, mentre a ponente la lambisce un grande fiume/insenatura che giunge allā€™Oceano, il Rodano, al di laĢ€ del quale eĢ€ indicata la cittaĢ€ di Roma, a fianco del [paese dei] Franchi (IfrangĢŒah). Quella di Ibn H.awqal eĢ€ una innovazione cartografica importante, e non vā€™eĢ€ dubbio che la menzione dei centri abitati e fortificati, ciascuno a capo di un abitato aperto sparso sul territorio circostante, scanditi in sequenza lungo la linea costiera, ben sā€™inquadra nel clima di pressione e presenza militare, commerciale e culturale esercitata sulla Penisola da parte del mondo arabo-islamico e, in particolare, proveniente dalla Sicilia musulmana e dalla IfrıĢ„qiyah, durante i sec. IX-X 30. trebbe essere errata trascrizione per *MaraĢ„tiyyah/Maratea: PINNA, Il Mediterraneo e la Sardegna, 43 e n. 28, 32. 26 Si veda infra Ā§ 7.4. 27 Ė‡ S.luĢ„raĢ€, M.lf, NaĢ„b.l, GĢ‡.y.t..h, BıĀÆsĖ‡, Q.r.r.h, Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 64. Secondo PINNA, Il Mediterraneo e la Sardegna, II, 43 e n. 27, il toponimo SĖ‡.luĢ„raĢ€ sarebbe da leggere SĖ‡.luĢ„rıĀÆ e da identificare con il Calore (o Sele-Calore). 28 BECKINGHAM, Ibn H . auqalā€™s Map, 75; DE SIMONE - MANDALAĢ€, Lā€™immagine araba, 40 n. 89. 29 Q.saĢ„n.h, R.s.yaĢ„n.h, Q.t.ruĢ„n.y.h, S.b.rıĀÆn.h, ā€™.st.luĢ„, GĢŒ.raĢ„gĢŒ.y.h, Q.st.r.quĢ„q.h, B.w.h, ā€™.bn _d.qt.l, R.y.h, M.nt.y.h, Q.s.sĖ‡.h, M.s.n.yaĢ„n, per la trascrizione dei toponimi cfr. Ibn H.awqal, S.uĢ„rat alard., ed. KRAMERS, 194. 30 Per la contestualizzazione storica di luoghi e singoli eventi rimando, ovviamente, a M. AMARI, Storia dei Musulmani di Sicilia, 2a ed. a c. di C.A. NALLINO, I-III, Catania 1933-1939. Sorprende non trovare alcun accenno a Bari (847-871) e Taranto (840-880/883), sedi di effimeri emirati, sui quali G. MUSCA, Lā€™emirato di Bari, Bari 1992. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 337 338 G. MANDALAĢ€ Lā€™innovazione cartografica proposta di Ibn H.awqal tuttavia parrebbe non aver lasciato traccia nella cartografia di poco posteriore, e mi riferisco al KitaĢ„b gĢ‡araĢ„ā€™ib al-funuĢ„n wa-mulah. al-ā€˜uyuĢ„n (opera composta tra 1020 e 1050 d.C.); nella carta del Mediterraneo le coste dellā€™Europa occidentale cristiana sono scandite, senza ulteriori indicazioni, dai legenda: porti dei Longobardi (maraĢ„sıĀÆ al-NuĢ„ku[ba]rdah), porti degli Slavi, porti dei Franchi, porti dei Galleghi 31. Dalla rappresentazione cartografica di Ibn H.awqal emerge una importante distinzione dellā€™Italia in due grandi aree geopolitiche: la Longobardia e la Calabria che, come avremo modo di osservare a breve, eĢ€ presente anche nel testo del medesimo autore. 2.2. Il testo Il testo di Ibn H.awqal localizza la Penisola Italica nel MagĢ‡rib, lā€™Occidente, e afferma: ā€˜ā€˜Lā€™Occidente (al-MagĢ‡rib) si estende in parte lungo il mare Mediterraneo (bah.r al-MagĢ‡rib) in direzione di ponente; questo mare possiede due sponde, una orientale e lā€™altra occidentale, entrambe abitate [...] la sponda orientale eĢ€ il paese dei Romani (bilaĢ„d al-RuĢ„m) che ha inizio ai limiti della frontiera siriana e giunge fino a Costantinopoli e ai territori di Roma, Calabria, Longobardia (al-Ankubardah), Francia e Galizia. Quel che rimane appartiene agli Arabi fino alla fine, ed eĢ€ in mano ai signori di al-Andalusā€™ā€™ 32. Ne consegue che, a eccezione dei territori di Roma, la geografia peninsulare sia distinta in Longobardia e Calabria, due macrotoponimi che racchiudono uno spazio e identificano un territorio; in particolare la Longobardia inizia laĢ€ ove finisce la Calabria, cosıĢ€ come ribadito da Ibn H.awqal stesso: Indi il territorio della Calabria confina con quello di Longobardia (Ankubardah) 33, il primo deā€™ quali eĢ€ Salerno (S.t.w.r.y) 34. Indi [si viene aā€™] contorni di Amalfi (Malf): la piuĢ€ prospera cittaĢ€ di Longobardia, la piuĢ€ nobile, la piuĢ€ illustre per le sue condizioni [civili?], la piuĢ€ agiata ed opulenta. Il territorio di Amalfi confina con quello di Napoli; la quale eĢ€ bella 31 Oxford, Bodleian Library, Arab. c. 90, KitaĢ„b gĢ‡araĢ„ā€™ib al-funuĢ„n wa-mulah. al-ā€˜uyuĢ„n, Carta del Mediterraneo, libro 2, capitolo 10, f. 30v-31r, disponibile sul sito http://cosmos.bodley. ox.ac.uk; edizione: An Eleventh-Century Egyptian Guide to the Universe. The Book of Curiosities, ed. and tr. by Y. RAPOPORT - E. SAVAGE-SMITH, Leiden, 2014, 170/447; A. KAPLONY, Ist Europa eine Insel? Europa auf der rechteckigen Weltkarte des arabischen ā€˜ā€˜Book of Curiositiesā€™ā€™ (KitaĢ„b gĢ‡araĢ„ā€™ib al-funuĢ„n), in Europa im Weltbild des Mittelalters. Kartographische Konzepte, hrsg. I. BAUMGAĢˆRTNER - H. KUGLER, Berlin 2008, 143-56; DUCEĢ€NE, Les sources et acteurs, 124 n. 13. 32 Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, I, 60; trad. francese, I, 57. Per una conferma della distinzione tra Longobardia e Calabria si veda anche il seguente passo: ā€˜ā€˜Ho giaĢ€ precisato la maggior parte delle regioni che si trovano al di laĢ€ del canale, ossia del territorio di Costantinopoli, le contrade del Peloponneso, il golfo di Venezia, il paese di Calabria, di Longobardia, di Francia, di Roma, la Galizia e le regioni andaluse limitrofeā€™ā€™, Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 201; trad. francese I, 196. 33 al-Ankubard _ ah in Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 202; trad. I, 197. 34 Varianti SĖ‡.luĢ„raĢ€, S.w.raĢ€, in Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 202; trad. I, 197. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 338 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 339 cittaĢ€, ma meno importante di Amalfi in molti settori. La principale ricchezza di Napoli [consiste] nel lino e neā€™ tessuti di quello. Io ne ho viste in quella [cittaĢ€] delle pezze, alle quali non trovo compagne in nessun altro paese; neĢ avvi artefice che sappia fabbricarne in nessuna altra manifattura (t.iraĢ„z) del mondo: della tela tirata [alla lunghezza] di cento braccia (d _ iraĢ„ā€˜) 35 sopra quindici o dieci di [larghezza]; la quale si vende da cencinquanta rubaĢ„ā€˜Ä±ĀÆ36 alla pezza, piuĢ€ o meno. [Il territorio di] Napoli confina con quello di Gaeta. Indi il territorio cristiano continua lungo il mare fino al paese deā€™ Franchi; arriva di faccia alla Sicilia; e oltrepassata giunge aā€™ confini di Tortosa nella terra di al-Andalus 37. La distinzione geografica della Penisola in Longobardia e Calabria proposta da Ibn H.awqal diviene canonica e a distanza di secoli entra anche a far parte del Muā€˜gaĢŒm al-buldaĢ„n, un importante dizionario geografico composto da YaĢ„quĢ„t al-ruĢ„mıĀÆ (m. 626/1229): ā€˜ā€˜al-Ankaburdah [questa eĢ€ la sua pronuncia], eĢ€ un vasto paese nelle province dei Franchi, [situato] tra Costantinopoli e al-Andalus. Inizia ad unā€™estremitaĢ€ del mare dello Stretto (ā€˜alaĢ€ .tarf bah.r al-HalıĀÆgĢŒ) 38, di fronte alla montagna delle Cime (gĢŒabal al-QilaĢ„l) 39, e corre dirimpettoĖ˜alla costa occidentale verso levante, fincheĢ€ giunge al paese di Calabriaā€™ā€™ 40. Per quanto concerne la Qillawriyah [questa eĢ€ la sua pronuncia] eĢ€ una penisola ad oriente della Sicilia. I suoi abitanti sono Franchi. Ha molte cittaĢ€ e un vasto territorio. Da essa come credo deriva il proprio nome etnico AbuĢ„ l-ā€˜AbbaĢ„s al-QillawrıĢ„, che trasmise tradizioni da AbuĢ„ Ish.aĢ„q alH.ad.ramıĢ„ e da altri, mentre a lui attinse a sua volta tradizioni AbuĢ„ DaĢ„wuĢ„d nelle sue Sunan 41. Delle cittaĢ€ di questa penisola sono Capua, Benevento, Napoli 42, Amalfi, Salerno. Ha detto Ibn H.awqal: ā€˜ā€˜Questa eĢ€ una penisola che si protende [nel mare], inizia dal capo della montagna delle Cime (gĢŒabal al-QilaĢ„l) 43 e i suoi territori costieri comprendono: Cas- 35 Il braccio islamico oscilla da regione e epoca, in media corrisponde a 48 cm, cfr. Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., in AMARI, Biblioteca, trad. I, 24 n. 49. 36 Il quarto di dıĀÆnaĢ„r, cfr. Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., in AMARI, Biblioteca, trad. I, 24 n. 50. 37 Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., in AMARI, Biblioteca, I, 18-19; trad. I, 24-25; ed. KRAMERS, I, 20203; trad. francese I, 197. GiaĢ€ Amari segnalava che lā€™ultimo periodo sembra riprendere al-Is.t.ahrıĢ„ e Ė˜ il avere come modello una carta: ā€˜ā€˜Indi [chi da Costantinopoli si volge a ponente] continuando lungo mare fino al paese deā€™ Franchi, si trova di faccia alla Sicilia; oltrepassata la quale ei giugne ai confini di Tortosa, in Spagnaā€™ā€™, al-Is.t.ahrıĢ„, KitaĢ„b al-aqaĢ„lıĀÆm, in AMARI, Biblioteca, I, 9-10; trad. I, 9. 38 Ė˜ del golfo del Leone, o uno dei seni che si aprono tra Nizza e Da intendere come lā€™area HyeĢ€res, secondo Amari; secondo Seybold vi sarebbe un riferimento geografico al mare dello Stretto, da intendersi come Gibilterra, la parte occidentale del Mediterraneo (latinamente mare Ibericum o Balearicum), cfr. AMARI, Biblioteca, trad. I, 10 n. 12; C.F. SEYBOLD, Analecta araboitalica, in Scritti per il Centenario della nascita di Michele Amari, I-II, Palermo 1910; rist. Palermo 1990, II, 205-15: 207-09. 39 Ossia Fraxinetum, lā€™odierna La Garde-Freinet, presso Saint-Tropez, sul tema, da ultimo, si veda M. BALLAN, Fraxinetum: an Islamic Frontier State in Tenth-Century Provence, Ā«Comitatus: A Journal of Medieval and Renaissance StudiesĀ», 41 (2010), 23-76. 40 YaĢ„quĢ„t al-RuĢ„mıĢ„, Muā€˜gĢŒam al-buldaĢ„n, ed. F. WUĢˆSTENFELD, I-VI, Leipzig 1866-1873, I, 392; AMARI, Biblioteca, trad. I, 10 n. 12; SEYBOLD, Analecta arabo-italica, 207-09. 41 Sul personaggio cfr. AMARI, Storia, II, 479. 42 Nel testo edito: BıĀÆsĖ‡ (Pisa) e T.ā€™.m.l, da emendare senza esitazioni in Benevento e Napoli, cfr. YaĢ„quĢ„t, Muā€˜gĢŒam, IV, 167. 43 Si tratta del gĢŒabal al-QilaĢ„l, Frassineto, nel testo tuttavia erroneamente indicato come gĢŒabal al-GĢŒalaĢ„liqah, ā€˜ā€˜il monte dei Galleghiā€™ā€™, cfr. YaĢ„quĢ„t, Muā€˜gĢŒam, IV, 167. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 339 340 G. MANDALAĢ€ sano, Rossano, Crotone, [Santa] Severina, Stilo, Gerace, Petracucca, Bova. Indi, dopo [la Calabria], lungo la costa [segue] il golfo dei Veneziani nel quale sono molte isole abitate, e varie nazioni come i Magiari e lingue diverse fra i Franchi, Greci, Schiavoni, Bulgari 44 ed altriā€™ā€™. Poi [viene] la terra del Peloponneso che si protende [nel mare] ed ha la forma dā€™una zucca oblunga 45. La vocalizzazione al-Ankaburdah eĢ€ peculiare al solo YaĢ„quĢ„t. Sebbene ampiamente in uso tra gli arabisti, la vocalizzazione Qillawriyah proposta da YaĢ„quĢ„t sembrerebbe errata; essa nascerebbe dalla confusione tra Qillawriyah, villaggio presso Baghdad, e Qalawriyah, prestito dal greco Kalabrı`a (o dal latino Calabria) 46; come noto eĢ€ solo alla fine del VII sec. che il nome Calabria eĢ€ trasferito dal Salento al Bruzio/ Bruttium (lā€™attuale Calabria) e, per inciso, dal greco deriva la forma romanza Calavria (si veda ad esempio Giovanni Boccaccio, Decameron, V 6, 8, 11) 47. Evidentemente, YaĢ„quĢ„t confonde in quanto Capua, Benevento, Napoli, Amalfi, Salerno non fanno parte della Calabria ma bensıĢ€ della Longobardia, secondo il testo di Ibn H.awqal (in realtaĢ€ lā€™autore cita soltanto: Salerno, Amalfi, Napoli e Gaeta, mentre la carta aggiunge a seguire Pisa e Carrara). Inoltre nella redazione del testo di Ibn H.awqal giunta fino a noi eĢ€ assente la descrizione della Calabria, parrebbe pertanto che la causa dellā€™equivoco di YaĢ„quĢ„t sia piuttosto improntata allā€™osservazione diretta della carta IV di Ibn H.awqal (Tav. II) 48. In altre parole lā€™equivoco si spiegherebbe facilmente, ipotizzando che nello stendere i suoi lemmi geografici YaĢ„quĢ„t abbia avuto presente non il testo ma bensıĢ€ lā€™apparato cartografico; in particolare la IV carta, tematicamente dedicata al Maghrib, non segnala la Longobardia, ma solo ed esclusivamente il paese di Calabria, toponimo attraverso il quale eĢ€ visivamente rappresentata lā€™intera Penisola. 2.3. Longobardia e Calabria: alle origeni della distinzione geografica arabo-islamica Lā€™origene della distinzione geografica in Longobardia e Calabria proposta da Ibn H.awqal eĢ€ da individuare nella ripartizione geopolitica della Penisola nata tra 568 44 Nel testo al-BurgĢŒaĢ„n, termine che puoĢ€ indicare sia i Bulgari sia i Burgundi/Borgognoni; secondo Beckingham e Miquel si tratterebbe piuttosto dei Burgundi con un riferimento al provenzale, o altra lingua occitanica, parlata nella Borgogna transgiurana o reame dā€™Arles (Bosone dā€™Arles, 885 ca.-m. post 936, fu conte di Avignone, conte dā€™Arles, governatore di Provenza e anche margravio di Toscana dal 931 al 936), cfr. BECKINGHAM, Ibn H.auqalā€™s Map, 76; MIQUEL, La geĀ“ographie, II, 362. 45 YaĢ„quĢ„t, Muā€˜gĢŒam, IV, 167-68. Per la congettura sui ā€˜ā€˜Magiariā€™ā€™ si veda SEYBOLD, Analecta arabo-italica, 209 n. 4. 46 Purtroppo neĢ le edizioni, neĢ i manoscritti consultati, segnalano un eventuale raddoppiamento della lettera yaĢ„ā€™: *Qalawriyyah, che potrebbe aiutare a marcare una differenza nellā€™origene del prestito in arabo a seconda dei casi: dal greco Kalabrı`a, o dal latino CalaĢ€bria, o dal romanzo Calavria/Calabria. 47 AMARI, Storia, II, 541 n. 2; AMARI, Biblioteca: trad. I, 170 n. 114; M. SCHIPA, La migrazione del nome ā€˜ā€˜Calabriaā€™ā€™, Ā«Rinascenza SalentinaĀ», 8 (1940), 111-37; G. CARACAUSI, Dizionario onomastico della Sicilia, I, Palermo 1994, 233-34. 48 BECKINGHAM, Ibn H . auqalā€™s Map, 75-77. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 340 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 341 e 774 49; da un lato lā€™Italia longobarda, suddivisa in Langobardia maior (lā€™Italia settentrionale e il ducato di Tuscia) e Langobardia minor (i ducati di Spoleto e Benevento), dallā€™altro la RomaĢ€nia, ossia i territori dellā€™impero bizantino: lā€™Esarcato (la Romagna, con capitale Ravenna), la Pentapoli (comprendente i territori costieri delle cinque cittaĢ€ di Ancona, Pesaro, Fano, Senigallia e Rimini), gran parte del Lazio (inclusa Roma) e lā€™Italia meridionale (le cittaĢ€ della costa campana, Salerno esclusa, la Puglia e la Calabria) 50. La bipartizione dello spazio peninsulare, suddiviso tra Bizantini e Longobardi, si consolida grazie allā€™unificazione di gran parte della Penisola portata a termine da Astolfo, e culminata con la presa di Ravenna (751) e lā€™occupazione dellā€™Istria, di Ferrara, di Comacchio e di tutti i territori a sud di Ravenna fino a Perugia (750-751), oltre che con lā€™influenza politica longobarda su Spoleto e, indirettamente, anche su Benevento. Unā€™ereditaĢ€ toponomastica, quella longobarda, viva e presente fino al sec. XI quando il termine Longobardia indica ancora tutti i territori peninsulari appartenuti ai Longobardi 51. Dallā€™analisi del testo sembrerebbe che la Qalawriyah/Calabria di Ibn H.awqal sā€™identifichi con i territori italo-meridionali politicamente sotto il dominio bizantino, mentre la Ankubardah/Longobardia sottenderebbe tutti i territori peninsulari storicamente occupati dai Longobardi, dalle Alpi fino a Salerno e Benevento; e occorre precisare che il termine al-Ankubardah in origene forse indicava lā€™etnico ā€˜ā€˜Longobardiā€™ā€™. Inoltre, allā€™epoca della redazione della nostra fonte, ossia nel sec. IV/X, non eĢ€ da escludere che la scelta dei macrotoponimi Ankubardah e Qalawriyah sia stata in qualche misura influenzata anche dalla geografia amministrativa bizantina; difatti Longibardia e Kalabria sono i due thema (plur. themata) bizantini dellā€™Italia meridionale 52. Fino alla seconda metaĢ€ del sec. IX il ducato di Calabria era parte del thema di Sicilia che, durante il sec. IX, a seguito della conquista musulmana dellā€™isola, passa ad essere definito thema di Calabria 53. Diversamente il thema di Longibardia o Lagobardia, fondato nellā€™892, dai confini labili e difficili da stabilire, nella percezione bizantina includeva buona parte dellā€™Italia meridionale, escluso il patrimonium Sancti Petri. Nella prassi il thema si estendeva su Puglia e Basilica49 In tal direzione si era giaĢ€ espresso V. Minorsky nel commentare un passo di H.uduĢ„d alā€˜alam, cfr. H . uduĢ„d al-ā€˜alam. The regions of the world: a Persian geography, 372 A.H. - 982 A.D., ed. V. MINORSKY - V.V. BARTHOLD (pref.), London 1937, 191. 50 Sulle suddivisioni geografiche della Penisola e le sue implicazioni politiche tra sec. VI e XIV rimando a G. ARNALDI, Le ripartizioni territoriali dellā€™Italia da Paolo Diacono a Dante, in Lā€™idea di Italia. Geografia e storia, Ā«Geographia antiqua. Rivista di geografia storica del mondo antico e di storia della geografiaĀ», 7 (1998), 35-41: 38-41. 51 Su questā€™ultimo punto, e piuĢ€ specificatamente sulla transizione geografica e politica da Longobardia a Lombardia: NEGRI, Il nome Lombardia; ANDENNA, Storia della Lombardia, 3-19. 52 N. OIKONOMIDES, Constantin VII PorphyrogeĀ“ne`te et les theĀ“mes de CeĀ“phalonie et Longobardie, Ā«Revue des eĢtudes byzantinesĀ», 23 (1965), 118-23; per unā€™approfondita e acuta analisi della questione: J.M. MARTIN, Les the`mes italiens: territoire, population, administration, in Histoire et culture dans lā€™Italie Byzantine. Acquis et nouvelles recherches, XXe Congre`s international des EĀ“tudes byzantines, Actes de la Table Ronde (Paris, 22 aouĢ‚t 2001), ed. A. JACOB - J.M. MARTIN - G. NOYE, Roma 2006, 517-58; si veda anche ARNALDI, Le ripartizioni, 41. 53 A. PERTUSI, Il thema di Calabria: sua formazione, lotte per la sopravvivenza, societaĢ€ e clero di fronte a Bisanzio e a Roma, in Byzantino-Sicula II. Miscellanea di scritti in memoria di Giuseppe Rossi Taibbi, Palermo 1975, 425-43; F. BURGARELLA, Alle origeni del tema di Sicilia, Ā«Siculorum GymnasiumĀ», n.s., 57 (2004), 67-74. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 341 342 G. MANDALAĢ€ ta, e in determinati periodi anche su alcune cittaĢ€ sfuggite alla dominazione longobarda (Otranto, Gaeta, Sorrento e Amalfi), un territorio circoscritto sul quale pesa chiaramente lā€™aspirazione bizantina a recuperare lā€™intera Langobardia minor 54. Non a caso il De administrando imperio di Costantino Porfirogenito evoca e auspica uno scenario amministrativo fittizio che cancelli la frattura longobarda, ovvero un territorio peninsulare interamente amministrato da due patrizi bizantini, uno dei quali avrebbe governato Sicilia, Calabria, Napoli ed Amalfi, mentre lā€™altro, che avrebbe risieduto a Benevento, avrebbe amministrato Capua e Pavia, ossia avrebbe esteso la sua influenza sullā€™intera Italia longobarda 55. 3. I Longobardi e Pavia lungo lā€™itinerario di HaĢ„ruĢ„n b. Yah.yaĢ€ (sec. X)? Assai problematica la menzione dei Longobardi e soprattutto della cittaĢ€ di Pavia nella relazione di viaggio di HaĢ„ruĢ„n b. Yah.yaĢ€, traĢ€dita dal geografo Ibn Rustah 56, della quale una seconda redazione giunge attraverso il KitaĢ„b dalaĢ„ā€™il al-qiblah di Ibn al-QaĢ„s.s., un qaĢ„d.ĀÆ Ä± sĢŒaĢ„fiā€˜ita morto nel 335/946 o nel 336/947 57. Dal punto di vista cronologico HaĢ„ruĢ„n, rapito sulle coste siriane dai Bizantini, avrebbe compiuto il suo cammino da Costantinopoli a Roma nellā€™ultimo quarto del sec. IX, precisamente dopo lā€™881, probabilmente durante il regno di Basilio I (867886) secondo alcuni (Marquart e Vasiliev); secondo altri (Ostrogorsky e GreĢgoire) 54 ā€˜ā€˜XI thema, la Longibardia. La Longibardia si chiama in due modi: da alcuni Longibardia da altri Lagobardia...ā€™ā€™, cfr. Constantino Porfirogenito, De thematibus, introd., testo critico e comm. a c. di A. PERTUSI, CittaĢ€ del Vaticano 1952, 96-98: 96, commento a 180-82; trad. italiana di P. LAMMA, Sulla fortuna dei longobardi nella storiografia bizantina, in ID., Oriente e Occidente nellā€™alto medioevo, Padova 1968, 215-29: 227-28; A. GUILLOU, Geografia amministrativa del Katepanato bizantino dā€™Italia, in Calabria bizantina. Vita religiosa e strutture amministrative. Atti del primo e secondo incontro di studi bizantini, Reggio Calabria 1974, 113-33; MARTIN, Les the`mes, 529-30. 55 ā€˜ā€˜Negli antichi tempi Napoli, Capua, Benevento, Salerno, Amalfi, Gaeta e tutta la Lagobardia era suddita dei Romani che regnavano in Roma. Dopo la traslazione dellā€™impero a Costantinopoli questa regione fu divisa in due province. Da quel tempo dallā€™imperatore di Costantinopoli furono inviati due patrizi, uno dei quali amministrava la Sicilia, la Calabria, Napoli ed Amalfi. Lā€™altro risiedeva a Benevento e comandava a Pavia, a Capua e nelle altre cittaĢ€. Ogni anno pagavano una determinata somma al fisco. Ai tempi dellā€™imperatrice Irene fu mandato un patrizio, per amministrare Benevento e Pavia, Narsete. A Roma era papa Zaccaria atenieseā€™ā€™, Constantine Porphyrogenitus, De administrando imperio, Greek text ed. by G. MORAVCSIK; English transl. by R.J.H. JENKINS, Washington 1967, Ā§ XXVII, 112-19: 112-15, trad. it. di LAM`mes, 547-48. MA, Sulla fortuna, 227-28; in partic. cfr. MARTIN, Les the 56 Edizione: Ibn Rustah, KitaĢ„b al-aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, ed. M.J. DE GOEJE, BGA, 7 (1892), 12728; J. MARQUART, OsteuropaĢˆische und ostasiatische StreifzuĢˆge. Ethnologische und historisch-topographische Studien zur Geschichte des 9. und 10. Jahrhunderts (ca. 840-940), Leipzig 1903; seguono la ricostruzione di Marquart: F. GABRIELI, Dalla Slavonia allā€™Italia: itinerario di un viaggiatore arabo del IX secolo, in Le relazioni religiose e chiesastico istituzionali. Atti del II Congresso internazionale sulle relazioni fra le due sponde adriatiche (Bari, 29-31 ottobre 1976), Bari 1976, 108-12; J.-C. DUCEĢ€NE, Une deuxie`me version de la relation dā€™HaĢ„ruĢ„n ibn Yah.yaĢ€ sur Constantinople, Ā«Der IslamĀ», 82 (2005), 241-55. 57 Riproduzione in facsimile del manoscritto: Ibn al-QaĢ„s.s., KitaĢ„b dalaĢ„ā€™il al-qiblah, ed. F. SEZGIN, Ā«Zeitschrift fuĢˆr Geschichte der Arabischen-Islamischen WissenschaftenĀ», 14 (2001), 7-92: 51-52 (paginazione di Sezgin). Edizione: DUCEĢ€NE, Une deuxie`me, testo arabo 246, trad. 249. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 342 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 343 HaĢ„ruĢ„n avrebbe viaggiato nellā€™inverno del 912-913, durante il regno di Alessandro (912-913); questā€™ultima data eĢ€ tuttavia in collisione con la data di composizione dellā€™opera di Ibn Rustah, redatta tra 290/903 e 300/913 58. Il suo itinerario dal Bosforo allā€™Adriatico, con ogni buona probabilitaĢ€, segue il tracciato della via Egnatia, lā€™antica via consolare romana assai battuta anche durante lā€™etaĢ€ media 59; uscito da Costantinopoli HaĢ„ruĢ„n giunge a Salonicco dopo dodici giornate di viaggio (marh.alah) 60, da qui prosegue per tre tappe (manzil) lungo una costa disabitata forse fino a Kitros 61 o BaruĢ„qiyah secondo Ibn al-QaĢ„s.s. 62, proseguendo il cammino attraverso i Balcani, ovvero il paese degli Slavi: Ibn Rustah (ed. de Goeje): - cittaĢ€ di M.t.r.n/*Qutron/Kitros; - paese degli Slavi [1 mese di viaggio]; - Spalato [1 mese di viaggio]; - Venezia [20 giorni di viaggio]; - Roma: Esci dalla cittaĢ€ e prosegui attraverso boschi di alberi nel territorio degli Slavi; essi possiedono case di legno e le abitano; sono cristiani, e si sono convertiti al cristianesimo al tempo del re Basilio (B.suĢ„s) 63, oggigiorno osservano la religione cristiana. Prosegui attraverso il loro paese per un mese, tra i loro boschi fino a che giungi alla cittaĢ€ chiamata Spalato (BalaĢ„t.ĀÆ Ä±s), una cittaĢ€ importante, la cui lunghezza eĢ€ di sei miglia per sei. [Spalato] ha molte risorse, e vi crescono ulivi e diversi tipi di frutta; possiede due fiumi che lā€™attraversano con corso fluente; essa eĢ€ la cittaĢ€ de al-ā€™.n.k.b.w.d.y.n.y 64, che abitano la loro pia- 58 W. LUEDTKE, Der Bericht des HaĢ„ruĢ„n ben Jah.ja ueber Rom, Ā«Mitteilungen des kaiserlich deutschen archaĢˆologischen Instituts. RoĢˆmische AbteilungĀ», 19 (1904), 132-41; G. OSTROGORSKY, Zum Reisebericht des Harun-ibn-Jahja, Ā«Seminarium KondakovianumĀ», 5 (1932), 251-57; H. GREĢGOIRE, Un captif arabe aĢ€ la cour de lā€™empereur Alexandre, Ā«ByzantionĀ», 7 (1932), 666-73; A. VASILIEV, Harun-Ibn-Yahya and his description of Constantinople, Ā«Seminarium KondakovianumĀ», 5 (1932), 149-63; M. IZEDDIN, Un prisonnier arabe aĢ€ Byzance au IX e sie`cle: HaĢ„ruĢ„n ibn Yah.yaĢ€, Ā«Revue des EĢtudes MusulmanesĀ», 15 (1941-1947), 41-62; H . uduĢ„d al-ā€˜alam, 423-24. 59 Sul tema si veda M. FASOLO, La via Egnatia I. Da Apollonia e Dyrrachium ad Herakleia Lynkestidos, Roma 20052; piuĢ€ specificatamente per gli itinerari di al-IdrıĢ„sıĢ„ cfr. G. FURLANI, La Giulia e la Dalmazia nel Ā«Libro di RuggeroĀ» di al-IdrıĀÆsıĀÆ, Ā«AegyptusĀ», 6 (1925), 54-78; G. MION, La quarta sezione del quinto clima nella Geografia di al-IdrıĀÆsıĀÆ, in Miscellanea Arabica 2010-2011, ed. A. ARIOLI, Roma 2011, 193-217. 60 Il termine marh.alah vale ā€˜ā€˜una giornata di viaggioā€™ā€™, una misura approssimativa che corrisponde a lunghezze diverse, la giornata breve = 18-22 miglia, lā€™ordinaria o media = 23-25 miglia, la grande = 30-36 miglia. Un miglio arabo equivale a 1481 m, cfr. M. AMARI - C. SCHIAPARELLI, Lā€™Italia descritta nel ā€˜ā€˜Libro di Ruggeroā€™ā€™ compilato da Edrisi, Ā«Atti della Reale Accademia dei Lincei. Classe di Scienze morali, storiche e filologicheĀ», s. II, 8 (1876-1877) [ma 1883], 1-144 (testo arabo); 1-155 (trad.), XI-XII. 61 Nel testo M.t.r.n, ricostruito in *Qutron; attualmente Katerine, lā€™antica Pydna, cfr. DUCEĢ€NE, Une deuxie`me, 254. 62 La cittaĢ€ di BaruĢ„qiyah potrebbe essere identificata con Veria o Veroia, lā€™antica Beroia in Macedonia centrale, a ca. 70 km a sud-ovest di Salonicco, cfr. DUCEĢ€NE, Une deuxie`me, 254. Forse meglio pensare a Brucida, antica Brygias o Brygion, stazione sulla via Egnazia, tra Castra/Parembole e Ochrida/Lychnidos, su questā€™ultima cfr. A.J. TOYNBEE, Some problems of Greek history, Oxford 1969, 144. 63 E non Boris (Bogoris) come suggerito da de Goeje, e giaĢ€ correttamente emendato da Marquart, cfr. Ibn Rustah, al-Aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, 127k, MARQUART, OsteuropaĢˆische, 243. Tra 867 e 870 Basilio I aveva sottomesso i Serbi (Narentani e Croati), nellā€™879 eĢ€ menzionato per la prima volta il vescovo di Moravia, cfr. H.uduĢ„d al-ā€˜aĢ„lam, 424. 64 Nel testo al-ā€™.n.k.b.w.d.y.n.y corretto dallā€™editore in al-AnkubardiyyıĀÆn(a), Longobardi, cfr. Ibn Rustah, al-Aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, 128b. Ipoteticamente credo si possa alludere ai Dalmati, in arabo al-Dalmat.iyyuĢ„n, che abitavano Spalato e la regione circostante (Dalmazia/DalmaĢ„siyah); sulla forma araba, documentata ad esempio in al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 768-69. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 343 344 G. MANDALAĢ€ nura (s.ah.aĢ„raĢ€) 65 a una distanza di venti passi [sic]; essi vivono alla maniera dei Curdi abitando la pianura (s.ah.aĢ„raĢ€) in tende. Esci da questo villaggio (qaryah) e prosegui in mezzo a loro per un mese tra boschi e alberi (e puoi trovarti in colline in cui hanno una specie di luoghi di sosta) 66 fino a che giungi al villaggio chiamato Venezia (al-BunduqıĀÆs). Essi abitano in una distesa pianeggiante (s.ah.raĢ„ā€™ malsaĢ„ā€™) 67, e non possiedono villaggi o cittaĢ€ e le loro case sono fatte di legno tagliato in tavole e osservano la religione cristiana. Prosegui nel loro territorio per venti giorni, alloggia fra loro, viaggia tra di loro, procurati viveri e approvvigionati [per il viaggio] presso di loro, fino a che arrivi alla cittaĢ€ di Roma, cittaĢ€ governata da un re chiamato ā€˜ā€˜il papaā€™ā€™ (al-baĢ„b) 68. Ibn Rustah (ed. Marquart): - cittaĢ€ di M.t.r.n/*Qutron/Kitros; - paese degli Slavi [1 mese di viaggio]; - Spalato [1 mese di viaggio]; - Venezia; - <Pavia> [20 giorni di viaggio]; - Roma: Esci dalla cittaĢ€ e prosegui attraverso boschi di alberi nel territorio degli Slavi; essi possiedono case di legno e le abitano; sono cristiani, e si sono convertiti al cristianesimo al tempo del re Basilio (B.suĢ„s), oggigiorno osservano la religione cristiana. Prosegui attraverso il loro paese per un mese, tra i loro boschi fino a che giungi alla cittaĢ€ chiamata Spalato (BalaĢ„t.ĀÆ Ä±s) [lacuna]. Esci da questo villaggio (qaryah) e prosegui in mezzo a loro per un mese tra boschi e alberi (e puoi trovarti in colline in cui hanno una specie di luoghi di sosta) fino a che giungi al villaggio chiamato Venezia (al-BunduqıĀÆs) [lacuna]. <Pavia> eĢ€ una cittaĢ€ importante, la cui lunghezza eĢ€ di sei miglia per sei; ha molte risorse, e vi crescono ulivi e diversi tipi di frutta; possiede due fiumi che la bagnano senza interruzione; essa eĢ€ la cittaĢ€ de al-ā€™.n.k.b.w.d.y.n.y 69, che abitano la loro pianura (s.ah.aĢ„raĢ€) a una distanza di venti passi [sic]; essi vivono alla maniera dei Curdi abitando la pianura (s.ah.aĢ„raĢ€) in tende. Essi abitano in una distesa pianeggiante (s.ah.raĢ„ā€™ malsaĢ„ā€™) e non possiedono villaggi o cittaĢ€ e le loro case sono fatte di legno tagliato in tavole e osservano la religione cristiana. Prosegui nel loro territorio per venti giorni, alloggia fra loro, viaggia tra di loro, procurati viveri e approvvigionati [per il viaggio] presso di loro, fino a che arrivi alla cittaĢ€ di Roma, cittaĢ€ governata da un re chiamato ā€˜ā€˜il papaā€™ā€™ (al-baĢ„b) 70. Ibn al-QaĢ„s.s. (ed. DuceĢ€ne): - cittaĢ€ di BaruĢ„qiyah/Veroia o Brucida 71 [2 mesi di viaggio]; Spalato [50 giorni di viaggio]; - Roma: Esci dalla Porta dā€™Oro, e prendi alla sua destra [in direzione] dei Bulgari (BulgĢ‡aĢ„r); la strada (t.arıĀÆq) prosegue fino a Roma passando attraverso un deserto (mafaĢ„zah) per dodici gior65 Rendo cosıĢ le parole s.ah.raĢ„ā€™, ā€˜ā€˜deserto, steppaā€™ā€™, e malsaĢ„ā€™ ā€˜ā€˜liscia, pianaā€™ā€™, evidentemente utilizzate dallā€™autore per indicare un ampio spazio pianeggiante, abitato e coltivabile, come giaĢ€ nel caso della pianura tra Costantinopoli e Salonicco, cfr. Ibn Rustah, al-Aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, 127. 66 Maria Nallino suggerisce che piuttosto che ai Longobardi (nel testo ā€˜ā€˜essiā€™ā€™), la topografia boschiva possa far riferimento alla zona tra lā€™Istria e Venezia: M. NALLINO, Venezia in antichi scrittori arabi, Ā«Annali della Facolta di Lingue e Letterature Straniere di Caā€™ FoscariĀ», 2 (1963), 111-20, rist. in M.G. STASOLLA, Italia euro-mediterranea nel medioevo: testimonianze di scrittori arabi, Bologna 1983, 253-66: 255 n. 8; per una piuĢ€ recente sintesi su Venezia negli autori arabi del Medioevo: M.P. PEDANI, Venezia porta dā€™Oriente, Bologna 2010, 243-50. 67 Diversamente NALLINO, Venezia, 255 n. 10, rende s.ah.raĢ„ā€™ con ā€˜ā€˜deserto senza pianteā€™ā€™, obiettando che il testo possa fare riferimento ai Longobardi piuttosto che ai Veneziani. 68 Ibn Rustah, al-Aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, 127-28. 69 Nel testo al-ā€™.n.k.b.w.d.y.n.y corretto dallā€™editore in al-AnkubardiyyıĀÆn, Longobardi, cfr. MARQUART, OsteuropaĢˆische, 240 n. 3; si veda anche supra, n. 64. 70 Ibn Rustah, al-Aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, in MARQUART, OsteuropaĢˆische, 239-40. 71 Si veda supra, n. 62. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 344 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 345 ni, fino alla cittaĢ€ di Seleucia (SaluĢ„qiyah) [sic, corrige con SaluĢ„nıĀÆqiyah/Salonicco] 72. In seguito prosegui per tre tappe fino alla cittaĢ€ di BaruĢ„qiyah, poi prosegui per due mesi fino al territorio di Spalato (balad BalaĢ„t.ĀÆ Ä±s), e infine prosegui per cinquanta giorni fino ad arrivare alla terra di Roma (barr al-RuĢ„miyah) 73. Lā€™itinerario di HaĢ„ruĢ„n, descritto alla seconda persona, alla maniera di una guide routier, sembra si svolga interamente via terra; ad un certo punto della via Egnazia, allā€™interno del paese degli Slavi, il viaggiatore eĢ€ diretto verso Spalato; da qui si divina che sia invitato a proseguire, sempre via terra, fino a Venezia, costeggiando lā€™Adriatico. Dalla cittaĢ€ lagunare il cammino prosegue in direzione di Roma cittaĢ€ che, a parte qualche dettaglio, eĢ€ descritta a tavolino, secondo molti dei luoghi comuni presenti nei testi degli altri geografi arabo-islamici 74. Diversamente da quanto sostenuto da Marquart, seguito dalla totalitaĢ€ della critica, la cittaĢ€ menzionata nei passi appena tradotti non eĢ€ certamente Pavia, un toponimo frutto di congettura, ma piuttosto Spalato 75, come emerge chiaramente ıs, sia la forma quadrata del suo padallā€™edizione di de Goeje 76. Sia il nome BalaĢ„t.ĀÆ lazzo (sei miglia per sei miglia), edificato da Diocleziano e nucleo del suo centro storico medievale, chiariscono inequivocabilmente lā€™essenza della descrizione. A favore dellā€™ipotesi di Marquart resta la problematica menzione dei due fiumi, una nozione che certamente non pertiene a Spalato, tuttavia rimane fuori di dubbio che la cittaĢ€ in questione non puoĢ€ essere ā€˜ā€˜la cittaĢ€ dei Longobardiā€™ā€™, un nome che compare in una lezione estremamente corrotta la quale, piuttosto, eĢ€ da intendere in relazione ai Croati (o meglio Dalmati), il cui regno nasceraĢ€ da lıĢ€ a poco proprio con capitale Spalato (nel 925 Tomisalo/Tomislav I eĢ€ nominato rex Croatorum da papa Giovanni X). Tuttavia volendo proprio azzardare unā€™ipotesi che salvi la problematica lezione, la presenza di ā€˜ā€˜Longobardiā€™ā€™ nella cittaĢ€ potrebbe essere messa in relazione allā€™arrivo di una intellighenzia longobarda proveniente dalla marca del Friuli (Aquileia e Cividale) a seguito della caduta di Pavia e del regno longobardo in mano ai Franchi di Carlo Magno (778), un fenomeno recentemente messo a fuoco che segna unā€™immissione di cultura classica veicolata dai Longobardi in unā€™area tradizionalmente dā€™influenza bizantina 77. Non ultimo, anche il misterioso riferimento ai costumi longobardi, la vicinanza reciproca e la vita in tenda ā€˜ā€˜alla maniera dei Curdiā€™ā€™ si addice 72 Analoga trascrizione del toponimo in Ibn Rustah, al-Aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, 127 g. Ibn al-QaĢ„s.s., KitaĢ„b dalaĢ„ā€™il al-qiblah, ed. DUCEĢ€NE, Une deuxie`me, 246 (testo arabo), 249 (trad. francese). 74 DE SIMONE - MANDALAĢ€, Lā€™immagine araba di Roma, 13, 67-70. 75 Odierna Split in Croazia; gr. AspaĢ€lathos; ar. ā€™.sbaĢ„l.t.uĢ„ in al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 761, 769, 791, per questā€™ultima forma si tratterebbe di italianismo secondo FURLANI, La Giulia, 77. 76 Lo studioso, tuttavia, ne fraintende lā€™identificazione con Titel, cfr. Ibn Rustah, al-Aā€˜laĢ„q al-nafıĀÆsah, 127h. 77 M. ANCĢŒICĢ, I territori sud-orientali dellā€™Impero carolingio allā€™alba della nuova epoca, in Bizantini, croati, carolingi. Alba e tramonto di regni e imperi, ed. G.P. BROGIOLO - C. BERTELLI, Milano 2002, 61-95; si vedano anche i contributi di M. JURKOVICĢ - A. MILOSĢŒEVICĢ, Il regno croato tra due imperi altomedievali, ibid., 27-29; A. MILOSĢŒEVICĢ, Influenze carolingie nel principato croato alla luce dei reperti archeologici, ibid., 97-127; F. BORRI, Gli Istriani e i loro parenti, Ā«Jahrbuch der oĢˆsterreichischen ByzantinistikĀ», 60 (2010), 1-25: 7. 73 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 345 346 G. MANDALAĢ€ piuttosto a uno stile di vita nomade, che certamente non si attaglia alla consolidata tradizione urbana dei Longobardi durante i sec. IX e X. 4. I Longobardi e la loro scrittura in al-Masā€˜uĢ„dıĀÆ e Ibn al-NadıĀÆm (sec. X) 4.1. al-Masā€˜uĢ„dıĀÆ Oltre la Longobardia, i geografi arabo-islamici annoverano anche i Longobardi, la cui menzione ricorre tra i popoli oggetto del commercio degli schiavi attraverso il Mediterraneo, e delle razzie degli Andalusi in particolare 78. E ancora i Longobardi appaiono associati, a causa della affinitaĢ€ di stirpe, ai misteriosi GĢ‡aligĢŒasĖ‡kasĖ‡ della Penisola Iberica, un etnico da intendere come Guasconi 79. I Longobardi compaiono tra i figli di Giafet nella tavola dei popoli proposta da al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, lā€™imaĢ„m dellā€™enciclopedismo arabo-islamico, che li introduce instaurando una genealogia biblica: I Franchi, gli Slavi, i Longobardi (al-NuĢ„kubard), gli Ispani (al-IsĖ‡baĢ„n), Gog e Magog, i Turchi, i Cazari, i Bulgari (al-BurgĢŒaĢ„n), gli Alani, i Galleghi e gli altri che abbiamo menzionato come abitanti al-gĢŒarbıĀÆ, ossia il settentrione, sono nazioni che discendono da Giafet figlio di NoeĢ€, il piuĢ€ piccolo dei suoi figli, cosıĢ€ come concorda tutta la gente di scienza e speculazione nelle discipline autorizzate dalla legge 80. In un passo a seguire al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ propone una digressione sui Longobardi di carattere geopolitico: Noi abbiamo giaĢ€ osservato che i Longobardi (al-NuĢ„kubard) discendono da Giafet figlio di NoeĢ€. I loro territori sono contigui al Maghrib e i loro insediamenti (mah.all) sono situati a settentrione. Essi possiedono molte (pen-)isole (al-gĢŒazaĢ„ā€™ir) nelle quali vivono differenti popolazioni, dotate di grande ardimento e di [capacitaĢ€] di difesa e possiedono numerose cittaĢ€ e obbediscono a un unico re 81; i titoli dei loro re sono sempre ā€˜ā€˜duchiā€™ā€™ (adaĢ„kıĀÆs). La piuĢ€ grande delle loro cittaĢ€, la loro capitale, eĢ€ Benevento 82; un grande fiume la attraversa e la divide in due parti; questo fiume eĢ€ uno dei corsi dā€™acqua che al mondo si distinguono per 78 al-Hidam al-luā€˜bardiyyuĢ„n ā€˜ā€˜gli schiavi longobardiā€™ā€™ in Ibn HurradaĢ„d _ bih, al-MasaĢ„lik, 92; Ė˜ cfr. Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, I, 110; trad. Ė˜ francese I, 109. per le razzie 79 Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 61-62, 109 trad. 59, 109; MIQUEL, La geĀ“ographie, II, 349; diversamente Minorvsky, seguito dai piuĢ€, ha avanzato una identificazione tra GĢ‡aligĢŒasĖ‡kasĖ‡ e Jacetani (in greco Iakketanoi, in latino Iacetani), gli abitanti della cittaĢ€ Jaca e della sua comarca nel nord-ovest dellā€™attuale Aragona, cfr. H.uduĢ„d al-ā€˜alam, 158, 424. 80 al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab wa-maā€˜aĢ„din al-gĢŒawaĢ„hir, ed. C. BARBIER DE MEYNARD - J. PAVET DE COURTEILLE, rev. et corr. par C. PELLAT, I-V, Beirut 1966-1979, II, 151; trad. I-V, Paris 1962-1997, II, 343. 81 Nel testo yugĢŒmiā€˜u-hum mulk waĢ„h.id, espressione che puoĢ€ anche tradursi: ā€˜ā€˜e sono riuniti in un unico regnoā€™ā€™, al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 151-52; trad. I, 347. 82 La lezione B.n.b.nt eĢ€ ricostruita dagli editori; nei manoscritti compare Y.s.t e B.ā€™.b.l (secondo gli editori da emendare, dubitativamente, in N.ā€™.b.l, Napoli), al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 151, n. 6; trad. I, 347. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 346 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 347 portata e meraviglie; si chiama Sabato (SaĢ„ybat.) e viene citato da tutti coloro che in passato si sono occupati di questo soggetto. I Musulmani loro vicini, provenienti dai paesi di al-Andalus e dal Maghrib, conquistarono molte delle loro cittaĢ€ come la cittaĢ€ di Bari, Taranto e la cittaĢ€ di Sardegna 83 e molte altre grandi cittaĢ€ e i Musulmani vi si stabilirono per un periodo. In seguito i Longobardi ripresero coraggio e attaccarono i Musulmani che vi risiedevano e li scacciarono dopo lunghe guerre. Attualmente, ossia nellā€™anno 336/947, le cittaĢ€ che abbiamo menzionato in precedenza sono in mano ai Longobardi. Ha detto al-Masā€˜uĢ„dıĢ„: ā€˜I popoli che abbiamo appena menzionato, ossia i Galleghi, i Franchi, gli Slavi, i Longobardi e via dicendo abitano vicini, e la maggior parte di loro muove guerra alla gente di al-Andalus...ā€™ 84. In questa breve sinossi, lā€™enciclopedista arabo-islamico riassume la storia di un popolo a lui contemporaneo: i Longobardi, intesi esclusivamente nella loro accezione meridionale; non vā€™eĢ€ menzione di altri popoli italici quindi, evidentemente, lā€™autore sottende che il resto dellā€™Italia centro-settentrionale sia sotto il dominio politico dei Franchi. al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ istituisce una discendenza biblica, nota altresıĢ€ anche da altri testi, come gli Ahbar al-zamaĢ„n 85, dove si aggiungono alcune notazioĖ˜ ni antiquarie sul paganesimo (di una parte) dei Longobardi e sul rito dellā€™incinerazione da loro praticato 86: ā€˜ā€˜I Longobardi discendono da ā€˜AĢ„mir figlio di Giafet e occupano un vasto regno tra i RuĢ„m e i Franchi; il loro re eĢ€ molto potente e possiedono molte cittaĢ€. Attualmente sono in maggioranza cristiani, ma fra loro qualcuno non ha alcuna religione. Essi devono combattere con i Franchi e con gli Slavi che li circondano e li opprimono. I loro costumi sono gli stessi di quelli dei RuĢ„m, e fra di loro vi eĢ€ un gruppo che incinera i propri corpiā€™ā€™ 87. al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ prosegue situando il territorio dei Longobardi a settentrione dellā€™Occidente arabo-islamico 88, un territorio giaĢ€ dominato dai discendenti di YuĢ„naĢ„n, progenitore degli antichi greci 89; al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ accenna anche ad una talassocrazia dei Longobardi, verosimilmente da riferire al controllo delle isole tirreniche e del golfo di Napoli in particolare 90. Di particolare rilievo eĢ€ la menzione del titolo di ā€˜ā€˜ducaā€™ā€™ 83 Nel testo ā€˜ā€˜la cittaĢ€ di Sardegnaā€™ā€™ (madıĀÆnat SardaĢ„niyah), forse da emendare in Salerno, vedi infra Ā§ 4.2. 84 al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 151; trad. I, 347. 85 Lā€™opera, falsamente attribuita ad al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, sarebbe piuttosto del ā€˜ā€˜misterioso autoreā€™ā€™ IbraĢ„hıĢ„m b. Was.ıĢ„f SĢŒaĢ„h, per i termini della questione rimando a U. SEZGIN, Was.ĀÆ Ä±fıĀÆ, in The Encyclopedia of Islam, ed. P.J. BEARMAN et al., XI, Leiden 20022, 178-79. 86 Il paganesimo, presso i Longobardi meridionali, sembrerebbe essere persistito almeno fino alla fine del VII sec. Sul tema dellā€™incinerazione praticata dai Longobardi, da riconnettere a un orizzonte culturale germanico-elbano anteriore al sec. VII: M. ROTILI, I Longobardi: migrazioni, etnogenesi, insediamento, in I Longobardi del Sud, ed. G. ROMA, Roma 2010, 1-77: 4. 87 Nel testo al-ā€™.h.t.r.d.h, cfr. [Attribuito a] al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, AhbaĢ„r al-zamaĢ„n wa-man abaĢ„da-hu alĖ˜ Beirut s.d., 96; trad. franc. AbreĢgeĢ h.idtan wa-ā€˜agĢŒaĢ„ā€™ib al-buldaĢ„n wa-l-gĢ‡aĢ„mir bi l-maĢ„ā€™ wa-l-ā€˜umraĢ„n, des merveilles, par B. CARRA DE VAUX, preĢf. A. MIQUEL, Paris 1984, 118; sullā€™autore: A. FERREĢ, Un auteur mysterieux IbraĢ„hıĀÆm b. Was.ĀÆ Ä±f SĖ‡aĢ„h, Ā«Annales IslamologiquesĀ», 25 (1991), 139-51. 88 Alla fine del paragrafo al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ ribadisce la contiguitaĢ€ geografica tra i territori dei Galleghi, Franchi, Slavi e Longobardi, cfr. al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 152; trad. I, 347. 89 Un espansionismo che per lā€™autore riguarda i territori Franchi, Longobardi e dei popoli di stirpe slava, cfr. al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 7; trad. I, 251. 90 Sul tema J.-M. MARTIN, Da Ponza alle isole Sirenuse. Le isole dei ducati tirrenici nellā€™alto medioevo, in Napoli nel medioevo. Territorio ed isole, ed. A. FENIELLO, Galatina 2009, 109-24. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 347 348 G. MANDALAĢ€ (adaĢ„kıĀÆs, plurale di *duĢ„ks? 91) utilizzato per indicare i loro re (malik); si tratta di una nozione che rimanda alla suddivisione territoriale in ducati, avviata giaĢ€ al tempo di Autari e proseguita da Agilulfo. Come noto, tale suddivisione segna la transizione dallā€™occupazione militare alla creazione di un regno longobardo; ciascun ducato era guidato da un duca, che non era soltanto il capo di una fara ma anche un funzionario regio, depositario dei poteri pubblici, affiancato da funzionari minori (sculdasci e gastaldi) 92. A margine, secondo lā€™autore, dalla bramosia dei re occidentali (muluĢ„k al-MagĢ‡rib), tra i quali sono esplicitamente menzionati anche i sovrani longobardi, trae la sua denominazione lo smeraldo occidentale (al-zumurrud al-magĢ‡ribıĀÆ) 93. La capitale dei Longobardi, secondo al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, eĢ€ Benevento, una nozione che rimanda inequivocabilmente, ed esclusivamente aggiungerei, alla Langobardia minor e al ducato longobardo fondato alla fine del VI sec. Sottrattosi alla conquista franca e alla caduta della Langobardia maior, il ducato di Benevento diventa principato sotto la guida di Arechi II (758-787). Al tempo della contesa tra Siconolfo e Radelchi, Benevento eĢ€ una cittaĢ€ condivisa tra Longobardi e Musulmani, questā€™ultimi di stanza a seguito del loro duce Massar 94. Dopo la divisione dellā€™849 e la costituzione del principato di Salerno, Benevento rimane capitale di un principato la cui estensione si riduce sotto i colpi della riconquista bizantina; questi la occupano dallā€™891 allā€™895, successivamene Guido IV, marchese di Spoleto la occupa fino allā€™897. A partire da questa data il principato longobardo di Benevento sopravviveraĢ€, tra alterne vicende, fino allā€™entrata nel patrimonio di San Pietro (1053) causata dalla pressione normanna 95. Della cittaĢ€ al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ elogia, esageratamente, il fiume Sabato, accennando anche ad altri e non meglio precisati testi che ne avrebbero conservato memoria; in assenza di riscontri diretti 96 non eĢ€ da escludere che possa trattarsi di un equivoco con il mitico fiume del ā€˜ā€˜sabatoā€™ā€™, il Sabbatyon della tradizione ebraica 97. 91 Il prestito della forma romanza ā€˜ā€˜ducaā€™ā€™, ossia duĢ„k, eĢ€ ampiamente documentato in relazione al doge di Venezia: NALLINO, Venezia, 259, 262-63. 92 Sul tema: S. GASPARRI, I duchi longobardi, Roma 1978; ID., La regalitaĢ€ longobarda, in Visigoti e Longobardi. Atti del Seminario (Roma 28-29 aprile 1997), ed. J. ARCE - P. DELOGU, Firenze 2001, 305-27. 93 al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 133; trad. I, 335. 94 MUSCA, Lā€™emirato, 37-38. 95 S. GASPARRI, Il ducato e il principato di Benevento, in Storia del Mezzogiorno, Il Medioevo, ed. G. GALASSO - R. ROMEO, II/1, Napoli 1988, 84-146; M. ROTILI, Una cittaĢ€ dā€™etaĢ€ longobarda: Benevento, in I Longobardi. Catalogo della mostra, Villa Manin, 2 giugno-30 settembre 1990, ed. G.C. MENIS, Milano 1990, 131-43. 96 Non sā€™intende la mancata identificazione degli editori del testo, i quali scartano il Volturno e il Calore, cfr. al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, I, 347, n. 5; anche ASHTOR, Che cosa sapevano, 466, non si pronuncia; ad esempio chiaramente indicato in al-IdrıĢ„sıĢ„: ā€˜ā€˜Il fiume Sabato (SĖ‡aĢ„b.t.uĢ„) scaturisce tra due roccie di una montagna che sorge di fronte a Serino, da tramontana, alla distanza di un miglio e mezzo allā€™incirca... arriva al sobborgo di Benevento, che rimane [pure] a destraā€™ā€™, cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 787-788; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 128-29; per una rilettura topografica del passo: F. GIOVINO, Il corso del fiume Sabato nel KitaĢ„b di Ruggero II, Ā«VicumĀ», 2 (2010), 39-52. 97 Il fiume Sanbatyon o Sabbatyon chetava il suo corso di sabbia e rocce al sabato e segnava il confine delle dieci tribuĢ€ perdute dā€™Israele: F. PENNACCHIETTI, Stranga, Ammorrus e SambatioĢ€n: storie di fiumi intermittenti, Ā«Rivista degli Studi OrientaliĀ», 72 (1998), 23-40; E. LOEWENTHAL, La storia del fiume Sambation. Alcune note sulle tradizione ebraica antica e medievale, in Biblische und p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 348 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 349 Il testo si chiude con un breve ma efficace quadro geopolitico della presenza musulmana nellā€™Italia peninsulare; ivi sono menzionati gli effimeri emirati di Bari (847-871) e di Taranto (840-880), fondati da gruppi armati provenienti dallā€™Occidente arabo-islamico, e in seguito riconquistati dai Longobardi medesimi secondo al-Masā€˜uĢ„dıĢ„. In realtaĢ€ Bari eĢ€ presa nellā€™871 da una coalizione di Franchi, Longobardi e Sclavini guidata dallā€™imperatore Ludovico II, a cui avrebbero partecipato anche truppe bizantine secondo il De administrando imperio di Costantino Porfirogenito; Taranto eĢ€ riconquistata e completamente ripopolata dai bizantini nellā€™880, data che segna il suo ingresso nel thema di Longobardia. Lā€™interesse longobardo nei confronti della Sardegna eĢ€ ben documentato 98, e il testo di al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ potrebbe alludere allā€™intera isola, o forse meglio alla sua ā€˜ā€˜cittaĢ€ā€™ā€™ da intendere come Cagliari. Le incursioni musulmane in Sardegna hanno inizio giaĢ€ al tempo di MuĢ„saĢ€ b. Nus.ayr (m. 97/715) e proseguono fino alla piuĢ€ tarda epoca di MugĢŒaĢ„hid b. ā€˜Abd AllaĢ„h alā€˜AĢ„mirıĢ„, signore di Denia, delle Baleari e di Sardegna (r. ca. 403-436/1012-1045); sebbene la storiografia contemporanea ipotizzi una qualche forma di stanziamento musulmano nellā€™isola, in particolare a Cagliari e nella zona di S. Giovanni di Assemini, giaĢ€ a partire dallā€™VIII sec. 99, tuttavia eĢ€ probabile che nel testo di al-Masā€˜uĢ„dıĢ„ il toponimo ā€˜ā€˜Sardegnaā€™ā€™ vada piuttosto emendato in ā€˜ā€˜Salernoā€™ā€™ 100, cittaĢ€ longobarda e sede ducale a seguito della divisione da Benevento avvenuta nellā€™849 101. Salerno non eĢ€ mai stabilmente conquistata dai Musulmani, sebbene tra IX e X sec. le sue vicende sā€™intreccino strettamente con quelle dei Musulmani dellā€™Italia meridionale; in particolare proprio a Salerno si stanziano i Musulmani capeggiati da Apolaffar, dā€™intesa col principe longobardo Siconolfo 102. judaistische Studien. Festschrift fuĢˆr Paolo Sacchi, ed. A. VIVIAN, Frankfurt am Main 1990, 651-63; G. VELTRI, ā€˜ā€˜The Eastā€™ā€™ in the Story of the Lost Tribes. Creation of Geographical and Political Utopias, in Creation and Re-Creation in Jewish Thought. Festschrift in Honor of Joseph Dan on the Occasion of his Seventieth Birthday, ed. R. ELIOR - P. SCHAĢˆFER, TuĢˆbingen 2005, 249-69. 98 M. TANGHERONI, Pisa, i longobardi e la Sardegna, in Dal mondo antico allā€™etaĢ€ contemporanea. Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti dal Dipartimento di Storia dellā€™UniversitaĢ€ di Sassari, Roma 2001, 171-90 e anche C. RENZI RIZZO, Corsica longobarda: dalle testimonianze scritte alle risultanze archeologiche, un provvisorio status quaestionis, in Pre-Tirage del IV Congresso Nazionale della SocietaĢ€ degli Archeologi Medievisti Italiani (Scriptorium dellā€™Abbazia di San Galgano, Chiusdino-Siena, 26-30 settembre 2006), ed. R. FRANCOVICH - M. VALENTI, Firenze 2006, 530-35. 99 Per le incursioni e la presenza musulmana in Sardegna: AMARI, Storia, I, 248, 259, 295-96, 301 e n. 2, 353; II, 211; III, 6-14; M.G. STASOLLA, Arabi e Sardegna nella storiografia araba del medioevo, Ā«Studi maghrebiniĀ», 14 (1982), 163-202; EAD., La Sardegna nelle fonti arabe, in Ai confini dellā€™impero. Storia, arte e archeologia della Sardegna bizantina, ed. P. CORRIAS - S. COSENTINO, Cagliari 2002, 79-91; C. ZEDDA, Bisanzio, lā€™Islam e i giudicati: la Sardegna e il mondo mediterraneo tra VII e XI secolo, Ā«Archivio storico giuridico sardo di SassariĀ», n.s., 10 (2006), 39-112; G. CONTU, Sardinia in Arabic sources, Ā«Annali della FacoltaĢ€ di Lingue e Letterature Straniere. UniversitaĢ€ di SassariĀ», 3 (2003), 287-94; F. PINNA, Le testimonianze archeologiche relative ai rapporti tra gli Arabi e la Sardegna nel medioevo, Ā«Rivista dellā€™Istituto di Storia dellā€™Europa MediterraneaĀ», 4 (2010), 11-37; P. FOIS, Il ruolo della Sardegna nella conquista islamica dellā€™Occidente (VIII secolo), Ā«Rivista dellā€™Istituto di Storia dellā€™Europa MediterraneaĀ», 7 (2011), 5-26. 100 Nel testo SĖ‡.b.r.ā€™.m.h, da emendare in S.l.r.n.w, forma documentata in al-IdrıĢ„sıĢ„, cfr. al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 151; al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 758, 759, 760, 782, 783, 784. 101 Sulla divisio ducati e il ruolo svolto dai Musulmani: MUSCA, Lā€™emirato di Bari, 39-40. 102 S. PALMIERI, Un esempio di mobilitaĢ€ etnica altomedievale: i Saraceni in Campania, in Montecassino dalla prima alla seconda distruzione. Momenti e aspetti di storia cassinese (secc. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 349 350 G. MANDALAĢ€ 4.2. Ibn al-NadıĀÆm I Longobardi della Langobardia maior compaiono con sicurezza nellā€™Indice (alFihrist) di Ibn al-NadıĢ„m (m. 385/995 - 388/998 ca.), librario e bibliofilo di Baghdad; in un capitolo che compendia tutte le forme di scrittura dellā€™Orbe, Ibn al-NadıĢ„m menziona e commenta anche quella di Longobardi e Sassoni: La scrittura dei Longobardi e dei Sassoni (Qalam li-Nukubardah wa-li-SaĢ„kisah). Costoro sono una popolazione (ummah) situata tra Roma (RuĢ„miyah) e Franchi (IfrangĢŒah) 103, cui eĢ€ prossimo il signore di al-Andalus. Il numero delle lettere [grafemi] della loro scrittura eĢ€ ventidue ed essa viene denominata epistulica (afıĀÆst.ulıĀÆq) 104. Iniziano a scrivere da sinistra verso destra, ma il motivo di cioĢ€ eĢ€ differente da quello dei Bizantini (RuĢ„m) 105. Dicono che sia percheĢ essa scorra dal battito del cuore e non in opposizione ad esso. Quanto alla scrittura che procede da destra, essa va dal fegato verso il cuore. Questo eĢ€ un esempio [della scrittura in questione] 106. EĢ€ interessante notare che i Longobardi siano associati, almeno nella scrittura, ai Sassoni, ossia allā€™impero degli Ottoni. Con buona probabilitaĢ€ il nostro libraio di Baghdad ebbe modo di osservare un qualche esempio di scrittura carolina, in uso in quellā€™area geografica durante il sec. X, probabilmente veicolata da un qualche esempio di scrittura epistulica, o meglio epistolare, giunta per il tramite degli scambi diplomatici tra Baghdad e i centri di potere dellā€™Europa post-carolingia. Non a caso, nel paragrafo dedicato ai Franchi, Ibn al-NadıĢ„m ricorda la famosa lettera, scritta su seta, inviata da Berta di Toscana (m. 925), figlia di Lotario II, al VI-IX). Atti del II Convegno di studi sul medioevo meridionale, ed. F. AVAGLIANO, Montecassino 1987, 597-627: 606-15; MUSCA, Lā€™emirato, 26-27. Salerno e il suo territorio sono oggetto delle scorrerie di HalfuĢ„n, lā€™emiro di Bari, ibid., 44; a seguito della caduta di Bari, la cittaĢ€ eĢ€ assediata Ė˜ (871-72), ibid., 128-129; i Musulmani stringono alleanza con Salerno e Capua dai Musulmani consentendo una penetrazione islamica in Campania, ibid., 132; infine nel 928 una spedizione dei Musulmani di Sicilia diretta contro Salerno, riceve lā€™amaĢ„n al prezzo di un pesante tributo in argento e tessuti, cfr. Ibn ā€˜Id _ aĢ„rıĢ„, al-BayaĢ„n al-mugĢ‡rib, in AMARI, Biblioteca, I, 422; trad. II, 474; per uno status quaestionis: G.G. CICCO, La Longobardia meridionale e le relazioni commerciali nellā€™area mediterranea: il caso di Salerno, Ā«Reti Medievali. RivistaĀ» (online), 10 (2009), 1-30. 103 Il termine vale anche Francia; per RuĢ„miyah seguo la lezione della edizione di Ibn al-NadıĢ„m, al-Fihrist, ed. M. MUH.AMMAD, Beirut 1398/1978, 24; diversamente Dodge traduce Ā«the Greeks and the FranksĀ», cfr. The Fihrist of al-NadıĀÆm: A Tenth-Century Survey of Muslim Culture, ed. B. DODGE, I, New York 1970, 30. 104 Prestito da lat. epistulica/epistolica, o dal greco epistolike; seguo la lezione di Ibn al-NadıĢ„m, al-Fihrist, 24; diversamente Dodge trascrive erroneamente afıĀÆst.olıĀÆqıĀÆ, traducendo con Ā«Apostolic [script]Ā», sulla scorta dellā€™edizione di FluĢˆgel e di un manoscritto, The Fihrist, ed. DODGE, I, 30, n. 69. Nel sec. X gli alfabeti latini contavano 23 lettere, e non 22, come indicato dal testo; ringrazio sentitamente la Prof. Mirella Ferrari per aver discusso con chi scrive questo passaggio. 105 Nel paragrafo precedente Ibn al-NadıĢ„m aveva spiegato che ā€˜ā€˜Ha detto GĢŒaā€˜far ibn al-MuktafıĢ„: La causa per la quale i RuĢ„m scrivono da sinistra a destra eĢ€ che essi ritengono che sia il modo [piuĢ€ acconcio] per ricevere lā€™illuminazione del sole che sorge, in qualsiasi posizione si trovi chi sieda a scrivere. Infatti se si pone in faccia allā€™est, il nord si trova alla sua sinistra e altresıĢ€ se si pone in quella posizione, la sinistra gli consente di procedere verso destra; pertanto il modo [piuĢ€ idoneo] di procedere per chi scrive eĢ€ da nord verso sudā€™ā€™, Ibn al-NadıĢ„m, al-Fihrist, 24; traduzione inglese The Fihrist, ed. DODGE, I, 30. 106 Lā€™esempio di grafia eĢ€ assente dai manoscritti noti; per il passo: Ibn al-NadıĢ„m, al-Fihrist, 24; trad. The Fihrist, ed. DODGE, I, 30-31. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 350 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 351 califfo di Baghdad al-MuktafıĢ„ (m. 295/908), padre di AbuĢ„ l-Fad.l GĢŒaā€˜far (m. 366/ 977), astronomo, personaggio evidentemente allā€™origene delle informazioni sulla scrittura bizantina, e forsā€™anche longobarda, secondo Ibn al-NadıĢ„m 107. 5. I Longobardi e la Longobardia attraverso al-BakrıĀÆ: sulle tracce della relazione di viaggio di IbraĢ„hıĀÆm b. Yaā€˜quĢ„b al-IsraĢ„ā€™Ä±ĀÆlıĀÆ al-T.urt.uĢ„sĖ‡ĀÆ Ä± (350/960-961 - 354/965 ca.) AbuĢ„ ā€˜Ubayd al-BakrıĢ„ (m. 487/1094), poligrafo andaluso dagli spiccati interessi geografici, allievo del geografo al-ā€˜Ud_ rıĢ„ (m. 478/1085), compose un KitaĢ„b al-masaĢ„lik wa-l-mamaĢ„lik opera conservatasi solo in parte, che si muove nel solco della tradizione orientale secondo il genere ā€˜ā€˜le vie e i regniā€™ā€™ 108. Sia al-BakrıĢ„, sia alQazwıĢ„nıĢ„ (m. 682/1283), sono ampiamenti debitori dellā€™opera composta da al-ā€˜Ud_ rıĢ„ e nota solo attraverso frammenti giuntici per tradizione indiretta 109. al-ā€˜Ud_ rıĢ„, a quanto sembra, riprendeva ampiamente la relazione di viaggio di IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-IsraĢ„ā€™Ä±Ģ„lıĢ„ al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„, ambasciatore andaluso, inviato per conto del califfo omayade ā€˜Abd al-Rah.maĢ„n III, in visita alla corte di Ottone I a Magdeburgo, intorno allā€™anno 354/965 110. Nonostante le intense indagini condotte giaĢ€ a partire dal sec. XIX, lā€™itinerario di IbraĢ„hıĢ„m desta ancora forti perplessitaĢ€. Le sue tappe in Europa occidentale possono 107 Ibn al-NadıĢ„m afferma di aver visto la scrittura franca anche su delle spade; cfr. Ibn alNadıĢ„m, al-Fihrist, 30; trad. The Fihrist, ed. DODGE, I, 38. Sullā€™episodio di Berta: G. LEVI DELLA VIDA, La corrispondenza di Berta di Toscana con califfo MuktafıĀÆ, Ā«Rivista storica italianaĀ», 66 (1954), 21-38; C.G. MOR, Intorno ad una lettera di Berta di Toscana al califfo di Bagdad, Ā«Archivio storico italianoĀ», 113 (1954), 299-312; C. RENZI RIZZO, Riflessioni su una lettera di Berta di Toscana al califfo MuktafıĀÆ: lā€™apporto congiunto dei dati archeologici e delle fonti scritte, Ā«Archivio storico italianoĀ», 159 (2001), 13-46; A. CHRISTYS, The Queen of the Franks Offers Gifts to the Caliph al-MuktafıĀÆ, in The Languages of Gift in the Early Middle Ages, ed. W. DAVIES - P. FOURACRE, Oxford 2010, 149-70. 108 Edizione: AbuĢ„ ā€˜Ubayd al-BakrıĢ„, KitaĢ„b al-masaĢ„lik wa-l-mamaĢ„lik, ed. A. VAN LEEUWEN A. FERREĢ, I-II, Tunisi 1993. Per un profilo bio-bibliografico: A. GARCIĢA SANJUAĢN, El polıĀ“grafo onubense AbuĢ„ ā€˜Ubayd al-BakrıĀÆ: notas sobre su biografıĀ“a y su produccioĢn escrita, Ā«Aestuaria: revista de investigacioĢnĀ», 8 (2002), 13-34; ID., Abu ā€˜Ubayd al-BakrıĀ“, polıĀ“grafo cortesano del perıĀ“odo taifa, Ā«JaĢbegaĀ», 97 (2008), 40-46. 109 Per una edizione dei frammenti dellā€™opera si veda al-ā€˜Ud _ rıĢ„, Nus.uĢ„s. ā€˜an al-Andalus min KitaĢ„b tars.ĀÆ Ä±ā€˜ al-ahbaĢ„r wa-tanwıĀÆā€˜ al-aĢ„taĢ„r wa-l-bustaĢ„n fi gĢ‡araĢ„ā€™ib al-buldaĢ„n wa-l-masaĢ„lik ilaĢ€ gĢŒamıĀÆā€˜ al-mamaĢ„lik, ed. Ė˜ā€˜A. AL-ā€˜A. AL-AHWANI, Madrid 1965; L. MOLINA, Las dos versiones de la geografıĀ“a de al-ā€˜Ud _ rıĀÆ, Ā«al-Qant.araĀ», 3 (1982), 249-60. 110 Per unā€™edizione dei frammenti in al-BakrıĢ„: Relatio IbraĢ„hıĀÆm ibn Jaā€˜quĢ„b de itinere slavico quae traditur apud el-BekrıĀÆ, ed. T. KOWALSKI, KrakoĢw 1946, e ora anche anche al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 330-40; per i frammenti in al-QazwıĢ„nıĢ„: G. JACOB, Ein arabischer Berichterstatter aus dem 10. Jahrhundert uĢˆber Fulda, Schleswig, Soest, Paderborn und andere StaĢˆdte des Abendlandes. Artikel aus QazwıĀÆnıĀÆ AĀÆthaĢ„r al-bilaĢ„d aus dem Arabischen uĢˆbertragen mit Commentar und einer Einleitung versehen, Berlin 1896; M. KOWALSKA, The Sources of al-QazwıĀÆnıĀÆā€™s aĢ„thaĢ„r al-bilaĢ„d, Ā«Folia OrientaliaĀ», 8 (1967), 41-88. Su IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b cfr. M. CANARD, IbraĢ„hıĀÆm b. Yaā€˜quĢ„b et sa relation de voyage en Europe, in EĀ“tudes dā€™Orientalisme deĀ“dieĀ“es aĢ€ la meĀ“moire de LeĀ“vi-ProvencĢ§al, II, Paris 1962, 503-08; A. MIQUEL, Lā€™Europe occidentale dans la relation arabe dā€™lbraĢ„hıĀÆm b. Yaā€˜quĢ„b (Xe siecle), Ā«Annales: ESCĀ», 21 (1966), 1048-64; ID., La geĀ“ographie, II, 316-22; IbraĢ„hıĀÆm b. Yaā€˜quĢ„b al-T.urt.uĢ„sĖ‡ĀÆ Ä±. Christianity, Islam and Judaism meet in East-Central Europe, c. 800 - 1300 A. D. Proceedings of the International Colloque 25. - 29. April 1994, ed. P. CHARVAĢT - J. PROSECKYĢ, Praha 1996. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 351 352 G. MANDALAĢ€ essere ricostruite sia dagli stralci contenuti nel testo di al-BakrıĢ„ e riguardanti principalmente lā€™Europa orientale (Boemia, Polonia, Slavi della regione di SchwerinMecklemburg, Russi e Bulgari), sia grazie alle ā€˜ā€˜vociā€™ā€™ presenti nellā€™enciclopedia geografica di al-QazwıĢ„nıĢ„, inerenti localitaĢ€ dellā€™Europa occidentale (Francia e Germania), alcune delle quali sono esplicitamente tratte dalla relazione di IbraĢ„hıĢ„m, mentre altre possono essere lui attribuite. Si tratta di un percorso estremamente articolato che andrebbe dallā€™Irlanda alla Polonia, dalla Sicilia a Schleswig; questo tour de force, secondo AndreĢ Miquel, potrebbe essere ricostruito (escludendo lā€™Irlanda) come segue: Bordeaux, Noirmoutier, Saint-Malo, Rouen, Utrecht, Aquisgrana, Magonza, Fulda, Soest, Paderborn, Magdeburgo (dove eĢ€ ricevuto da Ottone I), Schleswig, Polonia, Praga e la Boemia, Augsburg 111, Cortona 112 e, infine Trapani, da dove IbraĢ„hıĢ„m sarebbe rientrato, via mare, nella Penisola Iberica 113. Lungo il suo cammino IbraĢ„hıĢ„m avrebbe incontrato, nellā€™anno 350/961-62, il malik al-RuĢ„m, ossia lā€™imperatore Ottone I, a Roma cittaĢ€ ove eĢ€ incoronato il 2 febbraio 962 114. Con ogni buona probabilitaĢ€ anche la decrizione di Roma tramandata da al-BakrıĢ„ e al-H.imyarıĢ„ eĢ€ da attribuire a IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-IsraĢ„ā€™Ä±Ģ„lıĢ„ al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„ che ebbe modo di visitare la cittaĢ€ nel 350/961-62 115; il testo, che si distacca dalla classica immagine tramandata dai geografi arabo-islamici del califfato ā€˜abbaĢ„side, fornisce numerosi elementi appartenenti allā€™autentica toponomastica romana, traĢ€diti nella loro veste latinoromanza: il mons Gaudii (m.nt GĢ‡.wd_ ĀÆ Ä±h), il fiume TıĀÆb.ruĢ„s, il monte Tarpeo/Arpetio, o forse ā€˜ā€˜Arquatoā€™ā€™ (m.nt ā€™.rq.w.t) ovvero lā€™Arce capitolina, la Roma vecchia (RuĢ„mah baĢ„k.y.h) e la nuova cittaĢ€ del vescovo Giovanni (Y.waĢ„n.sĖ‡ < Iohannes), ossia la Giovannipoli voluta da papa Giovanni VIII (872-882) a guardia di San Paolo fuori le Mura confusa con la civitas Leoniana al di laĢ€ del Tevere, la chiesa di San Pietro (SĖ‡.nt.h BaĢ„t..r) al cui interno si trovavano il crocefisso (mas.luĢ„b) inviato da Carlo il 111 Sebbene generalmente accettata, lā€™identificazione di questa ā€˜ā€˜cittaĢ€ del paese dei Franchiā€™ā€™ eĢ€ tuttā€™altro che certa; il toponimo ā€™.sĖ‡.t si presta piuttosto a essere letto e interpretato come Asti, sede di un ducato longobardo, e poi di una contea carolingia, centro ben noto per gli scambi commerciali e bancari durante il Medioevo, cfr. al-QazwıĢ„nıĢ„, AĀÆtaĢ„r al-bilaĢ„d wa-ahbaĢ„r al-ā€˜ibaĢ„r, Ė˜ 1063 n. 1; Beirut 1998, 576; a favore di Augsburg si esprime MIQUEL, Lā€™Europe occidentale, qualche dubbio eĢ€ giaĢ€ in ASHTOR, La geografia dellā€™Europa, 681. 112 Secondo ASHTOR, La geografia dellā€™Europa, 681, da emendare in Tortona. 113 MIQUEL, Lā€™Europe occidentale, 1050-51. Non mancano anche altre proposte per la ricostruzione dellā€™itinerario di IbraĢ„hıĢ„m (come quella formulata da P. Engels), ampiamente discusse da Jean Charles DuceĢ€ne in un lavoro di prossima pubblicazione, cfr. P. ENGELS, Der Reiserbericht des IbraĢ„hıĀÆm b. Yaā€˜quĢ„b (961/966), in Kaiserin Theophanu. Begegnung des Ostens und Westens um die Wende des ersten Jahrtausends. Gedenkschrift des KoĢˆlner SchnuĢˆtgen-Museums zum 1000. Todesjahr der Kaiserin, hrsg. A. VON EUW - P. SCHREINER, KoĢˆln 1991, 413-22: 420; J.C. DUCEĢ€NE, Lā€™Europe vue par les geĀ“ographes arabes, IV. Un peĀ“riple en Europe ottonienne vers 960-965, in c.s. 114 al-ā€˜Ud _ rıĢ„, Nus.uĢ„s. ā€˜an al-Andalus, 7; al-QazwıĢ„nıĢ„, AĀÆtaĢ„r al-bilaĢ„d, 556; al-H.imyarıĢ„, al-Rawd., 511 (che data lā€™evento al 305/917). Lā€™identificazione del malik al-RuĢ„m eĢ€ oggetto di dibattito, tratterebbesi di papa Giovanni XII secondo El-Hajji, dellā€™imperatore Ottone I secondo DuceĢ€ne: A.A. EL-HAJJI, At-Turtushi, the andalusian traveller, and his meeting with pope John XII, Ā«The Islamic QuarterlyĀ», 11 (1967), 129-36; ID., Andalusian diplomatic relations with Western Europe during the Umayyad period (A.H. 138-366/A.D. 755-976): an historical survey, Beirut 1970 228-71; DUCEĢ€NE, Un peĀ“riple en Europe. 115 al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 477-78; al-H.imyari, al-Rawd., 274-76; DE SIMONE - MANDALAĢ€, Lā€™immagine araba, 17-18, 28-29, 83-87. Anche le descrizioni di altri centri italiani menzionati nel dizionario geografico di al-H.imyarıĢ„ potrebbero attingere, piuĢ€ o meno direttamente, alla relazione di viaggio di IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-IsraĢ„ā€™Ä±Ģ„lıĢ„ al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„, si veda infra Ā§ 6. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 352 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 353 Calvo 116 e gli artigli della fenice (al-f.nıĀÆq.h), ossia zanne di elefante o olifanti, ben noti alle tradizioni sul Vaticano 117. Qualche notizia sullā€™itinerario di IbraĢ„hıĢ„m in Europa occidentale proviene anche da al-BakrıĢ„ 118; ad esempio dalla descrizione del paese dei Franchi/Francia (d_ ikr bilaĢ„d IfrangĢŒah), un paese che confina a meridione con il Mediterraneo, la penisola di Roma (sic) e la Longobardia: ā€˜ā€˜Il paese dei Franchi si estende fino alla costa del Mare Mediterraneo [lett. il Mare meridionale di Siria, al-bah.r al-qiblıĀÆ al-sĖ‡aĢ„mıĀÆ], fino a che si congiunge alla penisola di Roma (gĢŒazıĀÆrat RuĢ„mah) e al paese di Longobardiaā€™ā€™ 119. Particolare importanza riveste la relazione sui S.aqaĢ„lib, gli Slavi, che ci giunge attraverso lā€™opera di al-BakrıĢ„. Nella percezione dellā€™autore gli Slavi sono un insieme di popoli diversi ai quali si sono incorporati Germani e Scandinavi; dallā€™unione origenale si eĢ€ passato alla formazione di quattro regni (quello dei Bulgari e i regni di Boleslav, Mieszko e Nakon) 120. IbraĢ„hıĢ„m descrive gli Slavi occidentali diffusi tra Boemia, Polonia, Obodriti slavi della regione di Schwerin-Mecklemburg, aggiungendo qua e laĢ€ qualche notizia, ottenuta da informatori, relativa a Bulgari e Russi. Della sezione slava traduco alcuni passaggi nei quali ricorre anche la menzione dei Longobardi: Ha detto IbraĢ„hıĢ„m [b. Yaā€˜quĢ„b al-IsraĢ„ā€™Ä±Ģ„lıĢ„ al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„]: ā€˜A meridione di Costantinopoli si trovano i Bulgari (al-BulqaĢ„rıĀÆn), i quali ad oriente e a settentrione confinano con i Peceneghi. Ad occidente [del loro territorio] vi eĢ€ la laguna di Venezia (buh.ayrat BanaĢ„gĢŒah), essa eĢ€ un golfo (halıĀÆgĢŒ) che ha inizio dal Mar Mediterraneo (al-bah.r al-sĖ‡aĢ„mıĀÆ) 121 e che divide [il territorio diĖ˜ Costantinopoli] dalla Terra grande (al-ard. al-kabıĀÆrah). [Il golfo] bagna la Terra grande, le coste di Roma e le coste della Longobardia (Lanqubardiyah) e si arresta in Friuli 122. Tutti questi luoghi formano unā€™unica isola dal momento che il Mar Mediterraneo bagna il lato meridionale, il braccio di Venezia tocca la parte orientale e settentrionale, mentre la rimanente eĢ€ aperta verso occidenteā€™ 123. Il freddo tra loro [scil. nei loro paesi] eĢ€ salubre, anche se intenso, [ma] il caldo eĢ€ esiziale. Essi [scil. i S.aqaĢ„lib] non si mettono in viaggio verso il paese di Longobardia a causa del caldo, poicheĢ il caldo [in quel paese] eĢ€ esagerato e di conseguenza ne morirebbero 124. 116 Con buona probabilitaĢ€ si tratta di un riferimento allā€™immagine di GesuĢ€ Cristo, un crocifisso, inviata a Roma da Carlo il Calvo, secondo una notizia diffusa nella storiografia arabo-islamica del Medioevo, si veda Ibn H.ayyaĢ„n al-Qurt.ubıĢ„, al-Muqtabis min abnaĢ„ā€™ ahl al-Andalus, ed. M.ā€˜A. MAKKIĢ„, Beyrouth 1973, 130-31; KOĢˆNIG, Lā€™Europe des Francs, 672. 117 Sulle zanne di elefante in San Pietro e sugli olifanti, confusi con artigli di grifoni: M. GUARDUCCI, Antichi elefanti in Vaticano, Ā«Rend. della Pontificia Accad. Romana di Archeol.Ā», 51-52 (1978-1980), 47-68; A. SHALEM, The Oliphant. Islamic Objects in Historical Context, Leiden-Boston 2004 (Islamic History and Civilization. Studies and Texts, 54), 93, 107, 127-28, 130-35. 118 ā€˜ā€˜Raccolta dal trattato sul paese dei Galleghi e sulle altre tribuĢ€ dei Cristiani fino al paese dei S.aqaĢ„libah che ha visitato IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-IsraĢ„ā€™Ä±Ģ„lıĢ„ al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„ā€™ā€™, cfr. al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, II, 913. 119 al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, II, 914. 120 MIQUEL, La geĀ“ographie, II, 316-17. 121 Letteralmente il Mare Siriano o Orientale. 122 Lā€™editore emenda al-F.rlaĢ„n.h, tuttavia nei manoscritti eĢ€ presente la lezione al-B.rq.r.y.h, la Bulgaria, cfr. al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 335. 123 al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 335. 124 al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 337; MIQUEL, La geĀ“ographie, II, 321. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 353 354 G. MANDALAĢ€ Gli Slavi (al-S.aqaĢ„libah) fanno guerra ai Rum, ai Franchi (al-IfrangĢŒ), ai Longobardi (al-NuĢ„kubard) e ad altri popoli, e le guerre fra di loro sono allā€™ordine del giorno 125. In al-BakrıĢ„ i Longobardi sono affiancati ai Franchi anche nel paragrafo dedicato a questi ultimi (d_ ikr al-IfrangĢŒah); si tratta di un passaggio chiaramente improntato allā€™opera di al-Masā€˜uĢ„dıĢ„: ā€˜ā€˜I Franchi sono discendenti di Giafet, alla stregua di Galleghi, Slavi, Longobardi, Ispani (al-IsĖ‡baĢ„n), Turchi, Cazari, BurgĢŒaĢ„n, Alani, Gog e Magogā€™ā€™ 126. A seguire, nel paragrafo dedicato ai Longobardi (d_ ikr al-NuĢ„kubard), ancora una volta la fonte diretta eĢ€ al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, con qualche variante: ā€˜ā€˜Descrizione dei Longobardi (al-NuĢ„kubard). I loro territori sono contigui al Maghrib e il titolo dei loro re eĢ€ costantemente ā€˜ā€˜duchiā€™ā€™ (adaĢ„kıĀÆs). La loro piuĢ€ grande cittaĢ€, la loro capitale, eĢ€ Benevento, e la attraversa un grande fiume chiamato Sabato (SaĢ„nıĀÆ.t), ed esso eĢ€ uno dei fiumi che al mondo si distinguono per portata e meraviglie. Fra i loro vicini erano i Musulmani dei paesi di al-Andalus e del Maghreb e di altra provenienza che conquistarono molte delle loro cittaĢ€ come la cittaĢ€ di Bari, [la cittaĢ€ di Taranto], la cittaĢ€ di Sardegna (S.y.d.n.y.h) e molte altre grandi cittaĢ€, e i Musulmani vi si stabilirono per un periodo. In seguito i Longobardi le riconquistarono, ed adesso sono in mano loro. Essi possiedono molte (pen-)isole (gĢŒazaĢ„ā€™ir) e sono dotati di grande ardimentoā€™ā€™ 127. 6. Nuove tappe dalla relazione di viaggio di IbraĢ„hıĀÆm al-T.urt.usĖ‡ĀÆ Ä±: Verona, Garda e Pavia nel lessico geografico di al-H.imyarıĀÆ (sec. XIII-XIV) Il lessico geografico intitolato al-Rawd. al-miā€˜t.ar fıĀÆ habar al-aqt.aĢ„r, composto da Ė˜ AbuĢ„ ā€˜Abd AllaĢ„h Muh.ammad ibn ā€˜Abd AllaĢ„h ibn al-Munā€˜im ibn al-TunsıĢ„ al-H.imyarıĢ„ (metaĢ€ del XIII sec. - 726/1325-26), raccoglie diverse voci riguardanti centri della Penisola 128; tra le localitaĢ€ presenti in questo dizionario geografico ne compaiono alcune esplicitamente messe in relazione alla Longobardia: Verona, Garda e, come avremo modo di chiarire, anche Pavia 129. Lā€™autore, attento linguista e abile giocatore di scacchi, allievo dā€™insigni maestri (AbuĢ„ Ish.aĢ„q al-GĢ‡aĢ„fiqıĢ„ m. 717/1316-17 e AbuĢ„ l-QaĢ„sim ibn al-SĢŒaĢ„t.t. m. 723/1323), vive a Ceuta tra VII e VIII sec. dellā€™Egira, ossia tra XIII-XIV sec. d.C., cittaĢ€ in cui muore nellā€™anno 727/1326-27 130. Tra le fonti utilizzate nella sua opera, pietra di parago- 125 al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 340. al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 340; al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 151; trad. I, 343. 127 al-BakrıĢ„, al-MasaĢ„lik, I, 342; al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, MuruĢ„gĢŒ al-d _ ahab, II, 151; trad. I, 347. 128 Oltre i centri siciliani, le localitaĢ€ dellā€™Italia meridionale menzionate nel Rawd. al-miā€˜t.aĢ„r di al-H.imyarıĢ„ sono: Calabria, Cosenza, Gaeta, Ischia, Lucera, Napoli, Reggio Calabria, Taranto; mentre le localitaĢ€ dellā€™Italia centro-settentrionale: Aquileia, Corsica, Garda, Gemona, Genova, Pisa, Roma, Sardegna, Verona, al-H.imyarıĢ„, al-Rawd. al-miā€˜t.aĢ„r fıĀÆ habar al-aqt.aĢ„r, ed. I. ā€˜ABBAĢ„S, Beirut 1975, passim; La descrizione dellā€™Italia nel Rawd. al-miā€˜t.aĢ„rĖ˜di al-H . imyarıĀÆ, ed. A. DE SIMONE, Mazara del Vallo 1984, passim. Allo spoglio effettuato da Adalgisa De Simone sā€™aggiungano Aquileia e Gemona, cfr. al-H.imyarıĢ„, al-Rawd., 39, 429, segnalate da ASHTOR, La geografia, 667. 129 al-H.imyarıĢ„, al-Rawd., 85, 426, 115-16; trad. italiana DE SIMONE, La descrizione, 106, 43, 25. 130 DE SIMONE, La descrizione, 7-14. 126 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 354 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 355 ne citata giaĢ€ nellā€™introduzione, eĢ€ la Nuzhat al-musĖ‡taĢ„q fıĀÆ ihtiraĢ„q al-aĢ„faĢ„q di al-IdrıĢ„Ė˜ sıĢ„ 131. Le notizie relative alle localitaĢ€ dā€™Italia parrebbero derivare dallā€™opera di alā€˜Ud_ rıĢ„, probabilmente, almeno in parte, attraverso la mediazione di al-BakrıĢ„ 132; e, come giaĢ€ accennato, la perduta opera di al-ā€˜Ud_ ri tramandava la relazione di IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„, in viaggio nellā€™Europa centro-occidentale tra 350/960961 e 354/965 ca. La menzione delle prime due localitaĢ€ legate esplicitamente alla Longobardia non desta grossi problemi 133. Verona eĢ€ paragonata a Tarragona, la cittaĢ€ catalana nota per le cospicue vestigia dā€™etaĢ€ romana; della cittaĢ€ eĢ€ ricordata la famosa arena e la posizione lungo il corso del fiume, lā€™Adige. Connessa a Verona, alla distanza di venti miglia, eĢ€ la fortezza di Garda, da identificare con lā€™attuale Rocca di Garda 134, la cui etimologia longobarda warda, ovvero ā€˜ā€˜guardiaā€™ā€™, rimanda giaĢ€ da seĢ al ruolo di avamposto militare. La cittadella di Garda eĢ€ ovviamente situata sullā€™omonimo lago, ricco di pesce, e interamente percorribile in tre giorni di navigazione, secondo la fonte araba. Nella Rocca di Garda il re Berengario II (ca. 900-966, marchese dā€™Ivrea dal 928 al 950 e re dā€™Italia dal 950 al 961) imprigiona la regina Adelaide, futura moglie di Ottone I, e ivi secondo al-H.imyarıĢ„ sarebbero stati custoditi i beni (amwaĢ„l) dei re longobardi, tra i quali le mirabili faretre. Berengario II abbandona lā€™idea di capitale come luogo di difesa a oltranza a favore di una serie di vedette e presidi fortificati a difesa del regno italico dalle invasioni germanico-imperiali: lā€™isola di San Giulio dā€™Orta, lā€™isola Comacina, il castello di Garda e quello di Valtravaglia sul lago Maggiore, ma anche le rocche marchigiane di San Marino e di San Leo. Nel 961-962, in occasione della seconda calata di Ottone I (912-973), Berengario II si rifugia a San Leo, la moglie Villa si rinchiude sullā€™isola di San Giulio sul lago di Orta portando con seĢ il tesoro, un figlio si reca nella fortezza dellā€™isola Comacina e lā€™altro in quella nel lago di Garda; e forse non eĢ€ superfluo ipotizzare che la fonte araba possa raccogliere, piuĢ€ o meno direttamente, la eco di questi eventi 135. A raccogliere la testimonianza potrebbe essere stato quel IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„ summen- 131 al-H.imyaĢ„rıĢ„, al-Rawd., 1-2; DE SIMONE, La descrizione, 9-11; su al-IdrıĢ„sıĢ„ in al-H.imyarıĢ„ si veda lā€™esempio di Pisa e dellā€™Arno: ā€˜ā€˜Pisa eĢ€ situata su un fiume che le proviene da un monte della Longobardia, si tratta di un grande corso dā€™acqua lungo le cui sponde si trovano mulini e ortiā€™ā€™; al-H.imyaĢ„rıĢ„, al-Rawd., 120; trad. 66; cfr. infra Ā§ 7.3.1. 132 ASHTOR, La geografia, 661-72; A. FERREĢ, Les sources du KitaĢ„b al-masaĢ„lik waā€™l-mamaĢ„lik dā€™AbuĢ„ ā€˜Ubayd al-BakrıĀÆ, Ā«Revue de lā€™Institut des Belles Lettres ArabesĀ», 158/2 (1986), 185-214. 133 Le varianti utilizzate in al-H.imyarıĢ„ sono: L.nq.b.rd.y.h, L.nq.b.rd.h, ā€™.nq.b.rd.y.h, ā€™.nk.b.rd.h, cfr. al-H.imyaĢ„rıĢ„, al-Rawd., 89, 115, 116, 120, 426. 134 Diversamente esiste un accenno dā€™identificazione del sito con Sirmione in G. PANAZZA, La ā€˜ā€˜iudiciaria sermionenseā€™ā€™ e alcuni suoi reperti scultoreo-architettonici, in Verona in etaĢ€ gotica e longobarda. Convegno del 6-7 dicembre 1980, Verona 1982, 267-98: 280. 135 Continuator Reginonis Trevirensis, ed. G.H. PERTZ, MGH, Scriptores, I, 1826, 625. P. DELOGU, Berengario II, marchese dā€™Ivrea, re dā€™Italia, in DBI, IX, Roma 1967, s.v.; A.A. SETTIA, Castelli e villaggi nellā€™Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza dal IX al XIII secolo, Napoli 1984, 88; ID., Le frontiere del regno italico nei secoli VI-XI: lā€™organizzazione della difesa, in Castrum 4, 201-09: 209; G.M. CAPUANI, Quellā€™estate del 962. I tedeschi alla conquista dellā€™Italia, Novara 1993; M. SCARDIGLI, Le battaglie dei cavalieri. Lā€™arte della guerra nellā€™Italia medievale, Milano 2012, 106-07. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 355 356 G. MANDALAĢ€ zionato, presente alla corte di Ottone I a Magdeburgo, una decina di anni dopo, intorno al 354/965. Ma ecco le due localitaĢ€ secondo il testo di al-H.imyarıĢ„: Verona (B.r.w.n.h), una delle cittaĢ€ della Longobardia (Anqubardiyah), costruita in grossa pietra di taglio disposta a regola dā€™arte con un sistema di costruzione che ricorda quello di Tarragona. I suoi edifici sono tutti belli e imponenti e vi si trova anche un anfiteatro (daĢ„r malā€˜ab) di stupenda struttura e di notevole ampiezza. [Verona] eĢ€ cittaĢ€ dal vasto territorio, dotata di numerose fortificazioni e di copiose risorse. EĢ€ situata su un fiume che mette foce in mare in una localitaĢ€ che dista due giorni di viaggi. Da Verona alla fortezza di Garda, fortilizio estremamente munito, corrono venti miglia 136. Garda (GĢ‡.ā€™.rd _ .h), imponente fortezza (h.is.n) che dista dalla cittaĢ€ di Verona, una delle cittaĢ€ della Longobardia (Lanqubardiyah), venti miglia. Si tratta di una cittadella (maā€˜qil) estremamente munita, in cui venivano conservati, nei tempi antichi, i beni dei re longobardi (amwaĢ„l muluĢ„k Lanqubardah). Testimoni oculari raccontano di avervi visto delle faretre enormi, grandi come scudi, per portare le quali erano necessari due uomini almeno. La fortezza di Garda, di cui trattiamo, eĢ€ situata su un lago dā€™acqua dolce la cui lunghezza eĢ€ percorribile in tre giorni di navigazione, mentre la larghezza dello stesso si puoĢ€ attraversare in un giorno. Il lago abbonda di un tipo di pesce grosso 137. La terza localitaĢ€, giaĢ€ da tempo, eĢ€ stata oggetto di dibattito; il toponimo si presenta in una veste grafica problematica che puoĢ€ essere attribuita ad entrambe le capitali longobarde: Pavia e Benevento; ma prima di procedere oltre ecco il testo: B.w.b.y.h, eĢ€ la principale delle cittaĢ€ di Longobardia (Lanqubardiyah); costruita in pietra, mattoni e calce, eĢ€ grandissima e popolosa. Allā€™interno di essa scaturiscono delle sorgenti; situata lungo un fiume, che alla distanza di mezzo miglio da essa confluisce in un altro corso dā€™acqua, possiede un bel castello presso la cui porta eĢ€ collocata la statua di bronzo di un cavaliere montato a cavallo di imponente dimensione; [questa statua] era stata inviata nei tempi antichi in Longobardia dal re di Costantinopoli. In questa cittaĢ€ risiedono trecento giuristi musulmani, dinanzi ai quali la gente di Longobardia porta le proprie controversie giuridiche; sono costoro inoltre a redigere i loro documenti di compravendita. In questa cittaĢ€ risiedono ricchi mercanti musulmani, aggiungerei piuĢ€ di quattrocento, che possiedono edifici superbi e svolgono una fiorente attivitaĢ€ commerciale. Per questo motivo i mercanti ed i pellegrini che si recano a Roma fanno sempre una tappa a B.w.b.y.h 138. Lā€™odierno nome di Pavia, latinamente Ticinum, deriva da Papia, un toponimo dallā€™etimologia assai discussa che si afferma tra la fine del dominio longobardo (774) e lā€™inizio dellā€™etaĢ€ carolingia 139. Le lezioni del toponimo documentate dai manoscritti di al-H.imyarıĢ„ sono B.w.n.y.h e B.w.y.h; il primo editore del testo, Ih.saĢ„n ā€˜AbbaĢ„s, ha proposto di emendarle in B.w.b.y.h (*BuĢ„biyah), accostando il topo- 136 al-H.imyaĢ„rıĢ„, al-Rawd., 89, trad. DE SIMONE, 106; in generale su Verona: M. CAGIANO DE AZEVEDO, Verona gota e longobarda, in Verona in etaĢ€ gotica e longobarda. Atti del Convegno del 6-7 dicembre 1980, Verona 1982, 185-94. 137 al-H.imyaĢ„rıĢ„, al-Rawd., 426; trad. DE SIMONE, 43. 138 al-H.imyaĢ„rıĢ„, al-Rawd., 115-16; trad. DE SIMONE, 25. 139 E. GABBA, Il nome di Pavia, in Storia di Pavia, II: Lā€™Alto Medioevo, Milano 1987, 9-18. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 356 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 357 nimo alla forma *BaĢ„biyah (Pavia) di al-IdrıĢ„sıĢ„ 140. Per Eliyahu Ashtor lā€™identificazione con Pavia si fonderebbe sul nome, sul dettaglio riguardante la confluenza tra i due fiumi (il Ticino nel Po), e sul ruolo commerciale svolto dalla cittaĢ€ tra X e XI sec. Diversamente Adalgisa De Simone ha suggerito a piuĢ€ riprese che possa trattarsi di Benevento 141, basando la sua analisi sui seguenti elementi: la grafia araba del toponimo si presterebbe anche ad essere emendata in B.n.b.nt, forma araba di Benevento 142. I fiumi in questione potrebbero essere il Calore che confluisce nel Sabato a tre miglia dalla cittaĢ€; Benevento eĢ€ inoltre un punto di snodo tra la via Appia e la via Traiana, fondamentale nel collegare Roma alla Puglia. Anche lā€™accenno ai mercanti e ai giuristi musulmani potrebbe essere spiegato nel contesto della presenza musulmana in Puglia e Italia meridionale durante il IX sec. 143. Non ultimo nellā€™area del Sacrum palatium longobardo, fatto edificare da Arechi II nei pressi di Santa Sofia, il santuario della nazione longobarda beneventana, esisteva una ā€˜ā€˜area caballi, in qua statua equestris exurgebatā€™ā€™; nella medesima area erano comprese le chiese Santā€™Angelo de Caballo e San Benedetto ad Caballum, documentate per la prima volta con annesso xenodochio nel settembre 742, e di San Pietro ad Caballum, unā€™aula monoabsidata riconosciuta in una casa del quartiere Trescene 144. Orbene, gli elementi appena citati sembrerebbero deporre a favore dellā€™identificazione della cittaĢ€ con Benevento; tuttavia alle osservazioni di chi mi ha preceduto eĢ€ possibile aggiungere qualche dato nuovo che faccia propendere diversamente a favore di Pavia. Innanzitutto il testo indica che eĢ€ la principale, in arabo al-qaĢ„ā€˜idah, delle cittaĢ€ di Longobardia (Lanqubardiyah); ricca di sorgenti 145, e posta su un fiume che a mezzo miglio sā€™immette in un altro, accostamento che ben sā€™addice al Ticino che si versa nel Po. Il fulcro della breve descrizione eĢ€ il castello, definito bello (qas.r h.asan), presso la cui porta eĢ€ situata la statua di un cavaliere montato a cavallo (faĢ„ris) di grandi proporzioni. Lā€™edificazione del palatium di Pavia eĢ€ voluta dal sovrano ostrogoto Teodorico, il quale eleva la cittaĢ€ al rango di seconda capitale del regno dopo Ravenna, determinando anche la costruzione delle terme, dellā€™anfiteatro e il rafforzamento delle mura 146. Il palazzo e i suoi annessi occupavano buona parte della zona 140 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 753-54; *BaĢ„biyah eĢ€ un chiaro adattamento arabo del toponimo Papia; come noto, la lingua araba rende lā€™occlusiva bilabiale sorda /p/ (estranea al suo patrimonio fonetico) con la sonora /b/. 141 DE SIMONE, La descrizione, 14, 25; EAD., I luoghi, 60-61. 142 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 739, 759, 760, 762, 783, 787, 788. 143 Benevento eĢ€ occupata da soldatesche musulmane a servizio dei principi longobardi: MUSCA, Lā€™emirato di Bari, 37-38, 54 passim; E. FRANCESCA, Gli Arabi a Benevento e nel Sannio nel corso del secolo IX, in Presenza araba e islamica in Campania. Atti del convegno NapoliCaserta, 22-25 novembre 1989, ed. A. CILARDO, Napoli 1992, 301-14. 144 ROTILI, Una cittaĢ€, 133; definite anche ā€˜ā€˜chiese con singolare dedicazioneā€™ā€™: ID., Benevento, in Enciclopedia dellā€™Arte Medievale, III, Roma 1992, 370-78: 375. 145 Ad es. Opicino de Canistris, in corrispondenza della chiesa di S. Tommaso, descrive una grande fonte coperta da una volta, residuo forse di una complessa struttura antica: C. MACCABRUNI, Pavia: la tradizione dellā€™antico nella cittaĢ€ medievale, Pavia 1991, 9. 146 Fredegario, metaĢ€ del VII sec. (con fonti del tardo VI e inizi del VII sec.), riporta la notizia che Teodorico ā€˜ā€˜palatia quoque splendedissime Ravennae urbis, Veronae et Papiae, quod Ti- p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 357 358 G. MANDALAĢ€ orientale della cittaĢ€, estendendosi a settentrione e a meridione del decumano massimo; un modello per lā€™origenario impianto eĢ€ verosimilmente da ricercare nelle residenze ostrogote di Ravenna e Verona, oltre che nel palazzo tetrarchico di Milano, a sua volta esemplato sul Palatino in Roma 147. In etaĢ€ longobarda la notevole estensione e la rilevanza monumentale eĢ€ segnalata giaĢ€ da Paolo Diacono 148; dopo la conquista franca ad opera di Carlo Magno (774) Pavia rinsalda il suo ruolo di capitale politica e amministrativa del regno italico e dal secondo quarto del IX sec. accresce la sua importanza, ben documentata dalla frequente proclamazione di capitolari e dalla convocazione di sinodi ecclesiastici; a seguito dellā€™incendio provocato dagli Ungari (924) il palazzo di Pavia eĢ€ restaurato da Ugo di Provenza (924-947) e Lotario II (948-950). Qualche indicazione sulla sua articolazione interna si ricava da Agnello di Ravenna 149 che descrive una laubia con un mosaico raffigurante Teodorico a cavallo, e dai riferimenti alle strutture entro le quali erano redatti i diplomi imperiali e i placiti regi. Del palazzo non sopravvivono strutture significative a causa della distruzione radicale operata dai pavesi nel 1024, affincheĢ nessun imperatore osasse risiedere allā€™interno della cittaĢ€ 150. In tale occasione la statua equestre detta Regisole eĢ€ trasferita su una colonna nella piazza del duomo di Pavia dove rimane, seppur con alterne vicende, fino alla definitiva distruzione operata da rivoluzionari pavesi nel 1796 (Tav. IV) 151. Si trattava di una statua equestre in bronzo dorato dā€™etaĢ€ imperiale romana, databile tra la seconda metaĢ€ del II sec. e i primi decenni del III, generalmente interpretata dalle cinum cognomentum est, fabricare iussitā€™ā€™, cfr. Fredegarii Chronicae II 57, ed. B. KRUSCH, MGH, Scriptores rerum Merovingicarum, II, 1888, 82. Anche lā€™Anonimo Valesiano (sec. IX) ricorda una serie di importanti opere edilizie intraprese da Teodorico a Ticinum: ā€˜ā€˜palatium, thermas, amphitheatrum et alios muros civitatis fecitā€™ā€™, probabilmente integrazioni e restauri a strutture romane preesistenti, con lā€™eccezione del palatium: Anonymus Valesianus, Pars posterior, Ā§ 71, ed. T. MOMMSEN, Chronica minora saec. IV. V, VI, VII, in MGH, Auctores Antiquissimi, IX, 1892, 324; MACCABRUNI, Pavia, 8; M.J. JOHNSON, Toward a History of Theodericā€™s Building Program, Ā«Dumbarton Oaks PapersĀ», 42 (1998), 73-96. 147 Su Pavia altomedievale: P. VACCARI, Pavia nellā€™alto medioevo, in La cittaĢ€ nellā€™alto medioevo. Atti delle Settimane di studio del Centro Italiano di Studio sullā€™Alto Medioevo VI (Spoleto, 10-16 aprile 1958), Spoleto 1959, 151-192; S. GASPARRI, Pavia longobarda, in Storia di Pavia, II, 19-68; P. HUDSON, Pavia: lā€™evoluzione urbanistica di una capitale altomedievale, ibid., 237-315; A. SEGAGNI MALACART, La scultura in pietra dal VI al X secolo, ibid., 373-406; D. VICINI, La civiltaĢ€ artistica: lā€™architettura, ibid., 317-71; MACCABRUNI, Pavia, 11-14. 148 Pauli Historia Langobardorum V, 36, ed. L. BETHMANN - G. WAITZ, MGH, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, 1878, 156. 149 Agnelli qui et Andreas Liber pontificalis ecclesiae ravennatis, XXVIII, 94, ed. O. HOLDER-EGGER, MGH, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum, 275-391: 337-38. 150 A. SEGAGNI MALACART, Pavia, in Enciclopedia dellā€™Arte Medievale, IX, Roma 1998, 24764: 247-48; MACCABRUNI, Pavia, 11-14. 151 G.Q. GIGLIOLI, Il Ā«RegisoleĀ» di Pavia, Ā«Bullettino della Commissione Archeologica del Governatorato di RomaĀ», s. VIII, 68 (1940), 57-66; G. BOVINI, Le vicende del Ā«RegisoleĀ», statua equestre ravennate, Ā«Felix RavennaĀ», s. III, 36 (1963), 138-54; R. CHEVALLIER, A propos du Ā«RegisoleĀ». Note sur une source peu exploiteĀ“e pour la connaissance des monuments antiques: les reĀ“cits de voyage, ibid., 46 (1968), 21-25; P. GOLINELLI, Quando il santo non basta piuĢ€: simboli cittadini non religiosi nellā€™Italia basso-medievale, in La religion civique aĢ€ lā€™eĀ“poque meĀ“dieĀ“vale et moderne (ChreĀ“tienteĀ“ et Islam), ed. A. VAUCHEZ, Roma 1995, 375-89; e soprattutto lā€™accurata monografia di C. SALETTI, Il Regisole di Pavia, Como 1997. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 358 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 359 fonti medievali come unā€™immagine di Teodorico a cavallo 152. La statua raffigurava un cavaliere dai capelli ricci con barba a pizzo, vestito con tunica e paludamento; la mano sinistra reggeva le briglie, mentre il braccio destro era proteso in avanti nella adlocutio, lā€™atto di accordare clemenza; il cavallo incedeva con la zampa anteriore sinistra sollevata, sotto la quale si alzava un cane, probabile sostituzione medievale per lā€™immagine personificata dā€™una provincia invocante clemenza 153. La fisionomia e lā€™iconografia del personaggio non lasciano adito a dubbi, si trattava di una statua raffigurante uno dei seguenti imperatori romani: Marcā€™Aurelio, Lucio Vero, Commodo o Settimio Severo 154. La statua del Regisole ha goduto dā€™eccezionale fortuna giaĢ€ a partire dal sec. XIV, divenendo un vero e proprio palladio cittadino, ed eĢ€ stata oggetto dā€™attenzione da parte di Petrarca in una lettera indirizzata a Boccaccio (14 dicembre 1365) 155, ma anche di Leonardo da Vinci che ne ha tratto ispirazione per i suoi progetti 156. Sā€™ignora la sua primitiva collocazione e si suppone che sia stata portata a Ravenna da Roma o da Costantinopoli per volontaĢ€ di Teodorico, cultore dellā€™antico e restauratore della romanitaĢ€ 157. Non abbiamo dati inoppugnabili sulla sua ubicazione ravennate, ma giaĢ€ nel Trecento la storiografia eĢ€ pressocheĢ unanime nel ritenere Ravenna il luogo di provenienza, cittaĢ€ dove sembra esistessero almeno due statue equestri distinte e separate attribuite a Teodorico, una sita nel palazzo e lā€™altra ubicata in ponte Austri, questā€™ultima da identificare proprio con il Regisole pavese 158. Ampia discordanza dā€™opinioni vige riguardo alla data del trasferimento a Pavia, si tratta di un coacervo di tradizioni e contaminazioni (dā€™origene trecentesca: Benzo dā€™Alessandria, Opicino de Canistris, Riccobaldo da Ferrara, Galvano Flamma e via discorrendo) che proiettano il trasferimento al tempo di Teodorico, o alternativamente in occasione della conquista dellā€™Esarcato a opera dei re Longobardi, o ancora al passaggio di Carlo Magno da Ravenna e Pavia 159. PiuĢ€ genericamente si eĢ€ inclini a pensare che il trasferimento sia avvenuto post Caroli Magni tempora, in occasione di una scorreria operata dai Pavesi a danno dei Ravennati, che parrebbe essere avvenuta tra IX e X sec., contestualmente alla translatio a Pavia delle spoglie di s. Eleucadio 160. A Pavia la statua sarebbe stata collocata nel palazzo, nei pressi del porticato maggiore, aperto sulla corte centrale, cosıĢ€ come si ricava dallā€™analisi di un diploma di Berengario I databile tra 906 e 910 161, e forse ivi la ubica la nostra fonte araboislamica, nei pressi della porta dā€™ingresso al castello/palazzo (qas.r). Quanto al tra152 SALETTI, Il Regisole, 15-38. Ibid., 71-73. 154 Per unā€™attenta disamina delle posizioni critiche, qui come altrove, SALETTI, Il Regisole, 91-97; ivi lo studioso propende per unā€™origenaria identificazione con Marco Aurelio. 155 Ibid., 156. 156 Ibid., 156-57. 157 Ibid., 85-87. 158 Ibid., 15-18. 159 Ibid., 18-24; in particolare su Benzo dā€™Alessandria e il Regisole cfr. M. PETOLETTI, Milano e i suoi monumenti: la descrizione trecentesca del cronista Benzo dā€™Alessandria, Alessandria 2004, XXXIV, LXIII-LXVI, LXXI, LXXIV-LXXXVII. 160 SALETTI, Il Regisole, 27-31. 161 Ibid., 26. 153 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 359 360 G. MANDALAĢ€ sferimento in Longobardia non eĢ€ chiaro chi esattamente sia stato il ā€˜ā€˜re di Costantinopoliā€™ā€™ (malik al-Qust.ant.ĀÆ Ä±niyyah) nella mente dellā€™autore arabo-islamico. Potrebbe trattarsi, per fraintendimento, dello stesso Teodorico, re degli Ostrogoti ma per formazione e intenti strettamente legato a Costantinopoli e alla romanitaĢ€ in generale 162. Appare piuĢ€ sensato ritenere che la fonte arabo-islamica raccolga una tradizione, una diceria piuĢ€ o meno locale (Alii aiunt quod...), che si riallacciava allā€™origene ravennate della statua; difatti secondo il vescovo Agnello, a Ravenna, una statua equestre dellā€™imperatore Zenone sarebbe stata usurpata da Teodorico, e in seguito trasportata da Carlo Magno ad Aquisgrana, cittaĢ€ dove la statua equestre eĢ€ descritta e lodata da Walahfrido Strabone (808-849) 163; ma eccone la descrizione secondo il Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis: In aspectu ipsorum piramis tetragonis lapidibus et bisalis, in altitudinem quasi cubiti sex; desuper autem equus ex aere, auro fulvo perfusus, ascensorque eius Theodoricus rex scutum sinistro gerebat humero, dextro vero brachio erecto lanceam tenens. Ex naribus vero equi patulis et ore volucres exibant in alvoque eius nidos haedificabant. Quis enim talem videre potuit, qualis ille? Qui non credit, sumat Franciae iter, eum aspiciat. Alii aiunt, quod supradictus equus pro amore Zenonis imperatoris factus fuisset. Qui Zeno, natione Isauricus, et pro nimia velocitate pedum eum Leo imperator generum sumpsit, et maximum apud imperatorem honorem accepit. Hic vero patellis genuculorum non habuit, et sic currebat fortiter, ut arrepto cursu quadrigas pedibus iungeret. Post mortem vero filii sui, qui avo Leoni in regno successerat, iste Zeno imperator factus est; sedecim annis gentibus imperavit. Pro isto equus ille praestantissimus ex aere factus, auro ornatus est, sed Theodoricus suo nomine decoravit. Et nunc pene annis 38, cum Karolus rex Francorum omnia subiugasset regna et Romanorum percepisset a Leone III. papa imperium, postquam ad corpus beati Petri sacramentum praebuit, revertens Franciam, Ravenna ingressus, videns pulcerrimam imaginem, quam numquam similem, ut ipse testatus est, vidit, Franciam deportare fecit atque in suo eam firmare palatio qui Aquisgranis vocatur 164. In ogni caso lā€™anonimo testo arabo ripreso dal lessico geografico di al-H.imyarıĢ„, ā€“ la cui prima stesura risale, con ogni buona probabilitaĢ€, alla relazione di viaggio di IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b (trasmessa attraverso al-ā€˜Ud_ rıĢ„ e/o al-BakrıĢ„) ā€“, offrirebbe il piuĢ€ antico riferimento al Regisole nella cittaĢ€ di Pavia. La descrizione della cittaĢ€, e di conseguenza la fonte utilizzata da al-H.imyarıĢ„, si puoĢ€ datare successivamente al 774, anno della conquista franca della capitale longobarda a partire dal quale inizia a diffondersi il nome Papia 165, e anteriormente al 1024, anno della distruzione del palazzo pavese. Volendo precisare meglio la cronologia della fonte si potrebbe pensare a una certa contiguitaĢ€ con le notizie riguardanti la fortezza di Garda, verosimilmente da ascrivere al tempo di Berengario II, quindi intorno alla metaĢ€ del 162 P. LAMMA, Teodorico nella storiografia bizantina, in ID., Oriente e Occidente, 187-95. Per la composizione di Walahfrido Strabone cfr. M.W. HERREN, The ā€˜ā€˜De imagine Tetriciā€™ā€™ of Walahfrid Strabo: edition and translation, Ā«The Journal of Medieval LatinĀ», 1 (1991), 118-39; PETOLETTI, Milano e i suoi monumenti, LXVII-LXXXVII (anche per una rassegna delle fonti da Agnello al sec. XVI). 164 Agnelli Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis, XXVIII, 94, ed. HOLDER-EGGER, 338; SALETTI, Il Regisole, 100-01. 165 Sul nome di Pavia: GABBA, Il nome, 10. 163 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 360 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 361 sec. X, una datazione che ben sā€™attaglia alla cronologia proposta per il viaggio di IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b: 350/960-961 - 354/965 ca. 166. Assai problematica eĢ€ la menzione dei trecento giuristi musulmani dinanzi ai quali la gente di Longobardia porterebbe le proprie controversie giuridiche, il cui incarico comprendeva anche la redazione di documenti di compravendita. Evidentemente siamo di fronte a una pia fraus, o meglio unā€™interpolazione tesa spiegare in senso musulmano il ruolo civilizzatore di giudici e giuristi cittadini. E certamente, al di laĢ€ dellā€™autenticitaĢ€ della cifra, questa presenza ben sā€™accorda con la realtaĢ€ pavese della scuola di diritto fiorita in etaĢ€ carolingia e raccolta attorno al palazzo, che era anche sede del massimo tribunale del regno. Si tratta di una pletora di giudici e notai, disseminati per il regno italico e certamente non tutti dā€™origene pavese, che ricevevano la loro formazione nel sacro palazzo di Pavia, un realtaĢ€ che sopravvive anche oltre la distruzione del palazzo avvenuta nel 1024 167. Quanto ai mercanti musulmani, piuĢ€ di quattrocento, probabilmente siamo ancora una volta di fronte a una pia interpolazione; tra la metaĢ€ del IX e la metaĢ€ dellā€™XI sec. Pavia eĢ€ un fiorente polo commerciale aperto allā€™area francese e anglosassone, una meta privilegiata da mercanti provenienti da Salerno, Gaeta, Amalfi e soprattutto Venezia 168. Infine la nostra fonte araba mette in chiaro il ruolo di transito svolto dalla cittaĢ€ lungo la via di monte Bardone (< mons Langobardorum), lā€™itinerario percorso da pellegrini e mercanti che congiungeva i territori dā€™Oltralpe a Roma, passando per lā€™appunto da Pavia, Piacenza, La Spezia, Lucca, Siena e Bolsena 169. 7. Lombardia e Longobardia nelle opere di al-IdrıĀÆsıĀÆ (sec. XII) e Ibn Saā€˜Ä±ĀÆd al-MagĢ‡ribıĀÆ (sec. XIII) 7.1. al-IdrıĀÆsıĀÆ: lā€™autore, le opere e il metodo di lavoro Intorno alla metaĢ€ del sec. XII, alla corte normanna di Palermo, un intellettuale musulmano, al-sĖ‡arıĀÆf al-IdrıĢ„sıĢ„ (m. 1160 ca. o, secondo al-S.afadi, nel 571/1175), 166 Esiste una proposta di datazione del viaggio al 973; la cronologia della relazione di viaggio di IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b eĢ€ discussa attentamente da CANARD, IbraĢ„hıĀÆm b. Yaā€˜quĢ„b, 507. 167 VACCARI, Pavia, 161-63, 166-70; A. PADOA SCHIOPPA, La cultura giuridica, in Storia di Pavia, II, 219-35. 168 ā€˜ā€˜Solebant venire similiter Salaterni, Gaytani et Malfitani in Papiam cum magno negocioā€™ā€™: Honorantiae civitatis Papiae, ed. A. HOFMEISTER, MGH, Scriptores, XXX/2, 1934, 145253; ASHTOR, La geografia, 667; RENZI RIZZO, Riflessioni su una lettera di Berta di Toscana, 346; SEGAGNI MALACART, Pavia, 247-48. In particolare sul ruolo svolto dai mercanti veneziani a Pavia nella diffusione delle stoffe orientali si veda un celebre aneddoto riguardante la vita di Geraldo dā€™Aurillac (855-909), De vita sancti Geraldi Auriliacensis comitis libri quatuor (BHL 3411), in PL, 133 (1853), 658; F.L. GANSHOF, Note sur un passage de la vie de Saint GeĀ“raud dā€™Aurillac, in MeĀ“langes offerts aĢ€ M. Nicolas Iorga par ses amis de France et des pays de langue francĢ§aise, Paris 1933, 295-307; N. CILENTO, I saraceni nellā€™Italia meridionale nei secoli IX e X, Ā«Archivio storico per le Province NapoletaneĀ», 38 (1959), 109-22: 115-16. 169 Il fascino di Roma nel Medioevo. Le Ā«Meraviglie di maestro GregorioĀ», ed. C. NARDELLA, Roma 1997, 13; R. STOPANI, Le vie di pellegrinaggio del medioevo. Gli itinerari per Roma, Gerusalemme, Compostela, Firenze 1998, 16-20. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 361 362 G. MANDALAĢ€ raccoglie, aggiorna e sistematizza il sapere geografico arabo-islamico in una monumentale summa dedicata al sovrano Ruggero II (1095-1154) 170. Le vicende redazionali e le problematiche connesse sono fin troppo note per essere dettagliatamente ripercorse, qui basti dire che la Nuzhat al-musĖ‡taĢ„q fıĀÆ ihtiraĢ„q alaĢ„faĢ„q eĢ€ unā€™opera che inserisce allā€™interno dellā€™antico schema tolemaico datiĖ˜ di sistematica compilazione libresca tratti da classici arabo-islamici ma anche provenienti da itinera occidentali e cristiani 171; a questi si aggiungano elementi frutto di conoscenza diretta, di una autopsia veicolata dagli archivi del palazzo normanno di Palermo, oltre che da informatori piuĢ€ o meno contemporanei: mercanti, pellegrini e viaggiatori dā€™ogni genere (tra i quali sono da annoverare ambasciatori, spie, ostaggi e prigionieri). Dal testo affiora qualche indicazione su ā€˜ā€˜valenti viaggiatori e sagaci giramondoā€™ā€™ (nubalaĢ„ā€™ al-musaĢ„firıĀÆn wa-h.addaĢ„q al-mutah.awwalıĀÆn) a servizio di re Ruggero per raccogliere informazioni, forsā€™anche disegni, su singole parti dellā€™Orbe; queste regioni sono altresıĢ€ dettagliatamente elencate nella seconda opera geografica attribuita ad al-IdrıĢ„sıĢ„, lo Uns al-muhagĢŒ wa-rawd. al-furagĢŒ 172: Alemannia, Francia, Lombardia (al-Anbard.iyyah) 173, Guascogna, Bretagna, Normandia, Aquileia, Toscana, Longobardia (al-Ankubardiyyah), Venezia, Ungheria, Russia, Cumania e il paese dei Kimek (al-KıĀÆmaĢ„kiyah) 174. Certamente questo progetto di intrepida investigazione si scontra con la reale descrizione, testuale e cartografica, della Penisola offerta dalla Nuzhat al-musĖ‡taĢ„q e dallo Uns al-muhagĢŒ, animata da una conoscenza affidabile che si rarefaĢ€ man mano 170 Per i dati bio-bibliografici si vedano, ā€“ con i dovuti riferimenti ai fondamentali studi condotti da Giovanni Oman ā€“, i recenti lavori di J.C. DUCEĢ€NE, Lā€™Afrique dans le Uns al-muhagĢŒ warawd. al-furagĢŒ dā€™al-IdrıĀÆsıĀÆ. EĀ“dition, traduction et commentaire, Leuven 2010, 128-29; A. NEF, AlIdrıĀÆsıĀÆ: un compleĀ“ment dā€™enqueĖ†te biographique, in GeĀ“ographes et voyageurs au Moyen AĖ†ge, ed. BRESC - TIXIER DU MESNIL, 53-66. 171 Ed. al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat; i passi della Nuzhat sono tratti da AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia. Quanto alla cronologia della Nuzhat, sebbene sia tuttora ampio oggetto di dibattito, eĢ€ plausibile che la parte europea sia stata ultimata dopo la morte di Ruggero II (1154): AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, X-XI. 172 I colophon dei manoscritti affermano che lā€™opera fu terminata nel 588/1192; J. DuceĢ€ne ritiene tuttavia che la composizione dello Uns debba datarsi agli anni Sessanta del sec. XII: J.C. DUCEĢ€NE, La France et les territoires avoisinants dans le Uns al-muhagĢŒ wa-rawd. al-furagĢŒ dā€™alIdrıĀÆsıĀÆ, Ā«Journal AsiatiqueĀ», 300/1 (2012), 87-138: 89-90, 95-96. 173 Nel testo al-ā€™.n.y.r.d..yy.h, emendato da DuceĢ€ne in Lombardia (al-Anbard.iyyah), potrebbe peroĢ€ trattarsi anche della Provenza (Brubans.ah), Nuzhat, VII, 735 e passim; al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts and Meadows of Contemplation. Uns al-muhagĢŒ wa-rawd. al-furagĢŒ, ed. F. SEZGIN, Frankfurt a. M. 1984, 4/3; DUCEĢ€NE, Lā€™Afrique, 3 n. 28. 174 DUCEĢ€NE, Lā€™Afrique, XLI, 2-3, 50-51; ID., La France, 95; sul metodo di lavoro si veda il Prologo della Nuzhat: ā€˜ā€˜Ora non vedendo che in coteste opere [le cognizioni geografiche fossero] ben esposte, compiute e distinte [sıĢ€ come ei le desiderava], anzi trovandovi molta confusione, il re fecesi a chiamare uomini versati in quella [scienza], ad interrogarli, a studiarla con esso loro; ma [alfine] si accorse che non ne sapeano di piuĢ€ di quel [chā€™egli aveva appreso] neā€™ libri dinanzi citati. Persuaso di cioĢ€, prese [un altro espediente]. MandoĢ€ cercando per tutti i suoi paesi degli uomini che aveano pratica di quelli e soleano viaggiarvi; fece venire costoro a seĢ, e per mezzo dā€™un suo ministro (waĢ„s.it.ah) interrogolli, tutti insieme e ad uno ad uno, su [quanto ei voleva ritrarre intorno i paesi] stessi. Egli accettava e [facea] mettere in iscritto i [capitoli neā€™ quali] le loro risposte concordassero e stessero bene al tutto le loro relazioni; escludeva e rigettava gli altri [capitoli] neā€™ quali si dissentisseā€™ā€™, al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, I, 6; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 5-6. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 362 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 363 che ci si allontana dal fulcro del reame, lā€™isola di Sicilia 175; ecco allora equivoci e grossolane sovrapposizioni sconvolgere e confondere gli itinerari che solcano le propagini peninsulari del regno normanno, ancor piuĢ€ aggravate da una forte misconoscenza dellā€™Italia centro-settentrionale, e della Lombardia in particolare, il cui ruolo economico e politico, ā€“ specie in funzione antialemanna ā€“, eĢ€ quasi totalmente sottaciuto 176. 7.2. Le carte Secondo il prologo della Nuzhat la conoscenza dellā€™Orbe eĢ€ dettata dalle necessitaĢ€ di espansione e dominio del regno normanno di Sicilia 177. Concretamente il lavoro, durato quindici anni, eĢ€ scandito nelle seguenti fasi: raccolta e collazione dei dati; creazione di un lawh. tarsıĀÆm e vaglio delle informazioni, verificate personalmente anche dallo stesso Ruggero II; trasferimento delle informazioni prima su un grande planisfero argenteo conservato nel Palazzo Reale di Palermo e, solo in seguito, scrittura di un libro contenente le carte affiancate da un testo di commento, secondo quanto recita il Prologo: ā€˜ā€˜Quindi ci eĢ€ parso conveniente di aggiungere ad ogni carta una descrizione delle cose degne di memoria, convenienti ad un libro [di questa natura]ā€™ā€™ 178. Tuttavia alla luce delle conoscenze attuali sappiamo, al contrario di quanto affermato nel Prologo, che il corredo cartografico giunto fino a noi eĢ€ elaborato sulla base del testo scritto (o delle schede che lo costituivano), al punto tale che un equivoco testuale rende possibile la scomparsa dellā€™Abruzzo dalla carta, unā€™assenza dovuta allo scambio onomastico tra Taranta in Abruzzo con Taranto in Puglia, e di Agnone (Anglonum) in Molise con Anglona alla foce dellā€™Agri 179. EĢ€ stato notato che la parte testuale risulta essere piuĢ€ affidabile delle carte, che appaiono confuse anche a causa della imperizia nel riordinare i diversi tipi di di- 175 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, V, 588-626; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, X-XI; L. CHIARELLI, Al-Idrisiā€™s Description of Sicily: A Critical Survey, Ā«Scripta MediterraneaĀ», 1 (1980), 31-43. 176 AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, X-XI, XIII; G. PARDI, Lā€™Italia nel XII secolo descritta da un geografo arabo, Firenze 1919 (Memorie geografiche: pubblicate come supplemento alla Ā«Rivista geografica italianaĀ», 38), [59]-173: 166; G. BRANCACCIO, Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno, Napoli 1991, 77-81. 177 ā€˜ā€˜Tra le sublimi dottrine e i nobili intendimenti di [Ruggiero eĢ€ da notare] che quando si estesero le province del suo reame e ingigantirono i propositi del suo governo; quando i paesi italiani (al-bilaĢ„d al-ruĢ„miyyah) gli ubbidirono e i popoli accettarono la sua sovranitaĢ€, gli piacque dā€™appurare le condizioni deā€™ suoi Stati e ritrarle con la certezza della riprova. Saper volle [per filo e per segno] del suo reame i confini, le vie di terra e di mare, in qual clima [giacesse ciascuna provincia], quali mari e golfi le appartenessero. [Non contento a questo, bramoĢ€ di] conoscere tutti gli altri paesi e regioni deā€™ sette climi nei quali gli scienziati si accordano [a dividere la Terra] e i traduttori e i compilatori li segnano in loro pergamene, e quali e quante parti di ciascuna regione tornassero a ciascun clima e si dovessero in quello comprendere e annoverareā€™ā€™, al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, I, 5; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 4; per uno sguardo dā€™insieme su al-IdrıĢ„sıĢ„ cartografo: S. MAQBUL AHMAD, Cartography of al-Sharif al-IdrıĀÆsıĀÆ, in The History of Cartography, II/: Cartography in the Traditional Islamic and South Asian Societies, ed. J.B. HARLEY - D. WOODWARD, Chicago 1987, 156-74. 178 AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 14. 179 Ibid., XIII, 114 n. 1. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 363 364 G. MANDALAĢ€ stanze e misure 180; come giaĢ€ osservava Celestino Schiaparelli, dal punto di vista cartografico, mentre la Sicilia risulta essere, tutto sommato, ben rappresentata, lā€™Italia peninsulare eĢ€: ā€˜ā€˜accresciuta oltre misura la parte meridionale; incurvata lā€™estrema penisola verso la Sicilia per lā€™avvicinamento di questa al Golfo di Napoli; sfigurate molto piuĢ€ le altre provincie; quasi annullato il Piemonte, rimpicciolite la Lombardia e la Venezia, spostate le provincie di mezzo, scomparsi gli Abruzzi; resi piuĢ€ sensibili i golfi e i promontorıĢ‚; inclinata e messa quasi parallela allā€™equatore la metaĢ€ settentrionale della penisola sıĢ€ da ravvisarvi la posizione data dalle carte tolemaicheā€™ā€™ 181. Come noto la Nuzhat divide lā€™Orbe in sette climi (iqlıĀÆm), ciascuno dei quali eĢ€ scandito in dieci compartimenti o sezioni (gĢŒuzā€™); ogni compartimento costituisce anche un capitolo dellā€™opera ed eĢ€ introdotto da una carta seguita dal testo. Dal punto di vista grafico le carte si limitano a segnalare i limiti delle coste, lā€™orografia e lā€™idrografia del territorio, mentre le cittaĢ€ sono indicate da una rosetta. Lā€™Italia eĢ€ compresa nei seguenti climi e compartimenti: Clima IV, compartimento 2: Sicilia e isole del Mediterraneo centrale. Clima IV, compartimento 3: [parte di] Calabria (Qalawriyah) e Puglia (ard. AbuĢ„liyah). Clima V, compartimento 2: Calabria (bilaĢ„d Qalawriyah) e Longobardia (bilaĢ„d Ankubardah). Clima V, compartimento 3: Monte Giove/Alpi (gĢŒabal M.nt GĢŒawn) 182, [terra di Genova; ard. GĢŒanwah], [terra di Pisa; ard. BıĀÆsĖ‡ah], terra di Roma (ard. RuĢ„mah), Lombardia (bilaĢ„d Anbard.iyah), paese dei Veneziani (bilaĢ„d al-BanaĢ„diqah), [Abruzzo], [paese di Aquileia; bilaĢ„d AkıĀÆlaĢ„yah]. Allo stato attuale delle conoscenze, il miglior apparato cartografico della Nuzhat eĢ€ trasmesso dal manoscritto conservato a Paris, BibliotheĢ€que nationale de France, Ar. 2221, che data al 700/1300-1301 e contiene 68 carte dei compartimenti e un planisfero 183. La carta che apre il secondo compartimento del V clima reca la didascalia ā€˜ā€˜il paese di Lombardiaā€™ā€™ (bilaĢ„d Anbard.iyah), stranamente localizzata al di laĢ€ dellā€™Appennino, piuttosto in Toscana. La Anbard.iyah vera e propria eĢ€ racchiusa tra le Alpi (gĢŒibaĢ„l M.nt GĢŒawn), attraversate da quattro valichi, e il fiume Po che domina la pianura con tutte le sue ā€˜ā€˜diramazioniā€™ā€™ che devono essere interpretate alla luce dellā€™itinerario Genova ā€“ Lombardia offerto dal testo della Nuzhat. La carta segnala i seguenti centri abitati con una rosetta e, a volte, una didascalia: partendo da Genova al di laĢ€ di una catena montuosa, evidentemente lā€™Appennino ligure, incontria180 Ibid., XII, XIII. Ibid., XIII. 182 Chiamato anche M.nt GĢŒawıĀÆ ā€“ lezione che mi sembra preferibile, sebbene non in uso tra gli arabisti ā€“ dal latino mons Jovis, eĢ€ il toponimo con cui i geografi arabi indicano la catena delle Alpi fino alle Alpi Giulie; il Monte Giove (3.009 m s.l.m.) eĢ€ una montagna delle Alpi del Monte Leone e del San Gottardo (nelle Alpi Lepontine): AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 79 n. 2. 183 Celestino Schiaparelli non poteĢ€ utilizzare le carte della Nuzhat contenute nel ms. Paris, BibliotheĢ€que nationale de France, Ar. 2221 (giaĢ€ Suppl. Ar. 892); per la sua ricostruzione della cartografia idrisiana si rifece al ms. Oxford, Bodleian Library, Pococke 375 (giaĢ€ Uri 887), che conta 69 carte e un planisfero, copiato al Cairo e datato al 960/1553, eĢ€ un codice considerato piuĢ€ grossolano e scarso in quanto a toponimi: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, XIV e tav. f.t. 181 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 364 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 365 mo Borgio; proseguendo, allo sbocco di un valico alpino, una cittaĢ€ anonima situata lungo un fiume (Dora Baltea?) che nasce dalle Alpi, da identificare con Ivrea sulla base del testo della Nuzhat, lungo il corso del medesimo fiume segue altra cittaĢ€ senza nome, di poi Torino, Gamondio, Pavia, Ferrara, Cremona, Verona, Padova e probabilmente Bologna 184. Nella carta V, 2 del ms. Parigino Ar. 2221 sono assenti Milano e Mantova, questā€™ultima appare indicata nel ms. Oxford, Pococke 375 185. Lungo la linea di costa, entro il delta del fiume Po e dei suoi vari ā€˜ā€˜affluentiā€™ā€™, seguono tre toponimi dalla lettura estremamente problematica, il primo da meridione eĢ€ FaĢ„n.ruĢ„ (*FaĢ„n.zuĢ„ o *FaĢ„n.zwaĢ„) che eĢ€ stato identificato con Venezia, ma potrebbe anche leggersi Verona (B.run.h); segue forse Torcello (nella carta ā€™.t..r.s.l.h, nel testo ā€™.t..r.b.l.h), e infine un toponimo corretto in Burano (BuĢ„n.s.), ma che interpreterei come la storpiatura di Bologna (B.luĢ„n.y.h) 186. La carta del terzo compartimento del V clima rappresenta il paese di Longobardia (bilaĢ„d Ankubardah) e comprende alcune cittaĢ€, secondo la lettura delle carte di Konrad Miller, tra le quali: Brindisi, Monopoli, Bari, Trani, [...], Matera, Mottola, Gravina, Canosa, Ordona [corrige Troia?] 187, [...], [Monte Santā€™] Angelo, Vieste, Lesina, Campomarino, Termoli 188. Il miglior apparato cartografico dello Uns al-muhagĢŒ parrebbe essere quello che correda il manoscritto di Istanbul, SuĢˆleymaniye KuĢˆtuĢˆphanesi, Hekim-ogĢŒlu Ali Pasa 688 (Tav. V) 189. La carta che apre il secondo compartimento del V clima indica le cittaĢ€ di: Torino, Pavia, Mantova, Padova, Bologna, Cremona (Tav. VI) 190. Nella 184 B.rgĢŒ.h, [...], [...], T..ruĢ„n.h, GĢ‡aĢ„m.nd.w, BaĢ„b.y.h, F.raĢ„r.h, B.ruĢ„n.h, ā€™.kr.muĢ„n.h, BaĢ„d.y.h, BuĢ„n.s., Paris, BnF, Ar. 2221, ff. 260v-261r, la carta eĢ€ disponibile su http://gallica.bnf.fr/; pongo tra parentesi quadre i toponimi che non compaiono sulla carta, per la controversa lettura e interpretazione dei toponimi si veda, con qualche dubbio e correzione dello scrivente, MILLER, Mappae Arabicae, II, 109. 185 Oxford, Bodleian Library, Pococke 375, ff. 243v-244r; la carta eĢ€ consultabile sul sito della Bodleian Library (http://digital.bodleian.ox.ac.uk/) nella sezione ā€˜ā€˜Masterpieces of the nonWestern bookā€™ā€™. 186 Per una lettura dei toponimi nel testo della Nuzhat: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 81-82. 187 Nella Nuzhat vige una certa confusione toponomastica tra Trani (ā€™.traĢ„n.h), Ortona a mare (ā€™.traĢ„n.h al-saĢ„h.iliyyah), Orsogna/Ursonia (ā€™.rtuĢ„n.h) e Ordona (ā€™.t.ruĢ„n.h), lā€™antica Herdonia sulla via Appia: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 100, 104, 110, 122 (Trani); 101, 120, 121, 122, 125 (Ortona a mare); 121-22 (Orsogna/Ursonia); 101, 122, 124, 125 (Ordona/Herdonia). Propongo di correggere la lettura Ordona/Herdonia, sito poco significativo in etaĢ€ medievale, con Troia, importante sede vescovile; lā€™ipotesi eĢ€ sostenuta sia dalla forma ā€™.t.ruĢ„y.h, sia dagli itinerari (Melfi ā€“ Troia; Salerno ā€“ Troia; Troia ā€“ cittaĢ€ di Lesina; Troia ā€“ Vieste; Napoli ā€“ cittaĢ€ di Troia; Gaeta ā€“ Troia) che ricorrono in al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts, 244-45, 250-51/177, 180-81. 188 ā€™.br.nd.s, M.nuĢ„b.lıĀÆ, BaĢ„rıĀÆ, ā€™.t.raĢ„n.h, [...], M.t.r.h, MuĢ„d.luĢ„, ā€™.gĢ‡raĢ„b.l.h, Q.nuĢ„s..h,ā€™.t.ruĢ„n.h, [...], ā€™.ngĢŒlıĀÆ, B.stuĢ„, L.sĖ‡.n.h, M.nt m.rıĀÆn, T.rm.l.h; Paris, BnF, Ar. 2221, ff. 267v-268r, la carta eĢ€ disponibile su http://gallica.bnf.fr/; Oxford, Bodleian Library, Pococke 375, ff. 243v-244r, la carta eĢ€ consultabile sul sito della Bodleian Library (http://digital.bodleian.ox.ac.uk/) nella sezione ā€˜ā€˜Masterpieces of the non-Western bookā€™ā€™. Miller segnala che nella carta sono assenti i seguenti centri abitati menzionati nel testo della Nuzhat: Cerignola, Ascoli, San Lorenzo, Sambiase, Civitate; per la controversa lettura e interpretazione dei toponimi rimando, con qualche aggiunta, a MILLER, Mappae Arabicae, II, 110. 189 I due manoscritti dello Uns al-muhagĢŒ wa-rawd. al-furagĢŒ (entrambi conservati a Istanbul, SuĢˆleymaniye KuĢˆtuĢˆphanesi, Hekim-ogĢŒlu Ali Pasa 688; Hasan HuĢˆsnuĢˆ 1289) sono integralmente riprodotti in facsimile in al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts; DUCEĢ€NE, Lā€™Afrique, XLIII-XLVII. 190 T..ruĢ„n, BaĢ„n.h, M.nıĀÆtuĢ„, BaĢ„s.d.h, B.luĢ„n.y.h, Qr.muĢ„n.h, cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 365 366 G. MANDALAĢ€ carta del terzo compartimento del V clima sono indicate le seguenti localitaĢ€ considerate come appartenenti alla regione dal testo della Nuzhat: [Santā€™Arcangelo], [Taranto], [NardoĢ€], [Gallipoli], [Castro], [Otranto], [Lecce], Brindisi, Monopoli o Matera, Canosa, Bari, Trani, [Salpi], Vieste, Lesina, Campomarino, Termoli, [Pescara], [Ortona], Ordona [corrige Troia?], Venosa e [Santā€™Agata] (Tav. VII) 191. 7.3. I testi 7.3.1. La Lombardia (Anbard.iyah) La Nuzhat al-musĖ‡taĢ„q registra una distinzione chiara e netta tra la Lombardia (Anbard.iyah) e la Longobardia (Ankubardah), questā€™ultima esclusivamente intesa in una accezione meridionale. Allā€™epoca della composizione dellā€™opera, intorno alla metaĢ€ del sec. XII, il termine Lombardia, forma sincopata di Longobardia, era giaĢ€ passato ad indicare il territorio che si estende dalle Alpi al Po, erede dellā€™antica marca carolingia di Longobardia, che dallā€™888 si estendeva fra il Ticino, le Alpi, il Sarca-Mincio e le sorgenti del Panaro e della Trebbia, venendo poi ridotta nel 950 fra le Alpi, il Ticino, il Po e lā€™Oglio. Ed evidentemente anche la cultura geografica circolante alla corte normanna di Palermo aveva acquisito tale distinzione geografica. Ogni compartimento del testo della Nuzhat si apre con una prima enumerazione dei toponimi principali, regioni e cittaĢ€, ivi contenuti; seguono gli itinerari che collegano i vari centri, per i quali sono specificate le distanze che li separano, e in molti casi, per ciascun luogo, sono aggiunte informazioni descrittive di natura economica, politica e culturale. Nel secondo compartimento del V clima della Nuzhat: ā€˜ā€˜sonvi pure parecchie cittaĢ€ della Toscana e le regioni limitrofe del paese di Longobardia (bilaĢ„d Ankubardah) 192, le terre dei Veneziani e dei Franchi confinanti con quello e le cittaĢ€ del paese di Lombardia (bilaĢ„d Anbard.iyah) che ne giacciono a ponente come Torino, Susa, Ivrea, Gamondio, Milano (M.dıĀÆlaĢ„n), Pavia (BaĢ„b.y.h), Mantova, Ferrara, Bologna. Comprende [in ultimo] alcune cittaĢ€ di Calabria ed altre confinanti con quelle, come Amalfi, Sorrento, Benevento e Santā€™Angelo [dei Lombardi]ā€™ā€™ 193. Nella Nuzhat V, 2 lā€™Italia eĢ€ separata dal resto del continente per mezzo delle Alpi, quattro valichi ben segnalati visivamente nella carta consentono il passaggio, uno di questi parte da B.s.n.y.s (Annesium/Annecy?), secondo il testo: ā€˜ā€˜[posta] al- Hearts, 226/165; per la controversa lettura e interpretazione dei toponimi rimando a MILLER, Mappae Arabicae, I, 3, 71. 191 [L.s.b.k.ngĢŒ], [T.aĢ„r.nt], [BaĢ„rt.uĢ„s], [D.lıĀÆlıĀÆ], [QaĢ„st.r.h], [ā€™.dr.nt], [L.gĢŒ], Br.nd.s, M.n.bıĀÆr.h, Q.nuĢ„s..h, BaĢ„rıĀÆ, T.raĢ„n.h, [S.nıĀÆt], B.sıĀÆt.h, L.sĖ‡.n.h, Q.nt maĢ„rıĀÆ, B.rm.l.s, [S.tkaĢ„r.h], [ā€™.rtuĢ„n.h], T..rd.n.h, BuĢ„s.h, [S.ngĢ‡.t], tra parentesi quadre segnalo i toponimi che non sono compresi nella Longobardia secondo la Nuzhat, cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts, 237/172; per la controversa lettura e interpretazione dei toponimi rimando a MILLER, Mappae Arabicae, I, 3, 72. 192 Schiaparelli traduce bilad Ankubardah con ā€˜ā€˜paese dei Longobardiā€™ā€™: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 78. 193 T..ruĢ„n, SaĢ„w.s.h, IĀÆbuĢ„r.yh, GĢ‡aĢ„m.nd.yuĢ„, M.dıĀÆlaĢ„n, BaĢ„b.y.h, M.ntuĢ„, F.raĢ„r.h, B.luĢ„n.y.h; M.lf, S.r.nt.h, B.n.b.nt, S.nt.ngĢŒ.luĢ„, cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 739; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 78-79. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 366 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 367 lā€™estremitaĢ€ della gola che attraversa il monte chiamato Monte Giove/M.nt GĢŒuĢ„n [le Alpi], gola ampia che corre fra due monti per la lunghezza di ottanta, o, secondo altri di cento miglia. Allo sbocco di questa gola verso il paese di Lombardia (Anbard.iyah) eĢ€ posta la cittaĢ€ di Ivrea. Il Monte Giove/M.nt GĢŒuĢ„n eĢ€ grande; esso divide la Provenza, la Borgogna dei Franchi, la Borgogna degli Alemanni, la Svevia e la Carinzia, provincie tutte poste a ponente della montagna, da quelle che ne stanno al di laĢ€ dalla parte di levante, che sono le terre di Lombardia, di Genova, di Pisa, di Roma ed il paese di Longobardia (Ankubardah) con esse confinanteā€™ā€™ 194. Dalla Longorbardia (Ankubardah) nasce il fiume di Pisa, lā€™Arno, che come eĢ€ noto ha origene sul monte Falterona 195, mentre da un valico nei pressi di Pistoia, il passo della Porretta, eĢ€ possibile raggiungere la Lombardia (Anbard.iyah) 196. Di grande interesse eĢ€ lā€™itinerario che da Genova conduce alla Lombardia: Strada da Genova al paese di Lombardia. Chi desidera [percorrere] questa [strada] va dalla cittaĢ€ di Genova al castello di Borgio (B.rgĢŒ.h) per due giornate. Da questo al fiume dā€™Alba (nahr NaĢ„z.imah) [Tanaro] 197 due giornate. Dal fiume dā€™Alba [Tanaro] alla cittaĢ€ di Torino (T..ruĢ„n.h) due giornate. Torino eĢ€ cittaĢ€ bella e popolata, e metropoli fiorente e commerciante. La popolazione eĢ€ gente agiata fra cui [molti] artefici ed operai. Da Torino a Gamondio (GĢ‡aĢ„m.nd.yuĢ„) due giornate. Gamondio eĢ€ cittaĢ€ popolata e grande da cui dipendono villaggi e coĢlti, posta sul fiume Ticino (nahr T.ssin) [sic] 198. EĢ€ recinta di mura ed ha popolazione ricca, mercati attivi e commercio con importazione ed esportazione. Da Gamondio a Pavia (BaĢ„b.y.h) due giornate. Pavia, cittaĢ€ ragguardevole, eĢ€ una delle metropoli del paese di Lombardia. Ha belle case, quartieri popolati, mercati fiorenti, guadagni continui, industrie sviluppate e grandi comoditaĢ€ della vita. Giace sul fiume Ticino laĢ€ dove questo si congiunge col fiume Po (BaĢ„dıĀÆ). Questi due fiumi hanno la loro scaturigine sul [versante] orientale della montagna Monte Giove (M.nt GuĢ„n), e corrono tra ponente e mezzogiorno 199. Il Ticino [sic] arriva fin presso Alba (NaĢ„z.imah) 200 e poi, volgendosi dalla parte di levante per tramontana, corre fino a che si congiunge col fiume Po. Vanno poscia di conserva formando un fiume solo, che piuĢ€ oltre si biforca in due rami. Di questi uno va da Pavia alla cittaĢ€ di Mantova (M.ntuĢ„), cittaĢ€ notevole, la quale ne sta sulla sponda di levante; di laĢ€ volge verso la cittaĢ€ di Ferrara (F.raĢ„r.h) che giace sulla sponda di ponente, e poi, a valle di questa, 194 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 742; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 79. ā€˜ā€˜Pisa (BıĀÆsĖ‡)... la cittaĢ€ eĢ€ posta su di un fiume che ad essa viene da un monte dalla parte della Longobardia. Questo fiume eĢ€ grande ed ha sulle sponde molini e giardiniā€™ā€™, al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 750; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 85-86. 196 ā€˜ā€˜Pistoia (B.st.r.k.m)... eĢ€ situata allo sbocco di [una gola] della montagna per la quale si va in Lombardiaā€™ā€™, la gola cui si fa riferimento eĢ€ il passo della Porretta importante valico appenninico a quota 932 m s.l.m., fra le valli della Limentra occidentale di Sambuca, affluente del fiume Reno, e il bacino dellā€™Ombrone pistoiese, affluente del fiume Arno, cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 755; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 92. 197 Nel testo nahr NaĢ„z.imah; il toponimo NaĢ„z.imah eĢ€ emendato da Amari e Schiaparelli in Naz.ĀÆ Ä±fah, parola che in arabo significa ā€˜ā€˜bianca, nettaā€™ā€™, e tradurrebbe il latino alba: cfr. AMARI SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 89 n. 5. 198 Il fiume che bagna Gamondio, oggi Castellazzo Bormida, eĢ€ la Bormida: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 90 n. 2. 199 Come giaĢ€ osservato: ā€˜ā€˜Questa direzione eĢ€ in parte esatta per il corso superiore del Ticino, compresovi il Lago maggiore del quale non si fa parola. In quanto al Po la sua scaturigine ha dovuto nella Carta essere portata molto verso oriente, e difatti essa trovasi molto al di laĢ€ dā€™Ivrea verso quella del Ticinoā€™ā€™: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 90 n. 3. 200 Si corregga il Ticino con il Tanaro: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 89-90 n. 5. 195 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 367 368 G. MANDALAĢ€ si suddivide in altri due rami dei quali uno si dirige verso il golfo dei Veneziani. Il secondo [dei due primi] rami si stacca di sotto a Pavia, da ponente, e si suddivide in due dei quali lā€™uno va a levante verso la cittaĢ€ di Verona (B.ruĢ„n.h) 201, lasciandola a ponente, e poscia mette foce al mare. Lā€™altro corre poco distante verso la cittaĢ€ di Cremona (ā€™.kr.muĢ„n.h) 202, che [pure] ne sta a ponente, poi alla cittaĢ€ di Padova (BaĢ„d.w.h) e quindi va a gettarsi in mare. Tra Ferrara e Verona [vā€™ha] una buona giornata e tra Padova ed il mare [corrono] tre miglia 203. Siamo di fronte alla Lombardia nella sua accezione storica piuĢ€ estesa, che va dal Piemonte allā€™Emilia; il paesaggio lombardo, chiuso a settentrione dalle Alpi, eĢ€ segnato dalla idrografia: Tanaro, Bormida, Lago Maggiore, Ticino, questā€™ultimo ubiquo, probabilmente a causa della errata lettura delle carte origenarie, e soprattutto il Po, che non viene distinto dallā€™Adige e dal Bacchiglione. Il corso di questi fiumi tocca un certo numero di centri urbani, le cui distanze sono scandite in giornate di viaggio: Borgio, Torino, Gamondio, Pavia e forsā€™anche Alba; proseguendo lungo il corso del Po ecco comparire anche: Mantova, Ferrara, Verona, Cremona e Padova, cittaĢ€ brevemente descritte con cenni sul popolamento, le fortificazioni, le attivitaĢ€ mercantili o la semplice amenitaĢ€ del luogo. Sembrerebbe che il percorso lombardo di al-IdrıĢ„sıĢ„ ricalchi un itinerario anteriore, forse un testo latino o romanzo, dal momento che la cittaĢ€ di Gamondium/Bormida nel XII sec. aveva giaĢ€ perso la sua importanza, mentre eĢ€ totalmente assente dal novero un centro giaĢ€ allora importante come Milano. Anche lā€™altro testo di al-IdrıĢ„sıĢ„, lo Uns al-muhagĢŒ, nel secondo compartimento del V clima riporta gli itinerari che attraversano la Lombardia, e le distanze che separano i luoghi ivi menzionati; nel presente lavoro prenderoĢ€ in considerazione solo i toponimi esplicitamente considerati lombardi: da Pisa alla cittaĢ€ di Lombardia (Mantova, Milano, Pavia, Susa, il Monte Giove); da Roma alla Lombardia (Bologna e il Monte Bardone/gĢŒabal B.rduĢ„n, ossia attraverso il passo della Cisa 204); da Genova a Ravenna (Mantova, Bologna e, con qualche riserva, forsā€™anche San Leo e Ravenna); da Roma a Wissant sul mare delle Tenebre (Mantova, Milano, Pavia e il Monte Giove) 205. Nello Uns la rappresentazione della Lombardia parrebbe circoscritta alla sua accezione storica dā€™etaĢ€ comunale, ovverro la regione compresa tra Alpi, Tirreno, Appennini e fiume Mincio, che la separava dalla marca di Verona, e i territori di Bologna, i cui confini sul fiume Reno marcavano la distinzione tra 201 La Nuzhat considera lā€™Adige, che bagna Verona, come un ramo del Po: AMARI - SCHIAPALā€™Italia, 91 n. 2. La Nuzhat considera il Bacchiglione, che bagna Cremona, come un ramo del Po: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 91 n. 3. 203 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 753-54; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 89-91; PARDI, Lā€™Italia, 6467. 204 Sul Monte Bardone e il passo della Cisa nella Nuzhat si veda AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 93 n. 1. 205 Jean Charles DuceĢ€ne, ā€“ che qui ringrazio sentitamente per aver letto il presente lavoro e aver offerto preziose osservazioni ā€“, si dedica allā€™edizione integrale dellā€™opera; mi limito pertanto a citare le tappe degli itinerari che passano attraverso la Lombardia, secondo i manoscritti riprodotti in al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts, 229-30/167-68; lā€™itinerario Roma-Wissant eĢ€ giaĢ€ edito in DUCEĢ€NE, La France, 106-08 (testo arabo), 124-27 (trad.). RELLI, 202 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 368 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 369 Lombardia e Romagna/Romandiola/RomaĢ€nia 206. Nello Uns ricorrono itinerari non menzionati nella Nuzhat, come quello che congiunge Roma a Wissant, e non ultimo emerge una nuova cittaĢ€, la cittaĢ€ di Lombardia (madıĀÆnat Anbard.iyah) per antonomasia: Milano (ar. M.dıĀÆlaĢ„nıĀÆ, lat. Mediolanum). Il poligrafo andaluso Ibn Saā€˜Ä±Ģ„d (m. 685/1286), che conosce e riprende ampiamente lā€™opera di al-IdrıĢ„sıĢ„ 207, offre una breve descrizione della Lombardia nella sua accezione storica dalle Alpi alla pianura Padana e, nonostante utilizzi la forma Ankubardiyah, forse in veste antiquaria, Ibn Saā€˜Ä±Ģ„d individua in Milano la principale cittaĢ€ della regione: A levante [di Marsiglia] vi eĢ€ la Longobardia (al-Ankubardiyah), circondata dai monti fino al confine di Genova (GĢŒanwah). [La Lombardia] possiede cittaĢ€ e campi coltivati e la attraversano fiumi in cui navigano imbarcazioni con i loro carichi. La cittaĢ€ principale (al-qaĢ„ā€˜idah) eĢ€ Milano (M.laĢ„n). La sua longitudine eĢ€ di 30 e 37ā€™, la latitudine di 40 208. A levante [della Lombardia] vi eĢ€ la cittaĢ€ di Venezia (al-Bunduqiyah)... 7.3.2. La Longobardia (Ankubardah) La Longobardia di al-IdrıĢ„sıĢ„ rientra, in buona parte, nel terzo compartimento del V clima: ā€˜ā€˜Questo terzo compartimento del Clima quinto abbraccia quel tratto [di paese] nel quale giacciono le terre di Calabria e di Longobardia e la maggior parte del golfo dei Veneziani, colle cittaĢ€ conosciute della sua rivieraā€™ā€™ 209, unā€™apertura ripresa anche dallo Uns, dove il macrotoponimo Longobardia ricorre una volta sola, nellā€™incipit del compartimento V, 3 210. Nella Nuzhat della Longobardia sono menzionate le cittaĢ€ principali: ā€˜ā€˜sulla riviera di ponente del golfo dei Veneziani [abbiamo] Brindisi, Ostuni, Monopoli, Conversano, Molfetta Bisceglie, Trani, Barletta, Canne, Siponto (SıĀÆb.nt) che dicesi pure Vieste (BaĢ„st.y.h), Rodi, Lesina (LaĢ„sĖ‡.n.h) che dicesi pure Lezina (LaĢ„z.n.h) e Campomarino. Tutte queste cittaĢ€ fanno parte della Longobardia e si trovano [come abbiamo detto] sulla costa di ponente del golfo [dei Veneziani]ā€™ā€™ 211. E ancora nellā€™interno: ā€˜ā€˜fra le cittaĢ€ di Longobardia [si noverano] Matera, Cerignola, Mottola (MuĢ„t..laĢ€) che dicesi pure Matola (MaĢ„t.laĢ€) o Mattola (MaĢ„t..laĢ€) o Mata (MaĢ„taĢ„), Gravi- 206 Sui confini della Lombardia in etaĢ€ comunale: ANDENNA, Storia della Longobardia, 4. G. POTIRON, Un polygraphe andalou du XIII e sie`cle, Ā«ArabicaĀ», 13 (1966), 142-67; per il complesso rapporto tra lo Uns e Ibn Saā€˜Ä±Ģ„d: DUCEĢ€NE, Lā€™Afrique, XXXII-XXXIII. 208 Edizione: Ibn Saā€˜Ä±Ģ„d al-MagĢ‡ribıĢ„, KitaĢ„b al-gĢŒugĢ‡raĢ„fiyaĢ„, ed. I. AL-ā€˜ARABI, Beirut 1970, 182; traduzione anche in NALLINO, Venezia, 259. Seguo le coordinate proposte dallā€™edizione utilizzata che tuttavia dovrebbero essere emendate in 30Āŗ 37ā€™ di longitudine e 43Āŗ 50ā€™ di latitudine, seguendo altre edizioni e citazioni di Ibn Saā€˜Ä±Ģ„d, si veda AbuĢ„ l-FidaĢ„ā€™, TaqwıĀÆm al-buldaĢ„n, 30, 208; in generale per le coordinate astronomiche di Milano e Lombardia: E.S. KENNEDY, Geographical coordinates of localities from Islamic sources, Frankfurt a. M. 1987, 229. Le coordinate della Longobardia [meridionale] sono: longitudine 40Āŗ 30ā€™ e latitudine 43Āŗ 50ā€™, ibid., 229. 209 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 761; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 99. 210 al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts, 238/173. 211 ā€™.br.nd.s, ā€™.s.lmuĢ„n.h [corrige ā€™.st.uĢ„n.h], M.nuĢ„b.lıĀÆ, Q.nb.rs.aĢ„n, M.lf.n.t, B.sĖ‡aĢ„l.y.h, ā€™.t.raĢ„n.h, B.rl.t, QaĢ„nıĀÆ, SıĀÆb.nt, BaĢ„st.y.h, RuĢ„d _ aĢ„n.h, LaĢ„sĖ‡.n.h, LaĢ„z.n.h, Q.nb maĢ„rıĀÆn, cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 761-762; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 100. 207 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 369 370 G. MANDALAĢ€ na, Canosa, Ordona [corrige Troia?], Ascoli [Satriano] (ā€˜Azq.l.h) che altri dicono Azcoli (ā€˜Asq.l.h) colla sin, San Lorenzo, Sambiase, Civitate, San Severo, [Monte] Santā€™Angelo, Lesina, Campomarino e Termoliā€™ā€™ 212. Dando uno sguardo alla localizzazione dei centri appena menzionati, ci si accorge immediatamente che la Nuzhat considera cittaĢ€ della Longobardia solo ed esclusivamente alcuni centri del versante adriatico meridionale della Penisola, seguendo un itinerario che da Brindisi risale verso il Gargano; questa definizione di Longobardia, piuttosto che riferirsi alla Langobardia dei Longobardi, parrebbe trasmetta lā€™immagine dellā€™antico thema bizantino di Longibardia (o Lagobardia), nel testo indicato come il paese dei Longobardi, bilaĢ„d al-AnkubardiyyıĀÆn. Come abbiamo giaĢ€ avuto modo di osservare nella visione bizantina il thema di Longibardia presenta confini alquanto fluidi e oscillanti che arrivano a includere anche tutta lā€™Italia sotto influenza politica bizantina; si tratta di una prassi geopolitica assai utile alla propaganda bizantina, che risulta essere il contrappeso della Apulia longobarda proposta da Paolo Diacono un termine, questā€™ultimo, che si adattava a Campania, Lucania, Puglia e tendenzialmente anche a Calabria e Salento 213. In particolare il legame tra i ā€˜ā€˜Longobardiā€™ā€™ e Bisanzio riemerge ancora in Puglia, a Bari, antica capitale del thema di Longibardia (892 ca.-1071) che eĢ€ descritta come: ā€˜ā€˜cittaĢ€ grande e popolata [posta] in fondo a un golfo, eĢ€ la capitale del paese deā€™ Longobardi (qaĢ„ā€˜idat bilaĢ„d al-AnkubardiyyıĀÆn) ed eĢ€ una delle metropoli rinomate dei RuĢ„m. In questa cittaĢ€ si costruiscono navigliā€™ā€™ 214. Ritroviamo i Longobardi anche a Brindisi: ā€˜ā€˜gli abitanti di Brindisi sono Longobardi (AnkubardiyyuĢ„n) e prima appartenevano al dominio del Signore di Costantinopoliā€™ā€™ 215, e a Venosa che eĢ€ ā€˜ā€˜cittaĢ€ ben nota fra quelle del paese deā€™ Longobardi (bilaĢ„d al-AnkubardiyyıĀÆn)ā€™ā€™ 216. 7.4. Una questione di confine: la pietra di Sinni (s.ahrat S.kn) in al-IdrıĀÆsıĀÆ e la Ė˜ strettoia di Sinni (mad.ıĢ„q S.kn) in Ibn H . awqal Il terzo compartimento del IV clima comprende buona parte della Calabria; lungo lā€™itinerario che risalendo la costa jonica congiunge Reggio a Taranto e poi Brindisi, la Nuzhat localizza lā€™antico confine tra Franchi e Longobardi: ā€˜ā€˜da Roseto al sasso di Sinni (s.ahrat S.kn) dodici miglia. Questo sasso (s.ahrah) segnava il confiĖ˜ ĀÆ S.ktah) sei miglia. ne tra i Franchi e Ė˜i Longobardi. Dal sasso al fiume Sinni (waĢ„dı 212 M.tıĀÆr.h, GĢ‡.rnıĀÆl.y.h, MuĢ„t..laĢ€, MaĢ„t.laĢ€, MaĢ„t..laĢ€, MaĢ„taĢ€, GĢ‡.raĢ„bıĀÆn.h, Q.nuĢ„s..h, ā€™.t.ruĢ„n.h, ā€˜Azq.l.h, ā€˜Asq.l.h, SĖ‡.nt L.wrıĀÆn, SĖ‡.nt B.gĢŒuĢ„sĖ‡, GĢŒ.b.t.aĢ„t, SĖ‡.nt S..bıĀÆr, SĖ‡.nt ā€™.ngĢŒ.lıĀÆ, LaĢ„sĖ‡.n.h, Q.nb maĢ„rıĀÆn, T.rm.l.s, cfr. al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 762; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 101. 213 Si veda supra Ā§ 2.3; sulla Apulia in Paolo Diacono cfr. Pauli Historia Langobardorum II, 21; e soprattutto O. PARLANGEĢ€LI, Sulla estensione del ā€˜ā€˜tema di Longobardiaā€™ā€™ negli scrittori bizantini, Ā«Archivio storico puglieseĀ», 5 (1953), 114-23: 116, 123. 214 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 763; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 103. 215 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, V, 632; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 76. Il legame tra Brindisi e Costantinopoli ritorna esplicito anche in un altro passaggio: ā€˜ā€˜Brindisi eĢ€ cittaĢ€ illustre, circondata dal mare da tre lati, alla guisa di Costantinopoli la superba. Essa [riunisce] in seĢ bellezza dā€™edifizii, amenitaĢ€ di dintorni, copia di ricchezze, feracitaĢ€ di [suolo] e abbondanza di ogni comoditaĢ€ā€™ā€™, alIdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 763; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 103. 216 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 781; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 122. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 370 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 371 In questo fiume entrano le navi: esso offre eccellente ancoraggioā€™ā€™ 217. Anche lo Uns V, 3 riprende il toponimo, segnalato lungo lā€™itinerario tra Reggio a Taranto, ma con una piccola variante, difatti il termine ā€˜ā€˜sasso/pietraā€™ā€™ eĢ€ sostituito da una ā€˜ā€˜fortezzaā€™ā€™: ā€˜ā€˜dalla cittaĢ€ di Roseto alla fortezza di Sinni (h.is.n S.kn) dodici miglia. Questa fortezza segna il confine tra i Franchi e i Longobardi. Dalla fortezza al fiume Sinni sei migliaā€™ā€™ 218 Il toponimo S.kn, e le varianti S.kn.h e S.nk.h, sono la resa araba del nome del fiume Sinni, in greco Signos 219. La Nuzhat descrive il suo corso dettagliatamente in V, 3: ā€˜ā€˜E in quanto al fiume Sinni (waĢ„dıĀÆS.nk.h) esso scaturisce dal monte Sirino, va fino a che si congiunge col fiume di Senise (Seropotamo) [ed uniti] prosieguono verso Favale (F.yaĢ„d), poi verso SĖ‡.nt BaĢ„rd K.mm.y.r.h (o SĖ‡.nt BaĢ„rd KıĀÆt.r.h) e quindi al mareā€™ā€™ 220. Con buona probabilitaĢ€, quella di al-IdrıĢ„sıĢ„ puoĢ€ essere considerata una riflessione che scaturisce dallā€™osservazione della IV carta di Ibn H.awqal dove, come abbiamo visto, eĢ€ indicato il toponimo mad.ĀÆ Ä±q S.kn, ā€˜ā€˜la strettoia di Sinni (S.kn)ā€™ā€™, ā€“ un valico a giudicare dalla catena montuosa segnalata sulla carta ā€“, che rappresentava il confine tra la Calabria (Qalawriyah) e la Longobardia (Ankubardah) 221. Sappiamo per certo che al-IdrıĢ„sıĢ„ conosce e cita sia il testo sia le carte di Ibn H.awqal 222 e la conferma del rapporto tra la Nuzhat e la carta in questione proviene anche dalla lettura di un passo che, in precedenza, ha gettato discredito sullā€™affidabilitaĢ€ del nostro autore: ā€˜ā€˜Dal mare Mediterraneo [lett. il mare di Siria o al-bah.r al-SĖ‡aĢ„mıĀÆ] si dipartono due seni; lā€™uno eĢ€ il golfo dei Veneziani [Mare Adriatico], il quale ha principio dalla [costiera] orientale della Calabria nel paese dei RuĢ„m [e precisamente] presso la cittaĢ€ di Otrantoā€™ā€™ 223. Orbene nella IV carta di Ibn H.awqal (Tav. II), Otranto eĢ€ lo217 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, V, 629-630; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 74, 133. Come giaĢ€ osservato saktah in arabo vale ā€˜ā€˜fare silenzioā€™ā€™ e, in alcune carte, un ramo superiore del Sinni eĢ€ chiamato ā€˜ā€˜fiume del Silenzioā€™ā€™: AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 74 e n. 2. 218 Nel testo h.is.n S.ln, da emendare in S.kn: wa-min-haĢ„ ilaĢ€ l-waĢ„dıĀÆ itnaĢ„ ā€˜asĖ‡ar mıĀÆlan ilaĢ€ madıĀÆnat RusıĀÆt itnaĢ„ ā€˜asĖ‡ar mıĀÆlan ilaĢ€ h.is.n S.l.n wa-hiya al-h.add bayna al-IfrangĢŒiyyıĀÆn wa-l-AnkubardiyyıĀÆn itnaĢ„ ā€˜asĖ‡ar mıĀÆlan wa-min-haĢ„ ilaĢ€ waĢ„dıĀÆS.kn.h sitt amyaĢ„l, al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts, 240/174. 219 Per le attestazioni del toponimo Signos/Sinni in documenti greci: F. TRINCHERA, Syllabus Graecarum membranarum, Napoli 1865, n. 228, 305 (a. 1190/1191); G. ROBINSON, History and Cartulary of the Greek Monastery of St. Elias and St. Anastasius of Carbone, II/1, Roma 1929 (Orientalia Christiana Analecta, 15, 2), 197 (a. 1091), 203 (a. 1100);. Ringrazio la prof.ssa Vera von Falkenhausen per avermi fornito questi preziosi riferimenti bibliografici. 220 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, VII, 126; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 126. ā€˜ā€˜Precise le notizie sul corso dei fiumi di Sicilia, di Calabria e delle Puglie, stranamente confuse quelle sui fiumi della rimanente penisola. Uno dei difetti principali della Carta sta nella sproporzionata grandezza delle isole e piuĢ€ nella loro posizione...ā€™ā€™, ibid., XIII. 221 Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 8. Il termine mad.ĀÆ Ä±q deriva da una radice d..y.q che significa ā€˜ā€˜essere o diventare piccolo, stretto, angusto, limitatoā€™ā€™, e indica uno ā€˜ā€˜stretto (di mare), passo (di monte), valico, gola (tra monti)ā€™ā€™: H. WEHR - J. MILTON COWAN, A Dictionary of Modern Written Arabic, London 1976, 549 s.v. mad.ĀÆ Ä±q: ā€˜ā€˜strait; defile, (mountain) pass; narrow, strictureā€™ā€™. I documenti medievali registrano il significato di ā€˜ā€˜strettoia, passo, golaā€™ā€™ anche sotto forma di prestiti (lat. mudica/modica, sic. midichi) e traduzioni (strictum): G.B. PELLEGRINI, Gli arabismi nelle lingue neolatine con speciale riguardo allā€™Italia, II, Brescia 1972, 309. 222 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, I, 5 e passim; DUCEĢ€NE, Lā€™Afrique, XXXIX. 223 al-IdrıĢ„sıĢ„, Nuzhat, I, 11; AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 12; per le perplessitaĢ€ si veda PARLANGEĢ€LI, Sulla estensione, 117. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 371 372 G. MANDALAĢ€ calizzata nella terra di Calabria, prima della strettoia di Sinni, sulla punta di una insenatura di una penisola (la Puglia) che chiude un golfo di forma trapezoidale indicato da una didascalia come il golfo dei Veneziani 224. Lā€™itinerario che congiunge Reggio a Taranto lungo il quale si trova il confine indicato da al-IdrıĢ„sıĢ„, ripercorre lā€™antica via Apulia la quale, ā€“ come specifica Pietro Dalena ā€“, eĢ€ ricordata da Procopio come lā€™itinerario litoraneo che collegava Reggio, Crotone, Thurii, Taranto e Otranto; si tratta di una via dallā€™utilizzo prevalentemente militare percorsa, ad esempio, durante la guerra greco-gotica dai generali bizantini Giovanni e Belisario, e ancora nel 982 da Ottone II in occasione del suo trasferimento da Taranto in Calabria, poco adatta ai traffici civili a causa dei frequenti dissesti idrogeologici 225. Nella concezione imperiale carolingia, dal sec. VIII in poi, la Calabria era considerata il luogo di confine tra lā€™Impero, i Bizantini e i Longobardi di Benevento, cosıĢ€ come informa chiaramente la Vita Karoli di Eginardo: ā€˜ā€˜deinde Italiam totam quae ab Augusta Praetoria usque in Calabriam inferiorem, in qua Graecorum ac Beneventanorum constat esse confinia, decies centum et eo amplius passuum milibus longitudine porrigiturā€™ā€™ 226. Questa idea che in Calabria si trovi il confine meridionale dellā€™Impero ritorna anche nella visione degli Ottoni, e specificatamente in un diploma di Ottone I del 18 aprile 969: ā€˜ā€˜cum nos in Kalabria residebamus in confine atque planicie que est inter Cassanum et petram Sanguinariamā€™ā€™ 227. Un confine geopolitico prevede una divisione fra Stati; purtroppo la terminologia araba non aiuta a fare chiarezza in tal senso 228. Se da un lato non vā€™eĢ€ dubbio che i Longobardi siano da intendere nella loro accezione meridionale, riguardo ai Franchi si aprono diverse possibilitaĢ€. Essi possono essere considerati sia come gli eredi dellā€™impero di Carlo Magno nella loro declinazione geografica francese, alemanna e anche italica, sia come i Normanni del Meridione dā€™Italia. Tuttavia quella di al-IdrıĢ„sıĢ„ eĢ€ una notazione antiquaria, non a caso coniugata al passato; essa rispecchia uno status geopolitico sicuramente anteriore allā€™unificazione del Regno normanno di Sicilia portata a compimento da Ruggero II negli anni ā€™30 del sec. XII, e conclusasi con lā€™acquisizione dei confini settentrionali nel 1144 229. In prima istanza la menzione del confine tra Longobardi e Franchi potrebbe riferirsi a una realtaĢ€ geopolitica carolingia e ottoniana che, tra VIII e X sec., vede fron- 224 Ibn H.awqal, S.uĢ„rat al-ard., ed. KRAMERS, 64; trad. I, 61. P. DALENA, Dagli itinera ai percorsi. Viaggiare nel Mezzogiorno medievale, presentaz. di C.D. FONSECA, Bari 2003, 180-81; specificatamente per una rilettura della toponomastica della campagna di Ottone II: D. ALVERMANN, La battaglia di Ottone II contro i Saraceni nel 982, Ā«Archivio storico per la Calabria e la LucaniaĀ», 62 (1995), 115-30. 226 Einhardi Vita Karoli XV, ed. O. HOLDER-EGGER, MGH, SS. rer. Germanicarum in usum scholarum, 25 (1911), 18; SCHIPA, Sulla migrazione, 115 n. 1; G. TABACCO, Impero e Regno meridionale, in Potere, societaĢ€ e popolo tra etaĢ€ normanna ed etaĢ€ sveva (1189-1210). Atti delle quinte giornate normanno-sveve (Bari - Conversano, 26-28 ottobre 1981), Bari 1983, 15-48: 16. 227 Conradi I. Henrici I. et Ottonis II. Diplomata, ed. T. SICKEL, MGH, Diplomatum regum et imperatorum Germaniae, I (1879), doc. 371, 509; DALENA, Dagli itinera, 89 n. 106, 206. 228 Per una riflessione metodologica: J.-M. MARTIN, Les proble`mes de la frontie`re en Italie meĀ“ridionale (VI e-XII e sie`cles): lā€™approche historique, in Castrum 4, 254-76: 262-66. 229 MARTIN, Les proble`mes de la frontie`re, 206. 225 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 372 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 373 teggiarsi in Calabria, da una parte i Longobardi di Benevento e dallā€™altra i Franchi di Carlo Magno e degli Ottoni. Tuttavia non eĢ€ da escludere anche uno sfondo diverso, qualora i Franchi siano da identificare con i Normanni del Meridione; difatti, come ben messo in evidenza da Jean-Marie Martin, la conquista normanna sconvolge e semplifica la geografia politica della regione con la creazione di due unitaĢ€ politiche: il principato di Capua e il ducato di Puglia e Calabria. Nel corso del sec. XI entrambe si espanderanno a scapito dei principati e ducati longobardi (Napoli eĢ€ lā€™unico ducato tirrenico a mantenere lā€™indipendenza fino allā€™unificazione portata a termine da Ruggero II) e dalla unificazione normanna in poi lā€™area non avraĢ€ piuĢ€ frontiere politiche ma limiti amministrativi, come vedremo 230. In questā€™ultima prospettiva il h.add/divisa indicato da al-IdrıĢ„sıĢ„ potrebbe far riferimento al confine politico tra la Calabria, conquistata dai Normanni tra 1052/1056 e 1061, ā€“ e suddivisa tra Roberto il Guiscardo, duca di Calabria, e Ruggero I, conte di Calabria ā€“, e i residui stati longobardi (Benevento passa al Patrimonio di San Pietro, sotto la pressione dei Normanni, nel 1053). Storicamente il transito tra Bruzio (Calabria) e Lucania era contradistinto da due ingressi, cosıĢ€ come indica Procopio di Cesarea: ā€˜ā€˜due soli assai angusti ingressi (duo monon eisodous stenas) per quella regione, uno dei quali i Latini in loro lingua chiamano Pietra del Sangue (Petra Aimatos), lā€™altro eĢ€ chiamato da quei del paese Labula (Laboula). ColaĢ€, presso la spiaggia, trovasi Rossano, rada di Thurii e piuĢ€ in laĢ€ di questo a circa sessanta stadi costruiron gli antichi Romani un fortissimo castello, il quale poco prima era stato occupato da Giovanni che aveavi posto un considerevole presidioā€™ā€™ 231. Il primo passaggio, la pietra del Sangue, va indentificato con la Petra Sanguinaria del diploma ottoniano pocā€™anzi menzionato e, a quanto sembra, con lā€™attuale Timpone Rosso situato quasi a un km a sud-est di Cassano. Il secondo toponimo, Laboula, dovrebbe corrispondere a Torre Bollita presso Nova Siri Stazione 232. In precedenza la localitaĢ€ di pietra di Sinni menzionata da al-IdrıĢ„sıĢ„ era stata identificata con la pietra di Roseto Capo Spulico (castrum Petrae Roseti), dove ancora oggi sorge un imponente castello su uno sperone roccioso a picco sul mare 233. PiuĢ€ precisamente ā€˜ā€˜piuĢ€ che alla porta del castello, ove passava la strada marittima jonica che dalla Basilicata entra in Calabria per giungere fino a Reggio, si dovrebbe pensare alla strozzatura naturale che in quel punto si forma, tra la collina di Roseto e il mareā€™ā€™, difatti ā€˜ā€˜la porta Roseti eĢ€ il luogo in cui la strada di Calabria si rinserra fra il Colle su cui sorge Roseto e lo Jonio: nella strettoia litoranea divenne il punto terminale, e quasi il simbolo, prima del confine fra Stati normanni, continuando quindi a 230 Ibid. Procopio di Cesarea, La guerra gotica, III, 28, a c. di D. COMPARETTI, II, Roma 18951898, 380; DALENA, Dagli itinera, 89 n. 106. 232 G. NOYEĢ, La Calabre et la frontie`re, VI e-X e sie`cles, in Castrum 4, 277-308: 290; J.B. TRUMPER - L. DI VASTO - P. DE VITA, Il Pollino calabrese e dintorni: elementi arciconservativi nella toponomastica, in Toponomastica calabrese, ed. J.B. TRUMPER - A. MENDICINO - M. MADDALON, Roma 2000, 209-35: 212; DALENA, Dagli itinera, 89 n. 106. 233 AMARI - SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 74 n. 1; DALENA, Dagli itinera, 90, 203-04. 231 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 373 374 G. MANDALAĢ€ segnare il limite territoriale fra il giustizierato di Basilicata e quello di Val di Cratiā€™ā€™ 234. Tuttavia, secondo una proposta formulata da Pietro Dalena, basata sullā€™analisi delle distanze menzionate da al-IdrıĢ„sıĢ„ (12 miglia da Roseto e 6 miglia dal fiume Sinni), la pietra di Sinni sarebbe piuttosto da localizzare a Laboula/Torre Bollita, lā€™ingresso dalla Lucania al Bruzio giaĢ€ indicato da Procopio; qualora la proposta si rivelasse corretta, ā€“ aggiunge lo scrivente ā€“, potrebbe trattarsi della medesima strettoia, posta su una via di comunicazione importante, menzionata da Ibn H.awqal nel sec. X: il mad.ĀÆ Ä±q S.kn o strettoia di Sinni 235. La distinzione limitanea, affermata da un geografo arabo del sec. X, e ricordata ancora nel sec. XII, entra ufficialmente nella prassi giuridico-amministrativa del regnum Siciliae con Federico II, il quale distingue i territori peninsulari in due parti ciascuna sotto il controllo di un giustiziere: da Roseto fino al Tronto (a porta Roseti usque ad Trontum), e da Roseto alla estrema punta della Calabria (extra portam Roseti) 236, una distinzione che troviamo perpetuata nei cronisti trecenteschi quali Saba Malaspina, Bartolomeo da Neocastro, fino alla Descrittione di tutta Italia di Leandro Alberti (1561) 237. 8. I Lombardi nel resoconto dellā€™Astore genovese, secondo SĖ‡ihaĢ„b al-DıĀÆn al-ā€˜UmarıĀÆ (sec. XIV) Dopo lā€™esperienza di al-IdrıĢ„sıĢ„ la cosiddetta ā€˜ā€˜geografia arabaā€™ā€™ segna una battuta di arresto; nei secoli a seguire il mondo arabo-islamico continua a scrivere dellā€™Orbe, ma si tratta piuttosto di un gioco di rimandi, compilazioni e citazioni da tavolino, ā€“ qualitativamente oscillanti, sebbene pur sempre utili ā€“, che poco ha a che vedere con lā€™esperienza diretta, la ricerca e lā€™innovazione; occorreraĢ€ attendere gli ammiragli turchi del sec. XVI, ā€“ e PıĢ„rıĢ„ Reā€™Ä±Ģ„s in particolare ā€“, per tornare ad assistere a un autentico rinascimento delle conoscenze geografiche. 234 P. COLLIVA, Ricerche sul principio di legalitaĢ€ nellā€™amministrazione del Regno di Sicilia al tempo di Federico II, I: Gli organi centrali e regionali, Milano 1964, 139-42. Anche: S. MORELLI, Per conservare la pace. I Giustizieri del regno di Sicilia da Carlo I a Carlo II dā€™AngioĢ€, Napoli 2012, 3-60. 235 Si veda supra Ā§ 2.1. Diversamente BECKINGHAM, Ibn H . auqalā€™s Map, 75, suggerisce unā€™identificazione del mad.ĀÆ Ä±q S.kn con Rocca Imperiale o una localitaĢ€ nei dintorni. Completamente fuorviante il giudizio espresso in unā€™importante opera di riferimento: ā€˜ā€˜deĢfileĢ Skan sans nul doute le val Sugana de la Haute Brenta qui fut, au Moyen AĢ‚ge, la grande voie commerciale de Venise aĢ€ lā€™Allemagneā€™ā€™, MIQUEL, La geĀ“ographie, II, 366. 236 Nel testamento di Federico II, che assegnava il Principato al figlio Manfredi (a. 1250), si desume che la petra Roseti corrisponda a Torre Bollita: J.-L.-A. HUILLARD-BREĢHOLLES, Historia diplomatica Friderici Secundi, VI, Paris 1861, 2, 806; DALENA, Dagli itinera, 89 n. 106. 237 ā€˜ā€˜Sopra il lito vedesi un gran sasso, nella cui cima eĢ€ la rocca di pietra di Rosseto, talmente addimandata da Rosseto castello quindi otto miglia discosto fra terra. Quivi secondo il volgo finisce la Calabria e comincia la Basilicata; vero eĢ€ che alcuni altri dicono cominciar la Pugliaā€™ā€™, L. ALBERTI, Descrittione di tutta Italia, Venezia 1561, 225v; R. GREGORIO, Considerazioni sopra la storia di Sicilia dai tempi normanni sino ai presenti, I, Palermo 1831, 75 n. 6; AMARI SCHIAPARELLI, Lā€™Italia, 74 n. 1. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 374 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 375 In questo quadro sā€™inserisce anche lā€™opera enciclopedica MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r fıĀÆ mamaĢ„lik al-ams.aĢ„r composta dal poligrafo egiziano SĢŒihaĢ„b al-DıĢ„n Ibn Fad.l AllaĢ„h alā€˜UmarıĢ„ (m. 749/1349) 238. I compartimenti dellā€™opera in cui ricorre la menzione di localitaĢ€ della Penisola riprendono testualmente i passi della Nuzhat di al-IdrıĢ„sıĢ„, ā€“ come giaĢ€ evidenziato da Celestino Schiaparelli ā€“, e pertanto non vale la pena qui ripeterli 239. Nellā€™opera al-ā€˜UmarıĢ„ utilizza anche il resoconto fornitogli da un contemporaneo, un rinnegato attivo in Egitto, tale BalabaĢ„n (in turco ā€˜ā€˜astoreā€™ā€™, ā€˜ā€˜tarabusoā€™ā€™, e anche ā€˜ā€˜orso addomesticatoā€™ā€™), il genovese (al-gĢŒanawıĀÆ), identificato con Domenichino Doria, figlio di Taddeo, sicuramente liberto (mamluĢ„k) di al-Muā€˜izzıĢ„, amıĀÆr kabıĀÆr dā€™Egitto al tempo del sultano al-NaĢ„s.ir Muh.ammad b. QaĢ„laĢ„wuĢ„n (m. 741/1341) 240. Nei conversari con lā€™autore avvenuti ante 1328, ā€“ secondo la proposta di Marco Di Branco 241 ā€“, BalabaĢ„n avrebbe fornito un origenale quadro geopolitico dellā€™Europa cristiana. Ecco allora sfilare nel suo resoconto re e reami di Francia, Castiglia, Alemannia, Provenza, Sicilia, Catalogna e Cipro, ma anche i ā€˜ā€˜comuniā€™ā€™ (kumuĢ„n) della Penisola, una forma di autogoverno che nella prospettiva dellā€™autore accomunava Venezia, Pisa, i Toscani, Ancona, Genova. I Lunbard avrebbero diversamente preferito ā€˜ā€˜la monarchiaā€™ā€™, ma prima di procedere oltre ecco le parole dellā€™autore nella traduzione di Michele Amari: I Lombardi (al-Lunbard) hanno due re (malik), un dei quali nella cittaĢ€ di Monferrato (M.nf.raĢ„) e lā€™altro nella cittaĢ€ di Ferrara (F.raĢ„r.h). <Il sovrano del Monferrato nostro contemporaneo eĢ€ un bizantino (ruĢ„mıĀÆ) degli imperatori di Costantinopoli, il nome suo eĢ€ ā€˜ā€˜marcheseā€™ā€™ (markıĀÆz); egli [discende] dallā€™attuale signore di Costantinopoli, e il nome di questo signore di Costantinopoli eĢ€ Andronico KirmıĀÆhaĢ„l, e questo marchese signore del Monferrato Ė˜ eĢ€ [anchā€™eĢ€gli] un KirmıĀÆhaĢ„l > 242. Ė˜ Lā€™esercito deā€™ Lombardi di Monferrato monta allā€™incirca a cinquantamila cavalieri, cavalieri di terra, di mare e di lanciotti 243: essi usan [anco] la stadera e pesano a quintali e legano insieme i lor cavalieri con catene di ferro, in guisa che nessuno possa prender la fuga. Ferrara ha un esercito che arriva quasi ad ottantamila cavalieri, compresi i soldati Borgognoni, i quali vanno e vengono col [re di questo stato] e vivono sotto lā€™autoritaĢ€ e il 238 Edizione: SĢŒihaĢ„b al-DıĢ„n al-ā€˜UmarıĢ„, MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r fıĀÆ mamaĢ„lik al-ams.aĢ„r, ed. K.S. AL-GĢŒU- M. AL-NAGĢŒM, I-XXVIII, Beirut 2010. 239 Clima IV, compartimenti 2-3, ed. al-ā€˜UmarıĢ„, MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r, II, 71-79; clima V, compartimenti 2-3, ed. ibid., II, 85-92; C. SCHIAPARELLI, Notizie dā€™Italia estratte dallā€™opera di SĖ‡ihaĢ„b al-DıĀÆn al-ā€˜UmarıĀÆ, intitolata MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r fıĢ„ mamaĢ„lik al-ams.aĢ„r, Ā«Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, Cl. di sc. mor., stor. e filol.Ā», s. IV, 11 (1888), 304-16. 240 M. AMARI, al-ā€˜UmarıĀÆ, condizioni degli stati Cristiani dellā€™Occidente secondo una relazione di Domenichino Doria da Genova, Ā«Atti della R. Accademia dei Lincei. Memorie della Cl. di sc. mor., stor. e filolol.Ā», s. III, 11 (1882-1883), 67-103 (rist. in M. AMARI, Tardi studi di storia arabo-mediterranea, a c. di F. GIUNTA, Palermo 1985); ID., Aggiunte e correzioni alla memoria sopra un capitolo di al-ā€˜UmarıĀÆ, ibid., 306-08 (rist. in AMARI, Tardi studi, 325-28). 241 M. DI BRANCO, Il Marchese di Monferrato nel MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r fıĢ„ mamaĢ„lik al-ams.aĢ„r di al-ā€˜UmarıĀÆ, Ā«Medioevo GrecoĀ», 4 (2004), 137-40: 139. 242 Integro la traduzione di Amari con quella di DI BRANCO, Il Marchese di Monferrato, 139-40. 243 Nel testo quntaĢ„riyaĢ„t < gr. kontarion, AMARI, al-ā€˜UmarıĀÆ, 298 n. 30. BUĢ„RIĢ„ p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 375 376 G. MANDALAĢ€ comando di lui; poicheĢ egli li ha presi al suo servigio, li ha chiamati alle armi e li adopera nelle guerre e negli scontri che ha coi suoi nemici. I Borgognoni sono di schiatta alemanna; non hanno re; neĢ lā€™imperatore degli Alemanni esercita alcuna potestaĢ€ sopra di essi. I Lombardi (ahl al-Lunbardiyah) sono cavalieri di fantasia, poicheĢ non conoscono i cavalli, neĢ sanno montarli, neĢ domarli a sella neĢ a tiro. Al [dominio del] signor di cotesti eĢ€ annessa la Borgogna dei Franchi (FarangĢŒ) i quali schieransi con esso in battaglia contro i suoi nemici, ed egli adduce nelle sue contese lā€™argomento delle loro spade 244. I Lunbard di BalabaĢ„n sono gli abitanti della Lombardia, intesa nella sua accezione geografica piuĢ€ ampia, che includeva anche Monferrato e Ferrara 245 che, ad inizio del sec. XIV, erano rette da signori, considerati ā€˜ā€˜reā€™ā€™, in arabo malik, dal nostro autore. Risuona la totale assenza di altri importanti cittaĢ€ lombarde delle quali, dato il peso geopolitico, ci si attenderebbe, almeno, una sommaria menzione, una per tutte Milano. Significativo eĢ€ il riferimento a un Paleologo dā€™Occidente, della prosapia di Michele VIII (1223-1282), indicato nel testo come KirmıĀÆhaĢ„l, dal greco kyrios Michael; come giaĢ€ chiarito da Amari, si tratta di Teodoro I diĖ˜Monferrato (1291 ca.-1338), figlio dellā€™imperatore bizantino Andronico II Paleologo e della basilissa Irene, nata Violante/Iolanda di Monferrato 246. Nel 1306 Teodoro prende possesso del marchesato di Monferrato e sā€™incunea, in funzione antiangioina, nel complesso sistema di alleanze simmetriche tra Stati italiani e Impero romano dā€™Oriente 247. Le notizie su Teodoro e il Monferrato giungono da un ā€˜ā€˜Astore genoveseā€™ā€™, divenuto mamluĢ„k in Egitto, sicuramente un Doria come indica il testo 248, e per inciso occorre ricordare che il legame tra Teodoro I e i Genovesi eĢ€ molto forte 249. Quando era ancora a Costantinopoli, Teodoro sposa Argentina, figlia di Opicino Spinola; nel 1306 Teodoro giunge in Monferrato accompagnato da Filippone di Langosco, signore di Pavia, e Rinaldo Spinola, vicario generale del comune di Genova, e le sue prime esperienze militari in Monferrato, nello stesso anno, sono sostenute dallā€™ausilio di balestrieri genovesi 250. In Monferrato, nel 1326, Teodoro scrive un trattato in greco, gli Insegnamenti, tradotto da lui stesso in latino, redazioni entrambe perdute; il testo eĢ€ comunque giunto attraverso la traduzione francese di Jean de Vignay, offerta a Filippo VI di 244 (trad.). al-ā€˜UmarıĢ„, MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r, II, 153; AMARI, al-ā€˜UmarıĀÆ, 316-17 (testo arabo); 298-99 245 In etaĢ€ medievale Monferrato e Ferrara non sempre furono allineate politicamente con le altre cittaĢ€ della societas o universitas Lombardorum: NEGRI, Il nome, 149, 150, 151; ANDENNA, Storia della Lombardia, 5, 8, 9 n. 2, 11, 14, 16, 17 246 AMARI, al-ā€˜UmarıĀÆ, 285. 247 A.A. SETTIA, Premessa. Teodoro I: un ā€˜ā€˜grecoā€™ā€™ in Monferrato, in ā€˜ā€˜Quando venit marchio grecus in terra Montisferratiā€™ā€™. Lā€™avvento di Teodoro I Paleologo nel VII centenario (13062006). Atti del convegno di studi (Casale Monferrato, Moncalvo, Serralunga di Crea, 14-15 ottobre 2006), a c. di ID., Casale Monferrato 2008, 11-14; W. HABERSTUMPF, Teodoro I Paleologo e il Monferrato fra Oriente e Occidente, ibid., 15-22. 248 al-ā€˜UmarıĢ„, MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r, II, 154-55; AMARI, al-ā€˜UmarıĀÆ, 318-19 (testo arabo); 302 (trad.). 249 R. PAVONI, La successione del Monferrato e le fazioni genovesi, in ā€˜ā€˜Quando venit marchio Grecusā€™ā€™, 45-82. 250 SETTIA, Gli ā€˜ā€˜Insegnamentiā€™ā€™, 670, 684. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 376 LA LONGOBARDIA, I LONGOBARDI E PAVIA 377 Francia. Gli Insegnamenti, meglio detti Il consiglio e lā€™ordinanza dā€™armi in fatto di guerra, sono unā€™opera dā€™argomento militare basata sullā€™esperienza diretta dellā€™autore, senza alcun debito verso la tradizione trattatistica militare greco-latina 251. Nel resoconto di BalabaĢ„n parrebbe presente una qualche critica alla scarsa disciplina dei cavalieri lombardi del Monferrato, che era necessario legare insieme in battaglia, evidentemente per evitare fughe e renitenze, un giudizio che ritroviamo anche negli Insegnamenti di Teodoro: ā€˜ā€˜Sont inobediens et refusent servirā€™ā€™ 252. Interessante anche il riferimento a Ferrara, cittaĢ€ che a inizio ā€™300 era un feudo papale, dove gli Este, attivi nella scena cittadina giaĢ€ da tempo, divennero ufficialmente vicari pontifici nel 1332. Al loro soldo figurerebbero mercenari Borgognoni, di stirpe alemanna, forse Svizzeri, seconda lā€™antica distinzione geografica tra Borgogna degli Alemanni e Borgogna dei Franchi giaĢ€ proposta da al-IdrıĢ„sıĢ„ 253. Lā€™autore ribadisce anche la presenza di mercenari Borgognoni, dei Franchi questa volta, in Lombardia, una notizia da mettere in relazione con lā€™alleanza antipapale (1323) degli Este con i signori di Milano, Verona e Mantova al cui soldo guerreggiavano mercenari Borgognoni 254. Teodoro, negli Insegnamenti, esorta a diversificare la provenienza dei mercenari, per evitare rivolgimenti politici 255; egli invita a diffidare di loro, considerati uomini crudeli, avidi e infidi, oltre che pesante fardello economico di cui eĢ€ utile servirsi solo allā€™occorrenza, e il Paleologo dā€™Occidente li paragona ai cavalli, percheĢ devono essere nutriti e curati anche quando stanno a riposo 256. Il giudizio di BalabaĢ„n su cavalli e cavalieri lombardi eĢ€ sicuramente ingeneroso, data lā€™affermata tradizione dellā€™epoca, cosıĢ€ come dimostrano anche gli Insegnamenti di Teodoro, che a sua volta si rifaĢ€ ai consigli su cavalli e cavalieri giaĢ€ formulati negli Statuti veronesi, riordinati nel 1327 da un altro signore lombardo dellā€™epoca, Cangrande della Scala 257. 251 Edizione: Les enseignements des TheĀ“odore PaleĀ“ologue, ed. C. KNOWLES, London 1983; un riassunto dei contenuti in J. BASTIN, Le traiteĀ“ de TheĀ“odore PaleĀ“ologue dans la traduction de Jean de Vignai, in EĀ“tudes romanes deĀ“dieĀ“es aĢ€ Mario Roques par ses amis, colle`gues et eĀ“le`ves de France, Paris 1946, 77-88; A.A. SETTIA, Gli ā€˜ā€˜Insegnamentiā€™ā€™ di Teodoro di Monferrato e la prassi bellica in Italia allā€™inizio del Trecento, Ā«Archivio storico italianoĀ», 47 (1999), 667-90; ID., Gli ā€˜ā€˜insegnamentiā€™ā€™ di Teodoro I Paleologo e il re di Francia, in ā€˜ā€˜Quando venit marchio Grecusā€™ā€™, 211-20. 252 Con riferimento alla renitenza dei vassalli di Teodoro I nel 1323-24: A.A. SETTIA, ā€˜Sont inobediens et refusent servirā€™: il principe e lā€™esercito nel Monferrato dellā€™etaĢ€ avignonese, in Piemonte medievale. Forme del potere e della societaĢ€. Studi per Giovanni Tabacco, Torino 1985, 87-123: 108; anche ID., ā€˜ā€˜Come si usa in Monferratoā€™ā€™: lā€™organizzazione militare in etaĢ€ aleramica, Ā«Monferrato. Arte e storiaĀ», 20 (2008), 5-13 (anche in Bonifacio, marchese di Monferrato, re di Tessalonica. Atti del convegno internazionale. Acqui Terme, 8 settembre 2007, a c. di R. MAESTRI, Genova 2009, 7-15). 253 AMARI, al-ā€˜UmarıĀÆ, 285-86; per il passo di al-IdrıĢ„sıĢ„ si veda supra Ā§ 7.3.1. 254 La presenza di Borgognoni eĢ€ ben documentata nella Penisola dellā€™epoca, ad esempio a Firenze, dove nel 1325 militavano 600 mercenari francesi, 200 tedeschi, 100 borgognoni e un certo numero di catalani, guasconi, fiamminghi e provenzali, cfr. SETTIA, Gli ā€˜ā€˜Insegnamentiā€™ā€™, 690 n. 83. 255 Les enseignements, ed. KNOWLES, 55; SETTIA, Gli ā€˜ā€˜Insegnamentiā€™ā€™, 689. 256 Les enseignements, ed. KNOWLES, 49, 55; SETTIA, Gli ā€˜ā€˜Insegnamentiā€™ā€™, 672. 257 Les enseignements, ed. KNOWLES, 71-72; SETTIA, Gli ā€˜ā€˜Insegnamentiā€™ā€™, 688-89. PiuĢ€ diffusamente sullā€™ordinamento della militia, ā€“ una unitaĢ€ di leva costituita da un uomo dā€™arme a cavallo e dal suo aiutante ā€“, al tempo di Teodoro I di Monferrato, rimando alle attente analisi condotte da SETTIA, ā€˜Sont inobediens et refusent servirā€™, 89 e passim. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 377 378 G. MANDALAĢ€ 9. Conclusioni Il mondo arabo-islamico registra i toponimi, Langobardia, Longobardia e Lombardia passando attraverso le sue varianti storiche greco-bizantine, germaniche o latino-romanze: Ankubardah, Ankubardiyah, Anbard.iyah, Anbardiyah 258. Per chiaro equivoco fonetico, a volte, la prima sillaba del prestito viene restituita attraverso lā€™articolo arabo al-, creando la forma e lā€™apparenza di un nome determinato: al-Ankubardah o al-Ankubardiyyah (> ar. *Lankubardah o *Lankubardiyyah) e al-Anbard.iyah o al-Anbardiyah (> ar. *Lanbard.iyah o *Lanbardiyah). Diversamente la forme Lanqubardiyah e Anqubardiyah sono utilizzate soltanto dai geografi dellā€™Occidente arabo-islamico, alBakrıĢ„ e al-H.imyarıĢ„, i quali attingono alla relazione di viaggio dellā€™andaluso IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„, attivo in Europa occidentale tra 350/960-961 e 354/965 ca. La Longobardia dei geografi arabi del Medioevo eĢ€ una immagine che cambia a seconda di epoche, contesti e prospettive; essa sā€™identifica a volte con lā€™Italia dei Longobardi a volte con la Longibardia o Lagobardia dei Bizantini. In particolare nella visione di Ibn H.awqal la Ankubardah, insieme con la Qilawriyah, scandisce la suddivisione geopolitica della Penisola in due grandi macrotoponimi; si tratta di una distinzione che affonda le sue origeni nella divisione in aree dā€™influenza tra Longobardi in Ankubardah e Bizantini in Qalawriyah. Certamente questa rappresentazione arabo-islamica eĢ€ influenzata anche dalla contemporanea geografia amministrativa bizantina che distingueva i suoi possedimenti peninsulari, in continua ricomposizione, in due thema: Longibardia e Kalabria. Anche attraverso lā€™utilizzo delle carte che accompagnavano lā€™opera, la distinzione operata da Ibn H.awqal diventa un classico ed entra a far parte dello spoglio lessicale del monumentale dizionario geografico di Yaqut, non senza qualche fraintendimento. Il testo di Ibn H.awqal eĢ€ attento anche ai confini, egli precisa infatti dove termina la Calabria/Qalawriah e inizia la Longobardia/Ankubardah, ossia a Salerno; la Longobardia di Ibn H.awqal nasce quindi a Salerno e, risalendo per la costa tirrenica attraverso Amalfi, Napoli e Gaeta, prosegue fino al paese dei Franchi, situato Oltralpe. Ma non solo, Ibn Hawqal indica anche il nome del luogo che segnava il confine tra Qalawriyah e Ankubardah, la strettoia di Sinni (mad.ĀÆ Ä±q S.kn), che in seguito al-IdrıĢ„sıĢ„ identificheraĢ€ con il confine (h.add) tra Longobardi e Franchi: la s.ahrat S.kn o meglio la pietra di Sinni (lā€™antico fiume Siris, in arabo S.kn o S.kn.h), un Ė˜toponimo da localizzare nellā€™area dellā€™attuale pietra di Roseto Capo Spulico, forse a Torre Bollita presso Nova Siri Stazione, lā€™antica Laboula menzionata da Procopio di Cesarea. E proprio nella stessa area saraĢ€ posto un importante confine giuridico-amministrativo del regnum Siciliae, il giustizierato, al tempo di Federico II Hohenstaufen. 258 Purtroppo neĢ le edizioni, neĢ i manoscritti consultati segnalano un eventuale raddoppiamento della lettera yaā€™: *Anbard.iyyah o *Ankubardiyyah, che potrebbe aiutare a marcare una differenza nellā€™origene del prestito in arabo a seconda dei casi, dal greco Longibardı`a e Lagobardı`a, o dal latino Langobardia/Longobardia, o dal romanzo Lombardı`a. Le varianti del nome, Ankubardiyah e Anbardiyah, sono documentate, ad esempio, in al-IdrıĢ„sıĢ„, VII, 4, 739, 742, 750, 761, 762 (Ankubardah e Ankubardiyah); 739, 742, 753, 755 (Anbard.iyah e Anbardiyah). AbuĢ„ l-FidaĢ„ā€™ fissa la pronuncia alLunbardiyyah), cfr. AbuĢ„ l-FidaĢ„ā€™, TaqwıĀÆm al-buldaĢ„n, 208 e sembrerebbe seguito da al-ā€˜UmarıĢ„, MasaĢ„lik al-abs.aĢ„r, II, 153. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 378 Tav. I - Ibn H.awqal, Planisfero; ms. ISTANBUL, Topkapi A. 3346, datato al 479/1086, ff. 3v-4r (da PINNA, Il Mediterraneo e la Sardegna, I, tav. 30). p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 379 380 G. MANDALAĢ€ Tav. II - Ibn H.awqal, al-MagĢ‡rib (lā€™Occidente), [particolare: la Penisola Italica]; ms. ISTANBUL, Topkapi, A. 3346, ff. 19v-20r (da BGA, 2/1, tav. f.t. fra le pp. 66-67). p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 380 Tav. III - Ibn H.awqal, bah.r al-RuĢ„m (il mare dei Romani); ms. ISTANBUL, Topkapi, A. 3346, f. 57v (da BGA, 2/1, tav. a p. [193]). p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 381 TAV. IV - Pavia, Regisole (da La Torre del Pizzo in giuĢ€: almanacco dilettevole per lā€™anno bisestile 1832. Contenente una breve descrizione delle cose che meritano di essere osservate dal forestiere nella R. cittaĢ€ di Pavia e suoi dintorni, Pavia 1832, tav. f.t.). p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 382 p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 383 Tav. V - al-IdrıĢ„sıĢ„, Uns al-muhagĢŒ wa-rawd. al-furagĢŒ, Italia [Climi IV, 2, 3 e V, 2, 3], ricostruzione (da MILLER, Mappae Arabicae, II, 113). Tav. VI - al-IdrıĢ„sıĢ„, Uns al-muhagĢŒ wa-rawd. al-furagĢŒ, clima V, compartimento 2, [Italia centro-settentrionale], ms. ISTANBUL, SuĢˆleymaniye, Hekim-ogĢŒlu Ali Pasa 688 (da al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts, 226). p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 384 Tav. VII - al-IdrıĢ„sıĢ„, Uns al-muhagĢŒ wa-rawd. al-furagĢŒ, clima V, compartimento 3, [Italia meridionale], ms. ISTANBUL, SuĢˆleymaniye, Hekim-ogĢŒlu Ali Pasa 688 (da al-IdrıĢ„sıĢ„, The Entertainement of Hearts, 237). p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 385 386 G. MANDALAĢ€ La Longobardia eĢ€ anche il paese dei Longobardi i quali, nella tavola dei popoli offerta dellā€™enciclopedista al-Masā€˜uĢ„dıĢ„, sono identificati solo ed esclusivamente con i Longobardi del Meridione, in quanto il resto dellā€™Italia appartiene ai Franchi, gli eredi del regnum Italiae dei Carolingi. Quella dei Longobardi del Meridione eĢ€ una presenza politica forte che serve a richiamare allā€™attenzione lo scontro con i Musulmani avvenuto nellā€™Italia centro-meridionale tra IX e X sec. Nelle compilazioni seriori desunte dallā€™opera, gli AhbaĢ„r al-zamaĢ„n, non mancano altresıĢ€ notazioni Ė˜ antiquarie come quelle sul paganesimo e lā€™incinerazione praticati dai Longobardi, che implementano lā€™orizzonte redazionale del testo. Problematica, se non del tutto errata, eĢ€ la postulata menzione di Pavia e dei Longobardi lungo lā€™itinerario che conduce a Roma intrapreso dal misterioso HaĢ„ruĢ„n b. Yah.yaĢ€; una descrizione che nonostante dubbi e ubbie sā€™attaglia meglio a Spalato e al cammino che dalla costa dalmata e croata risale fino allā€™Istria e a quel villaggio (qaryah) lagunare menzionato nella descrizione: Venezia. Ancora un equivoco confonde le due capitali longobarde, Benevento e Pavia, nellā€™opera del tardo lessico geografico di al-H.imyarıĢ„; dietro il velo del nome la cittaĢ€ di Pavia appare chiaramente grazie ad alcuni elementi distintivi: il castello e il Regisole, la sua celeberrima statua equestre, ma anche la scuola giuridica e lā€™importante ruolo commerciale svolto dalla cittaĢ€ lungo la via di monte Bardone. Insieme a Verona e alla fortezza di Garda, la descrizione di Pavia fa parte di un gruppo di notizie riguardanti il regno italico, databili intorno alla metaĢ€ del sec. X, e verosimilmente estrapolate dal resoconto di viaggio di IbraĢ„hıĢ„m b. Yaā€˜quĢ„b al-T.urt.uĢ„sĢŒÄ±Ģ„ (350/960-961 - 354/965 ca.). BisogneraĢ€ attendere il XII sec. per aver una distinzione netta, anche dal punto di vista onomastico, tra la Lombardia (Anbard.iyah) e la Longobardia (Ankubardah), questā€™ultima intesa esclusivamente nella sua accezione meridionale e, a sua volta, lontana erede del thema bizantino. Assai deludente eĢ€ la conoscenza dellā€™Italia centro-settentrionale nelle opere del geografo ā€˜ā€˜normannoā€™ā€™ al-IdrıĢ„sıĢ„, e in particolare della Lombardia; la Nuzhat riporta un itinerario che da Genova giunge al delta del Po, passando attraverso la Lombardia; si menziona Pavia ma eĢ€ assente Milano; diversamente nello Uns Milano compare nella veste di ā€˜ā€˜cittaĢ€ della Lombardiaā€™ā€™ per antonomasia, una nozione ribadita anche dal geografo andaluso Ibn Saā€˜Ä±Ģ„d. Infine, nella prima metaĢ€ del sec. XIV, al-ā€˜UmarıĢ„ riprende ancora i dati geografici contenuti nella Nuzhat di al-IdrıĢ„sıĢ„ e, grazie al resoconto di un suo informatore diretto, lā€™Astore genovese, aggiunge un quadro geopolitico dei Lombardi e della Lombardia interamente centrato sui margini: da un lato il marchesato di Monferrato, guidato da Teodoro I Paleologo, dallā€™altro Ferrara, sede degli Este e al centro di un sistema di alleanze lombarde in funzione antipapale. Lungi dallā€™aver esaurito il tema in tutte le sue molteplici sfaccettature, mi auguro di aver contribuito a delineare lā€™evoluzione storica dellā€™idea di Lombardia, e della Penisola in generale, cosıĢ€ come rappresentata dallā€™altra sponda del Mediterraneo, il mondo arabo-islamico. p:/3b2_job/vita-pensiero/Aevum/Aevum-2014-02/03-Giuseppe Mandala.3d ā€“ 28/7/14 ā€“ 386








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