e 14 no. L'opposizione abbandona l'aula e decide di non votare
Dal Senato ok alla Riforma
tra le proteste dell'Unione
Adesso il provvedimento torna alla Camera, poi di nuovo
a Palazzo Madama. E alla fine il referendum

La protesta dell'Unione
ROMA - Il disegno di legge sulle riforme, quello che modifica la seconda parte della nostra Costituzione, � stato approvato questa mattina dal Senato. Un via libera all'insegna delle proteste: l'Unione, poco prima del voto, ha eposto polemicamente alcune bandiere tricolori, e poi ha abbandonato l'aula.
Il risultato � che il provvedimento � passato con numeri diversi dal solito: 162 s� e 14 no. L'unico a votare, per il centrosinistra, � stato Nicola Mancino; mentre nel centrodestra hanno bocciato il disegno di legge Domenico Fisichella di An, e Renzo Gubert dell'Udc.
Adesso le nuove norme - che introducono, tra l'altro, la devolution fortemente voluta dalla Lega - devono tornare prima alla Camera e poi di nuovo in Senato, come sempre accade quando si tratta di modifiche alla Costituzione. Da adesso in poi, per�, la lettura parlamentare sar� pi� veloce, perch� non ci sara pi� la possibilit� di presentare emendamenti. Alla fine dell'iter, se ci sar� come prevedibile l'approvazione definitiva, l'Unione chieder� il referendum confermativo. Che, a quanto dichiarato oggi dal premier Berlusconi, dovrebbe svolgersi dopo le elezioni politiche del 2006.
Resta il fatto che, come i numeri del voto di oggi dicono con chiarezza, su queste riforme si sta consumando un ennesimo, fortissimo strappo tra maggioranza e opposizione. A dimostrarlo, anche la tormentata mattinata parlamentare in Senato. Al momento delle dichiarazioni di voto finali, infatti, i membri dell'Unione hanno inscenato una vigorosa protesta, sventolando anche bandiere tricolori. Il presidente dell'assemblea, Marcello Pera, ha deciso di sospendere la seduta.
Poi, quando i lavori sono ripresi, i senatori dell'opposizione hanno abbandonato l'aula, rifiutando il voto e continuando a manifestare, poco pi� tardi, ancheall'esterno di Palazzo Madama. Mentre all'interno i senatori di An - nel tentativo di non farsi "scippare" il simbolo patriottico per eccellenza - hanno anche loro esposto delle bandiere, con tanto di striscione: "Nasce la nuova Italia".
(23 marzo 2005)