Bernardino Pallantieri

vesovo (1533-1619)

Bernardino Pallantieri, in religione fra' Girolamo (Castel Bolognese, 20 maggio 1533Bitonto, 25 agosto 1619), è stato un vescovo cattolico italiano.

Bernardino Pallantieri, O.F.M. Conv.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Bitonto (1603-1619)
 
Nato20 maggio 1533 a Castel Bolognese
Ordinato presbitero1578
Nominato vescovo10 settembre 1603 da papa Clemente VIII
Consacrato vescovo12 ottobre 1603 dal cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
Deceduto25 agosto 1619 (86 anni) a Bitonto
 

Biografia

modifica

Figlio di Francesco Pallantieri e di sua moglie Lucrezia Volpi, nacque in una famiglia nobile e facoltosa di Castel Bolognese.[1]

Abbracciò la vita religiosa tra i frati minori conventuali nel 1547, prendendo il nome di fra' Girolamo, professò i voti nel 1548 e fu inviato a Cremona dove studiò presso la scuola di lettere umanistiche con i maestri Marco Tartesio e Giovanni Musonio; studiò poi filosofia a Ferrara sotto sotto Filippo Braschi e Vincenzo Maggio. Divenne lettore di logica nello studio dei frati minori conventuali di Bologna.[1]

Fu ordinato prete nel 1558 e nel 1560 conseguì il titolo di maestro. Nel 1566 fu chiamato a Pavia e nominato teologo pubblico della locale università e reggente dello studio e nel 1568 fu chiamato dall'arcivescovo Carlo Borromeo come reggente dello studio di Milano; rientrò a Pavia nel 1573.[2]

Fu nominato teologo commensale del cardinale di Montalto e si trasferì a Roma, dove collaborò alla preparazione dell'edizione critica delle opere di sant'Ambrogio.[2]

Eletto ministro provinciale dei minori conventuali di Bologna nel 1582, nel 1585 fu chiamato a reggere la cattedra di teologo dello studio di Padova e nominato superiore della basilica e convento di Sant'Antonio. Dopo l'elezione a papa di Sisto V tornò a Roma come lettore alla Sapienza ed esaminatore dei vescovi.[2]

Fu tra i 14 membri della commissione di religiosi francescani nominati da papa Clemente VIII per dirimere la questione De auxiliis gratiae.[2]

Il 10 settembre 1603 fu eletto vescovo di Bitonto ma, trattenuto a Roma dal pontefice, raggiunse la sua sede solo nel 1605. Come vescovo, prese a modello Carlo Borromeo: si avvalse della collaborazione dei chierici regolari teatini e celebrò un sinodo diocesano, i cui atti furono pubblicati nel 1610.[2]

Dopo la sua morte, il capitolo generale dei frati minori conventuali celebratosi a Roma nel 1623 ottenne la facoltà di iniziare il processo informativo su vita, virtù e fama di santità del vescovo e il 23 giugno 1763 gli atti dell'inchiesta giunsero a Roma.[3]

La prima ricognizione delle reliquie ebbe luogo in occasione del ventennale della morte; altre ricognizioni canoniche si ebbero nel 1682 e nel 1961.[3]

Genealogia episcopale

modifica

La genealogia episcopale è:

  1. ^ a b Ernesto Piacentini, BSS, Prima apendice (1987), col. 1008.
  2. ^ a b c d e Ernesto Piacentini, BSS, Prima apendice (1987), col. 1009.
  3. ^ a b Ernesto Piacentini, BSS, Prima apendice (1987), col. 1010.

Bibliografia

modifica
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

Collegamenti esterni

modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN311287276 · SBN UBOV136379 · CERL cnp01302315 · GND (DE119780291 · BNE (ESXX5605855 (data)
pFad - Phonifier reborn

Pfad - The Proxy pFad of © 2024 Garber Painting. All rights reserved.

Note: This service is not intended for secure transactions such as banking, social media, email, or purchasing. Use at your own risk. We assume no liability whatsoever for broken pages.


Alternative Proxies:

Alternative Proxy

pFad Proxy

pFad v3 Proxy

pFad v4 Proxy