Capitol Records

etichetta discografica statunitense

La Capitol Records è un'etichetta discografica di Los Angeles, negli Stati Uniti d'America. Fa parte del Capitol Music Group, comprendente numerose altre etichette, e dal 2012 anche dell'Universal Music Group.

Capitol Records
Logo
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StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Fondazione1942
Fondata daJohnny Mercer, Buddy DeSylva e Glenn Wallichs
Sede principaleCapitol Records Building, California, USA
GruppoUniversal Music Group
Settoreetichetta discografica
Sito webwww.capitolrecords.com/ e www.capitolrecords.com

La Capitol viene considerata la principale etichetta discografica della città.[1]

La Capitol Records venne fondata da Johnny Mercer, Buddy DeSylva e Glenn Wallichs nel 1942.[2] Tra i primi artisti a lavorare per essa vi furono Johnnie Johnston, Morse, Jo Stafford, Pied Pipers, Tex Ritter, Tilton, Paul Weston, Whiteman e Margaret Whiting.[2]

Nel 1949 la Capitol inaugurò una branca canadese e acquisì i KHJ Studios di Hollywood.[3] Negli anni cinquanta l'etichetta iniziò a pubblicare la musica di The Jodimars, Gene Vincent e altri artisti rock and roll; vennero anche editi i dischi di comici come Stan Freberg, Johnny Standley e Mickey Katz.[4] Importante fu il ruolo svolto dalla casa discografica di Los Angeles nella promozione di musicisti e cantanti jazz come Duke Ellington, Nat King Cole, Frank Sinatra e Miles Davis.[1]

Dal 1955 al 2012 la Capitol fu di proprietà della EMI; in seguito diventerà parte delll'Universal Music Group.[1] Nel 1979 si fuse con la Thorn Electrical Industries dando vita alla Thorn EMI.[5]

  1. ^ a b c Capitol, miracolo a LA, su ilmanifesto.it. URL consultato il 25 ottobre 2024.
  2. ^ a b (EN) aPop Chronicles the 40s: The Lively Story of Pop Music in the 40sccesso=25 ottobre, su digital.library.unt.edu.
  3. ^ (EN) Peggy Lee Discography - The Capitol Years, Part 3, su peggyleediscography.com. URL consultato il 25 ottobre 2024.
  4. ^ (EN) The Record Decade, 1942-42, in Billboard, 2 agosto 1952.
  5. ^ (EN) EMI: a giant at war with itself, su telegraph.co.uk. URL consultato il 25 ottobre 2024.

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