I Seguaci (in arabo التابعون?, al-Tābiʿūn, sing. tābiʿ o tābiʿī) furono i musulmani della generazione successiva a quella di Maometto, che non ebbero pertanto modo di frequentarlo, se non fuggevolmente, come invece avevano potuto fare i Compagni (o aāba) che, di fatto, furono i loro principali informatori circa il periodo in cui visse ed agì il profeta dell'Islam.[1]

Inferiori di poco per affidabilità ai Compagni, i Seguaci hanno nondimeno un enorme credito nell'Islam e numerosi ḥadīth hanno all'origine della catena trasmissiva il nome di uno di loro. Di loro si occupano infatti numerose opere biografiche chiamate ṭabaqāt.

  1. ^ Muhammad Siddiqi, Hadith Literature (PDF), Oxford, The Islamic Texts Society, 1993, ISBN 0-946621-38-1..

Bibliografia

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  • (AR) Ibn Ḥajar al-ʿAsqalanī, Kitāb tahdhīb al-tahdhīb, Ḥaydarābād, Dāʾirat al-maʿārif al-ʿuthmāniyya, 1325-7 E., 12 voll.
  • (AR) Aḥmad b. Ḥanbal, Kitāb al-ʿilal wa-maʿrifat al-rijāl, a cura di Talât Koçyigit e İsmail Cerrahoǧlu, Ankara, 1963

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