Stabilimento Redaelli di Napoli
Lo stabilimento Redaelli è stato un impianto industriale di Napoli ubicato nel quartiere Vicaria.
Stabilimento Redaelli | |
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Ingresso principale | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Napoli |
Indirizzo | via della Piazzolla |
Coordinate | 40°51′57.02″N 14°16′17.84″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | dismesso |
Costruzione | XX secolo |
Uso | industriale |
Realizzazione | |
Proprietario | Redaelli SPA |
Storia
modificaSorse agli inizi del XX secolo su un'area di circa 25000 m² per iniziativa di Giuseppe Redaelli, industriale milanese, per la lavorazione e la trafilatura del ferro e dell'acciaio. La scelta di stabilire l'azienda alla Vicaria rispondeva ai bisogni del Piano di Risanamento sullo sviluppo economico del quartiere e dalla grande opportunità offerta dalla vicina ferrovia Alifana.
L'area è delimitata triangolarmente a sud da via Piazzola al Trivio, a nord da via Rampe del Campo, ad ovest da via Don Bosco e da via Arenaccia. La fabbrica visse il suo periodo migliore durante la prima guerra mondiale, a seguito della forte domanda di metalli da impiegare nella produzione bellica, cui seguì nel dopoguerra le difficoltà per la riconversione. Negli anni ottanta, a seguito della crisi globale dell'acciaio, l'azienda seguì le sorti di altre fabbriche partenopee con l'inesorabile dismissione degli impianti[1].
Organizzazione
modificaOltre ai reparti per treno-lamiere, per la trafila e di laminazione, il complesso si compone di numerosi edifici adibiti a servizi per il personale: refettorio per operai e impiegati, gli uffici di gestione e contabilità con il padiglione medagliere, il padiglione pesa e lo spogliatoio delle guardie. Sono inoltre presenti gli uffici di direzione e, infine, il padiglione del laboratorio sperimentale.
Servizio sociale di fabbrica
modificaL'ex Radaelli fu anche l'ultimo dei complessi industriali a dotarsi di un servizio autonomo assistenziale. Due assistenti sociali, scelte tra neodiplomate della ex scuola del Consorzio Unsass in via Acton, si interessavano dei bisogni della famiglia dei lavoratori quali, ad es., fornire informazioni previdenziali, raccolta ed avviamento delle pratiche, orientamento professionale dei figli o eventuale invio in colonia, interventi in casi di emergenza.
Prospettive sulla ex Redaelli
modificaNel 2008 il Comune di Napoli ha deciso avviare le procedure di recupero dell'ex complesso industriale mutandone la destinazione d'uso in area residenziale. Sono previsti, infatti, la costruzione di nuovi vani per un totale di 63500 m³, un fabbricato per attività artigianali di 11520 m³, un centro commerciale di 30460 m³, un parcheggio con box e stalli privati ed, infine, il recupero di alcuni padiglioni e la ciminiera ritenuti siti d'interesse archeo-industriale[1].[2]
«L'insediamento dell'ex fabbrica Redaelli, se pur in avanzato stato di degrado strutturale e ambientale, rappresenta uno degli esempi di tipologia industriale inizi del '900, tale da configurarsi di particolare interesse storico ambientale»
«Fanno parte del parco pubblico alcuni fabbricati industriali di interesse testimoniale costituiti da strutture con piastrine di ghisa e dalla presenza della ciminiera memoria storica dell'attività produttiva della fabbrica.»
«la variante persegue l'obiettivo della riqualificazione del tessuto urbano esistente in cui ricadono manufatti industriali storici mediante il recupero dei manufatti di architettura industriale che rivestono interessi storici documentali»
Note
modifica- ^ a b c d e Relazione istruttoria sulla proposta di piano di recupero relativo all'ambito 19 (ex fabbrica Radaelli) nel quartiere Vicaria (PDF), su comune.napoli.it, 2008, 19.
- ^ Dai vicoli di Napoli, su daivicolidinapoli.it. URL consultato il 16 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Bibliografia
modifica- ”Corriere del Mezzogiorno”, 27 febbraio 2005, Due mostri dimenticati nel cuore della città.
- http://www.diarc.mapa.unina.it/downloads/pdf/Archivio_tesi_MAPA__19_05_2015.pdf
Collegamenti esterni
modifica- Sito istituzionale, su comune.napoli.it.