Via dei Serragli

strada nel comune italiano di Firenze

Via dei Serragli è una strada del quartiere Oltrarno del centro di Firenze.

Via dei Serragli
Via de' Serragli nei pressi del vecchio accesso al giardino Torrigiani
Nomi precedentiVia del Pugliese, via del Canto alla Cuculia, via Chiara, via Giano della Bella, via delle Fornaci, via di Boffi
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàFirenze
QuartiereQuartiere 1
Codice postale50124
Informazioni generali
Tipostrada carrabile
Intitolazionefamiglia Serragli
Collegamenti
Iniziopiazza Nazario Sauro/borgo San Frediano/via Santo Spirito
Finepiazza della Calza
Intersezioniborgo Stella, via Santa Monaca, via Sant'Agostino, via dell'Ardiglione, via della Chiesa, via del Campuccio, via Santa Maria, via Serumido
Mappa
Map

Storia e descrizione

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La via va da piazza Nazario Sauro (Ponte alla Carraia) a piazza della Calza (Porta Romana). Attraversa dritta tutta la parte della città a sud dell'Arno sull'asse nord-sud ed ha un impianto rettilineo che denota la sistemazione cinquecentesca della zona, quando una parte dell'Oltrarno fu ricostruita in seguito alla sistemazione della corte granducale dei Medici a Palazzo Pitti. In quel periodo le famiglie più ricche fecero infatti a gara a costruire i più bei palazzi lungo via Maggio, via de' Serragli e le altre strade attigue, considerate più salubri (e più prestigiose) rispetto alla riva nord dell'Arno.

La strada prende il nome dalla famiglia Serragli, che aveva avuto alcuni importanti membri che ricoprirono alcune cariche pubbliche tra il XIV e il XVII secolo: sei gonfalonieri e 21 priori. La fama dei Serragli però è soprattutto dovuta all'ultimo discendente, Giuliano, che nel 1648 lasciò tutti i suoi averi alla Congregazione di San Filippo Neri per la costruzione del Complesso di San Firenze: proprio a fronte di questo gesto di magnanimità la strada, fino ad allora distinta in quattro segmenti con altrettanti nomi, venne interamente intitolata alla sua famiglia in segno di riconoscenza.

Durante il periodo di Firenze Capitale avevano sede nella via l’Ambasciata Turca in Italia e quella Americana, rispettivamente ai numeri civici 5 e 13;[1] mentre ai tempi del Fantozzi (inizio anni 1840), si trovava l’ambasciata britannica presso il Granducato di Toscana.[2]

Edifici di rilievo

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Il primo palazzo di rilievo che si incontra venendo dall'Arno è Palazzo Rinuccini, in angolo con via Santo Spirito. Al numero 8 è presente invece il Palazzo Feroni-Del Pugliese, edificato a metà del Quattrocento e ristrutturato nel 1778 da Zanobi del Rosso, che uniformò la facciata e disegnò il giardino. Al 9 si trova il Palazzo Antinori di Brindisi e al 17 Palazzo Rosselli del Turco. Al 19 si incontra Palazzo Pallavicini e al 21 Palazzo Baldovinetti, dove abitò Galileo Dati, amico di artisti e scienziati che spesso si riunivano nel suo palazzo.

Al numero 44 una targa ricorda la casa natale di Antonio Meucci, mentre al 49 il seicentesco Palazzo Ricasoli-Salviati fu realizzato da Gherardo Silvani. Qui si trova anche la facciata ottocentesca dell'Istituto Gould.

Poco più avanti si trova anche lo studio dello scultore Pio Fedi (dal 1842), una curiosa costruzione la cui facciata viene spesso scambiata per una chiesa. Tale inconsueta forma deriva dal fatto che qui ci fosse infatti l'ex monastero di Santa Chiara, al confine con l'attiguo convento di Annalena. Il monastero venne soppresso nel 1808 ed adibito ad usi diversi. Oltre allo studio dello scultore autore dell'Ercole nella Loggia dei Lanzi, una parte del monastero divenne l'Arena Goldoni: inaugurata nel 1818, fu destinata alle rappresentazioni teatrali diurne. In seguito, grazie all'impresario Luigi Gargani, venne edificato un teatro al coperto in stile neoclassico, il Teatro Goldoni, su disegno di Giuseppe Del Rosso. Dal 1908 allo scoppio della prima guerra mondiale nel teatro operò uno dei padri dell'avanguardia teatrale, Edward Gordon Craig, che vi fondò la sua scuola di teatro.

L'ex monastero di Sant'Elisabetta delle Convertite era tra i più importanti di Oltrarno e fu fondato nel 1285 dal fratello della Beata Umiliana de' Cerchi. Ospitò le Pinzochere di Santa Croce, le religiose che facevano parte del terzo ordine francescano e che avevano particolare cura del convento di Santa Croce. Il monastero venne trasferito in via dei Malcontenti nel 1837, e il monastero divenne rimessa per gli omnibus, poi asilo per orfanelli. La chiesa, che si trova all'angolo con via del Campuccio, fu restaurata da dall'architetto Giuseppe Castellucci ai primi del Novecento.

Nel 1515 nacque vicino a questo monastero San Filippo Neri, in una casa oggi segnalata da un tabernacolo forse dipinto da Bernardino Poccetti.

Al numero 134 una targa ricorda Alphonse de Lamartine che qui abitò. Verso sud, nella parte più prossima a Porta Romana, costeggia il recinto del grande Giardino Torrigiani, dove si trova anche l'antica porta principale di accesso.

Al numero 144 una targa ricorda la prima sfilata collettiva di alta moda italiana organizzata da Giovanni Battista Giorgini nella sua abitazione privata il 12 febbraio del 1951.

  1. ^ Firenze in tasca. Una gita di piacere alla Capitale (guida economico-pratica), Fratelli Pellas, Firenze, 1867, ristampa anastatica, Sesto Fiorentino, 2014, Apice Libri, ISBN 978-88-906198-3-0, pag. 12.
  2. ^ Federico Fantozzi, Nuova Guida ovvero Descrizione storico-artistico-critica della città e dei contorni di Firenze, ristampa anastatica del 1842, Arnaldo Forni Editore, aprile 1979.

Bibliografia

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  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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