tristi, dicendo ancora che di là da’ monti gli spiriti sono più malagevoli a scacciare che di qua; et tutto ciò faceva Gianmatteo per non far cosa che a Roderigo spiacesse; ma il re adiratosi giurò per le San Diu, che non liberando la figliuola, lo appenderebbe. Onde veggendosi Gianmatteo a mal partito, fatto buon cuore, dopo le usate cerimonie, fattasi venir la spiritata et agli orecchi di quella accostatosi, quanto più umilmente poteo, prego Roderigo che se n’andasse, ricordandogli il servigio fattogli, et appresso narrandogli a che termine et in quanto pericolo egli si trovava. Al quale Roderigo con un mal viso voltosi, disse: adunque, villano traditore, tu hai ardire di venirmi avanti? Or non ti basta quello che io t’ho fatto guadagnare? Che di lavoratore della terra sei gentile uomo divenuto? Et non te ne contenti? Or le vamiti dinanzi, se non che io ti farò un mal giuoco. Gianmatteo dopo lo avere più volte pregato invano Roderigo, dubitando dello sdegno suo, licenziata la damigella, disse al re: io v’ho detto, Sagra