Tamiasciurus hudsonicus
Scoiattolo rosso[1] nordamericano | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[2] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Rodentia |
Sottordine | Sciuromorpha |
Famiglia | Sciuridae |
Sottofamiglia | Sciurinae |
Tribù | Sciurini |
Genere | Tamiasciurus |
Specie | T. hudsonicus |
Nomenclatura binomiale | |
Tamiasciurus hudsonicus (Erxleben, 1777) |
Lo scoiattolo rosso nordamericano (Tamiasciurus hudsonicus Erxleben, 1777) è una specie di scoiattolo arboricolo del genere Tamiasciurus originaria del Nordamerica.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente, gli studiosi riconoscono 24 sottospecie di scoiattolo rosso americano[3][4][5]:
- T. h. hudsonicus Erxleben, 1777 (Ontario);
- T. h. abieticola A. H. Howell, 1929 (Virginia e Carolina del Nord);
- T. h. baileyi J. A. Allen, 1898 (Alaska);
- T. h. dakotensis J. A. Allen, 1894 (Wyoming e Dakota del Sud);
- T. h. dixiensis Hardy, 1942 (Utah);
- T. h. fremonti Audubon e Bachman, 1853 (Colorado centrale e Utah);
- T. h. grahamensis J. A. Allen, 1894 (Arizona e Nuovo Messico);
- T. h. gymnicus Bangs, 1899 (Nuovo Brunswick e Maine);
- T. h. kenaiensis A. H. Howell, 1936 (Alaska);
- T. h. lanuginosus Bachman, 1839 (Vancouver e Columbia Britannica);
- T. h. laurentianus Anderson, 1942 (Golfo di San Lorenzo, Québec);
- T. h. loquax Bangs, 1896 (Stati Uniti orientali, dall'Illinois all'Atlantico);
- T. h. lychnuchus Stone e Rehn, 1903 (Nuovo Messico);
- T. h. minnesota J. A. Allen, 1899 (Minnesota);
- T. h. mogollonensis J. A. Allen, 1899 (Nuovo Messico e Arizona);
- T. h. pallescens A. H. Howell, 1942 (Dakota del Nord e Manitoba);
- T. h. petulans Osgood, 1900 (Alaska);
- T. h. picatus Swarth, 1921 (Kupreanof Island, Alaska);
- T. h. preblei A. H. Howell, 1936 (Columbia Britannica e Territori del Nord-Ovest);
- T. h. regalis A. H. Howell, 1936 (Isle Royale, Michigan);
- T. h. richardsoni A. H. Howell, 1936 (Columbia Britannica e Idaho);
- T. h. streatori J. A. Allen, 1898 (Columbia Britannica);
- T. h. ungavensis Anderson, 1942 (penisola di Ungava);
- T. h. ventorum J. A. Allen, 1898 (Wyoming).
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Lo scoiattolo rosso è noto per il grido di richiamo che emette ogni qualvolta è disturbato: un acuto e prolungato ciurr-ciurr. La lunghezza della testa e del corpo insieme varia da 16,5 a 23 cm ed è dunque 2/3 delle dimensioni dello scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis)[3][4]. Il mantello varia dal bruno-fulvo al brunastro con una striscia rossastra che, partendo dalle orecchie, arriva fino alla punta della coda, e una linea nerastra lungo i fianchi; gli occhi sono cerchiati di bianco[3][4][6][7]. La coda è rivestita di peli gialli oppure bianchi, mentre le parti ventrali sono bianche[3][4][7]. D'inverno, il colore del mantello sbiadisce e la linea nera laterale, già assente negli individui giovani, sparisce, mentre le orecchie vengono protette da piccoli ciuffi di peli neri e rossastri[3][7]. Una specie molto simile, lo scoiattolo di Douglas (Tamiasciurus douglasii), si differenzia dallo scoiattolo rosso per la sfumatura color ruggine delle regioni ventrali[3][4][6][7].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Lo scoiattolo rosso occupa un areale molto vasto, che dall'Alaska e dal Québec si spinge a sud, attraverso le Montagne Rocciose, fino al Nuovo Messico e, attraverso gli Appalachi, fino alla Carolina del Sud[2][3][5][6][7]. È stato introdotto anche sull'isola di Terranova, presso la costa orientale del Canada[2]. La sottospecie T. h. grahamensis, isolata da tutte le altre, è ristretta al monte Graham, una vetta dei monti Pinaleño, nel sud-est dell'Arizona[2][4][5][6].
Gli scoiattoli rossi vivono essenzialmente nelle foreste decidue e sempreverdi, ma hanno una gran capacità di adattamento, per cui costruiscono la loro tana in qualsiasi riparo, attorno alle case, nelle siepi e nel sottosuolo[3]. Scavano gallerie anche sotto la neve e si servono persino di quelle abbandonate dalle marmotte e dai tamia[3]. Grazie alla loro capacità di adattamento a vivere sottoterra o sotto mucchi di pietre o di legname sono riusciti a sopravvivere al massiccio disboscamento delle foreste che ha ridotto l'ambiente vitale degli scoiattoli prettamente arboricoli[3].
I nidi vengono costruiti sulle biforcazioni dei rami, tra le foglie, nelle tane dei picchi, nelle cavità naturali dei vecchi alberi, nel sottosuolo, nel terreno asciutto o anche sotto pietre e ceppi[3]. Occasionalmente gli scoiattoli rossi si servono anche di vecchi nidi di corvi e di falchi come fondamenta per i loro nidi. Questi sono composti di tre strati: all'esterno da un intreccio di ramoscelli che portano ancora attaccate le foglie, all'interno da uno strato compatto di foglie pressoché impermeabile, mentre la camera interna, grande 10–15 cm, è rivestita di materiale più fine quale erba secca, muschio, penne e peli.
Gli scoiattoli rossi sono animali diurni, ma approfittano anche delle notti di luna per uscire all'aperto e sono laboriosi durante tutto l'inverno, rimanendo nei loro nidi solo durante il maltempo[3].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Gli scoiattoli rossi fanno un grande spreco di cibo, danneggiando e rifiutando più di quanto non ne mangino, e conservandone più di quanto ne possano consumare. La loro dieta è essenzialmente vegetariana con le pigne di pino che costituiscono la base della loro alimentazione durante tutto l'anno[3]. Essi le raccolgono dai rami in autunno, quando sono ancora verdi, e prima che possano maturare e cadere lontano[3]. In seguito le trasportano giù dall'albero e le immagazzinano a gruppi di 150, o anche più, sotto il suolo umido in modo che non possano maturare prima del necessario. Anche altri semi, quali nocciole e bacche, rientrano tuttavia nella loro dieta; a primavera, quando le gemme dell'olmo e dell'acero si staccano, gli scoiattoli rossi ne spaccano la corteccia per succhiarne il succo, così come spaccano le mele per mangiarne i semi, lasciando invece intatta la polpa[3]. Sono anche ghiotti di funghi e spesso li conservano fino a seccarli nelle spaccature degli alberi e nei ceppi[3]. Si nutrono anche della letale Amanita muscaria, dato che sembrano immuni al suo veleno[3]. Infine, ultime fra le loro preferenze sono la corteccia del pioppo comune e del pioppo tremulo, di cui si nutrono nei periodi di carestia, durante i quali non disdegnano altri alimenti vegetali e persino insetti, come ad esempio larve di scarafaggi snidate dal legno, carne putrefatta e, occasionalmente uova e uccellini e, talvolta, uccidono e mangiano persino i piccoli di alcuni conigli[3].
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Il corteggiamento inizia in primavera e talvolta fin dal mese di gennaio[3]. Al pari di altri scoiattoli, la caccia nuziale consiste in una gara in cui diversi scoiattoli rossi si inseguono su e giù per gli alberi e sul terreno, lanciando ognuno un richiamo sincopato, dolce e monotono. In seguito si uniscono e l'accoppiamento avviene in marzo o aprile a seconda delle condizioni ambientali[3]. Il maschio e la femmina collaborano alla costruzione del nido ma, completatolo, il primo non partecipa più alla vita familiare.
I piccoli, 4 o 5 in media per nidiata, partoriti dopo un periodo di gestazione di 40 giorni, sono ciechi e completamente privi di peluria, che spunta solo dopo una decina di giorni[3]. Vengono nutriti per cinque settimane e poi vengono cacciati via dalla madre che avrà una seconda nidiata in autunno.
Nemici
[modifica | modifica wikitesto]Linci rosse, visoni, falchi adulti e gufi catturano facilmente gli scoiattoli rossi, ma i loro veri nemici sono le martore americane che, in alcune zone, si nutrono quasi esclusivamente di scoiattoli rossi[3]. Infatti si arrampicano con la stessa abilità degli scoiattoli e li inseguono a balzi lungo i rami più sottili degli alberi.
La penuria di animali da pelliccia in molte zone ha provocato un incremento della caccia agli scoiattoli rossi, il cui manto viene utilizzato come guarnizione[3].
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Lo scoiattolo rosso è una specie ampiamente diffusa e comune che non sembra correre alcun rischio di estinzione[2]. In alcune aree, la specie può causare danni alle piantagioni di conifere, dal momento che ne strappa la corteccia e si nutre di gemme e semi, sebbene possa anche giocare un ruolo importante nel rimboschimento disperdendo e sotterrando i semi. In Canada, è una delle specie più cacciate per la pelliccia[3][6][7].
Tuttavia, sebbene nella sua interezza la specie non sia attualmente minacciata, la sottospecie del monte Graham è costituita solamente da una popolazione esigua, stimata nel 2009 a circa 250 esemplari[8], tutti relegati in un'unica area isolata[2][5][7]. Ritenuto estinto negli anni '50, lo scoiattolo rosso del monte Graham venne riscoperto negli anni '70[4], ma negli ultimi decenni il suo areale e la sua popolazione si sono ridotti sempre più[9]. La principale minaccia per questa sottospecie è costituita dalla perdita e dalla frammentazione dell'habitat dovuta alla raccolta del legname, allo sviluppo di reti stradali e di strutture turistiche, e dalla costruzione di un controverso complesso di osservatori[2][4][5][7][8], mentre siccità, incendi ed esplosioni di insetti possono solo peggiorare una situazione già compromessa[10][11]. La perdita dell'habitat potrebbe inoltre comportare la competizione con lo scoiattolo di Abert (Sciurus aberti), introdotto nella zona[5][10], e si teme che i mutamenti climatici possano ridurre ulteriormente l'habitat disponibile[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Tamiasciurus hudsonicus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
- ^ a b c d e f g (EN) Linzey, A.V. & NatureServe (Hammerson, G.) 2008, Tamiasciurus hudsonicus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Steele, M.A. (1998) Tamiasciurus hudsonicus. Mammalian Species, 586: 1-9.
- ^ a b c d e f g h University of Arizona - Mount Graham Biology Program: Mount Graham Red Squirrel (Tamiasciurus hudsonicus grahamensis) (December, 2009).
- ^ a b c d e f Hafner, D.J., Yensen, E. and Kirkland Jr, G.L. (1998) North American Rodents: Status Survey and Conservation Action Plan Archiviato il 14 maggio 2012 in Internet Archive.. IUCN/SSC Rodent Specialist Group, IUCN, Gland, Switzerland and Cambridge, UK.
- ^ a b c d e Nowak, R.M. (1991) Walker's Mammals of the World. The Johns Hopkins University Press, Baltimore and London.
- ^ a b c d e f g h Feldhamer, G.A., Thompson, B.C. and Chapman, J.A. (2003) Wild Mammals of North America: Biology, Management, and Conservation. Second Edition. The Johns Hopkins University Press, Baltimore.
- ^ a b Arizona Game and Fish Department - Wildlife Blog: Wildlife News, November 9th, 2009 - Mount Graham red squirrel fall 2009 count announced Archiviato il 16 febbraio 2013 in Internet Archive. (December, 2009).
- ^ U.S. Fish and Wildlife Service. (1992) Mount Graham Red Squirrel Recovery Plan. U.S. Fish and Wildlife Service, Albuquerque, New Mexico.
- ^ a b c U.S. Fish and Wildlife Service. (2008) Mount Graham Red Squirrel (Tamiasciurus hudsonicus grahamensis). 5-Year Review: Summary and Evaluation. U.S. Fish and Wildlife Service, Phoenix, Arizona.
- ^ Koprowski, J.L., Alanen, M.I. and Lynch, A.M. (2005) Nowhere to run and nowhere to hide: response of endemic Mt. Graham red squirrels to catastrophic forest damage. Biological Conservation, 126: 491-498.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tamiasciurus hudsonicus
- Wikispecies contiene informazioni su Tamiasciurus hudsonicus
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) ITIS Standard Report Page: Tamiasciurus hudsonicus, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 18 marzo 2006.
- Kluane Red Squirrel Project web page, Accessed on May 6, 2010.
- Smithsonian article on American Red Squirrel, su mnh.si.edu. URL consultato il 25 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2011).
- Mount Graham Red Squirrel Research at School of Natural Resources and the Environment at University of Arizona, su ag.arizona.edu.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85132184 · J9U (EN, HE) 987007558310405171 |
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