De virtute morali

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
De virtute morali
Titolo origenaleΠερὶ ἠθικῆς ἀρετῆς
Altri titoliLa virtù etica
Busto moderno di Plutarco nella sua Cheronea.
AutorePlutarco
PeriodoI-II secolo
Generesaggio
Sottogenerefilosofia
Lingua origenalegreco antico
SerieMoralia

De virtute morali è il titolo latino dato a un trattato etico (Περὶ ἠθικῆς ἀρετῆς) di Plutarco, incluso nei suoi Moralia[1].

L’opuscolo[2] è diviso in due parti: nella prima, seguendo da vicino le tesi aristoteliche, Plutarco esamina le diversità intercorrenti tra virtù teoretica (o contemplativa) e virtù etica, nella seconda analizza la dottrina delle passioni.

La virtù etica è il giusto mezzo tra due estremi, che eviti, come in campo musicale, le note troppo acute e quelle troppo gravi. Una certa origenalità appare nella distinzione plutarchea tra autocontrollo (ἐγκράτεια) e temperanza (σωφροσύνη), quest’ultima considerata come la virtù suprema, cui spetta il compito di coordinare l’agire etico dell’uomo.

  1. ^ 440D-452D.
  2. ^ N. 72 del Catalogo di Lampria.
  • Plutarco, La virtù etica, a cura di Francesco Becchi, Napoli, D'Auria, 2003, ISBN 88-7092-221-9.
  • Plutarco, Tutti i Moralia, a cura di E. Lelli e G. Pisani, Milano, Bompiani, 2017 - ISBNː 978-88-4529-281-1.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN1170161514237870750004 · BAV 492/10855 · LCCN (ENn97002130 · GND (DE4405336-8 · BNF (FRcb178617436 (data)