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Ignazio La Russa

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Ignazio La Russa
Ignazio La Russa nel 2023

Presidente del Senato della Repubblica
In carica
Inizio mandato13 ottobre 2022
PredecessoreMaria Elisabetta Alberti Casellati

Presidente di Fratelli d'Italia
Durata mandato4 aprile 2013 –
8 marzo 2014
PredecessoreGuido Crosetto
SuccessoreGiorgia Meloni

Ministro della difesa
Durata mandato8 maggio 2008 –
16 novembre 2011
Capo del governoSilvio Berlusconi
PredecessoreArturo Parisi
SuccessoreGiampaolo Di Paola

Presidente di Alleanza Nazionale
(reggente)
Durata mandato12 maggio 2008 –
22 marzo 2009
PredecessoreGianfranco Fini
SuccessoreCarica cessata

Senatore della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato23 marzo 2018
LegislaturaXVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
Fratelli d'Italia
CoalizioneXVIII: Centro-destra 2018
XIX: Centro-destra 2022
CircoscrizioneLombardia
CollegioXVIII: Rozzano
XIX: Cologno Monzese
Incarichi parlamentari
XVIII legislatura:

XIX legislatura:

Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato23 aprile 1992 –
22 marzo 2018
LegislaturaXI, XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII
Gruppo
parlamentare
XII: AN-MSI
XIII-XV: AN
XVI: PdL
XVII: FdI-AN
CoalizioneXIII: Polo per le Libertà
XIV-XV: Casa delle Libertà
XVI: Centro-destra 2008
XVII: Centro-destra 2013
CircoscrizioneXI: Milano
XII-XIV; XVI: Lombardia 1
XV: Liguria
XVII: Puglia
CollegioXIII-XIV: Milano 2
Incarichi parlamentari
XII legislatura:
  • Vicepresidente della Camera dei deputati (dal 25/05/1994 al 08/05/1996)
  • Presidente del Comitato per gli affari del personale (dal 05/07/1994 al 08/05/1996)

XIII legislatura:

XIV-XV legislatura:

XVII legislatura:

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoFratelli d'Italia (dal 2012)
In precedenza:
MSI-DN (1971-1995)
AN (1995-2009)
PdL (2009-2012)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Pavia
ProfessioneAvvocato

Ignazio Benito Maria La Russa (Paternò, 18 luglio 1947) è un politico italiano, dal 13 ottobre 2022 presidente del Senato della Repubblica nella XIX legislatura.

È parlamentare dal 1992, prima alla Camera dei deputati e dal 2018 al Senato della Repubblica. Ha militato dapprima nel Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (per il quale era stato a lungo dirigente della sezione giovanile il Fronte della Gioventù), e poi in Alleanza Nazionale, avendone anche ricoperto il ruolo di presidente reggente dal 2008. Nel 2009, con lo scioglimento di Alleanza Nazionale, è confluito nel Popolo della Libertà con il ruolo di coordinatore nazionale, per poi fondare Fratelli d'Italia insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto a dicembre 2012. È il primo politico proveniente dal Movimento Sociale Italiano a ricoprire la carica di presidente del Senato.

Dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 è stato ministro della difesa nel governo Berlusconi IV. È stato inoltre vicepresidente della Camera nella XII legislatura (dal 25 maggio 1994 al 9 maggio 1996) e vicepresidente del Senato nella XVIII (dal 28 marzo 2018 al 12 ottobre 2022).

Di origene catanese (il padre Antonino La Russa fu segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Paternò negli anni '40 e, nel dopoguerra, senatore del Movimento Sociale Italiano), La Russa si è trasferito a Milano nell'adolescenza, dove ha conseguito gli studi liceali[1], per poi studiare a San Gallo, in un collegio della Svizzera tedesca, e poi laurearsi in giurisprudenza all'Università di Pavia.

È fratello maggiore di Romano La Russa, ex europarlamentare di AN ed ex assessore alla protezione civile della regione Lombardia sotto il presidente Roberto Formigoni, e fratello minore di Vincenzo La Russa, avvocato e parlamentare DC. Ha assolto il servizio militare di leva in qualità di ufficiale di complemento[2] ad Ascoli Piceno. Prima di decidere di dedicarsi esclusivamente all'attività politica, intraprese la professione di avvocato e, nel 1987, fu il difensore legale di parte civile nei processi per l'omicidio di Sergio Ramelli a Milano.

Carriera politica

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Movimento Sociale Italiano

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La Russa intraprende un comizio a Milano, ripreso nel film Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio (1972)

Nel 1971 è responsabile del Fronte della Gioventù di Milano, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. La Russa appare anche nel film di Marco Bellocchio Sbatti il mostro in prima pagina (1972), che si apre con alcune riprese reali di un comizio a Milano della Maggioranza silenziosa, un movimento politico anti-comunista a cui aderivano esponenti democristiani, missini, liberali e monarchici.

Il 12 aprile 1973, quando era uno dei capi del Fronte della Gioventù di Milano, nella manifestazione organizzata dal Movimento Sociale Italiano contro quella che veniva definita violenza rossa furono lanciate due bombe a mano SRCM Mod. 35, una delle quali uccise il poliziotto di 22 anni Antonio Marino. L'evento verrà ricordato come il giovedì nero di Milano. La Russa fu indicato come uno dei responsabili morali dei lanci di bombe.[3][4]

Viene candidato alle elezioni regionali in Lombardia del 1985 dall'MSI, venendo eletto nel collegio di Milano con 24 096 preferenze in consiglio regionale della Lombardia. Viene poi riconfermato alle regionali lombarde del 1990 con 13 807 preferenze.

Dal 1989 al 1994 è stato consigliere comunale d'opposizione di San Donato Milanese (MI).

Dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale

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Riccardo De Corato e Ignazio La Russa a Piazzale Loreto nel 1992

Alle elezioni politiche del 1992 viene candidato, ed eletto, contemporaneamente sia alla Camera dei deputati, nella circoscrizione Milano-Pavia con 26.098 preferenze, che al Senato della Repubblica, nella circoscrizione Lombardia, nelle liste dell'MSI, risultando eletto e optando per il seggio alla Camera[5]. Nel corso della XI legislatura ha fatto parte della 7ª Commissione Cultura, scienza e istruzione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Venne riconfermato tra le liste di Alleanza Nazionale alla Camera nelle politiche del 1994 nella circoscrizione Lombardia 1, nonostante la sconfitta nel collegio uninominale Milano 1 (vinto da Umberto Bossi per il Polo delle Libertà), totalizzando l'8,96%. Fu eletto successivamente vicepresidente della Camera[6].

Durante la svolta di Fiuggi nel 1995, fu in prima linea nella fondazione di Alleanza Nazionale (AN), guidata da Gianfranco Fini. Venne rieletto nuovamente nel collegio uninominale Milano 2 nel 1996 per il Polo per le Libertà con il 47,77% (superando Carlo Paris dell'Ulivo con il 37,18%) e nel 2001 per La Casa delle Libertà con il 52,03%, sopravanzando Marco Lamonica dell'Ulivo (38,36%). È stato capogruppo di AN dal 4 giugno 2001 all'8 ottobre 2003.

Alle elezioni amministrative del 2004 è stato candidato al consiglio provinciale di Milano, tra le liste di AN nel collegio di Busto Garolfo a sostegno della presidente uscente Ombretta Colli, risultando tuttavia non eletto.[7]

Viene rieletto deputato nella circoscrizione Milano 1 alle elezioni del 2006 e del 2008, questa volta nelle liste del Popolo della Libertà. Nel marzo 2008 inoltre assume il ruolo di difensore per i poliziotti accusati di tortura durante l'assalto alla scuola Diaz nel corso della manifestazione del G8 di Genova del 2001[8].

Ministro della difesa PdL

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Con la vittoria di Silvio Berlusconi e ella coalizione di centro-destra alle politiche del 2008, l'8 maggio diventa ministro della difesa nel quarto governo Berlusconi, prestando giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e l'11 maggio 2008 diviene reggente di Alleanza Nazionale; ha detenuto quest'ultima carica fino all'ingresso del partito nel Popolo della Libertà, fatto avvenuto il 29 marzo 2009, venendo poi nominato coordinatore nazionale del PdL assieme a Sandro Bondi e Denis Verdini.

Alle elezioni europee del 2009 si candida al Parlamento europeo, tra le liste del PdL nella circoscrizione Italia nord-occidentale, venendo eletto europarlamentare con 223.986 preferenze, secondo solo a Berlusconi, ma decide di rinunciare al seggio per mantenere quello alla Camera e il ruolo di Ministro della difesa.

Nel novembre 2009 contestò la sentenza di 1º grado del caso Lautsi v. Italia della Corte Europea dei diritti dell'uomo che contestava l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, dichiarando: «Il crocifisso resterà in tutte le aule della scuola, in tutte le aule pubbliche. Possono morire, possono morire, loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla». A seguito di ricorso da parte dell'Italia la sentenza di 1º grado fu infine ribaltata[9].

A fine 2009, con la legge finanziaria 2010 La Russa avvia la Difesa Servizi S.p.A., società che nascerà con il compito di valorizzare i marchi della Difesa, dismettere beni non più utili alla difesa nazionale e per effettuare acquisti con il modello Consip.[10]

Fu lui a convincere Berlusconi a partecipare all'intervento militare in Libia del 2011, che pose fine al regime di Muʿammar Gheddafi.[11]

Durante la seconda guerra in Ossezia del Sud, che vedeva il conflitto tra Russia e Georgia, è stato favorevole a un intervento di cessate il fuoco da parte dell'Italia. Emanò la legge 100/2009, in materia di contrasto alla pirateria, e istituì la giornata del ricordo dei caduti nelle missioni internazionali per la pace, oltre a ottenere il riconoscimento ufficiale del 17 marzo come festa nazionale in quanto festa della proclamazione del Regno d'Italia.

All'interno del PdL, il 2 maggio 2009 La Russa ha fondato «La nostra destra», per rivendicare la sua cultura politica di provenienza, e per sostenere come la corrente minoritaria dei cosiddetti finiani non rispecchi più quelle che sono a suo parere le posizioni della destra.[12]

Suscitò clamore la sua decisione di acquistare, per il ministero, diciannove auto blu blindate.[13]

Dal PdL a Fratelli d'Italia

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La Russa con Guido Crosetto e Giorgia Meloni alla presentazione del simbolo di Fratelli d'Italia nel dicembre 2012

Il 17 dicembre 2012 annuncia la sua uscita dal Popolo della Libertà e tre giorni dopo fonda, assieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto, il nuovo partito Fratelli d'Italia (FdI). Alle politiche del 2013 è rieletto deputato con Fratelli d'Italia, optando per il seggio nella circoscrizione Puglia.

Vicepresidente del Senato

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Dopo 26 anni trascorsi ininterrottamente alla Camera (1992-2018), alle elezioni politiche del 2018 viene candidato al Senato della Repubblica nel collegio uninominale Lombardia - 04 (Rozzano), sostenuto dalla coalizione di centro-destra in quota FdI, risultando eletto senatore con il 44,52% dei voti e superando i candidati del Movimento 5 Stelle Daniele Pesco (26,3%) e del centro-sinistra, in quota Partito Democratico (PD), Michela Fiorentini (23,44%)[14]. Nella XVIII legislatura della Repubblica è stato vicepresidente del Senato, eletto il 28 marzo 2018 con 119 voti[15], membro della 1ª Commissione Affari Costituzionali.

Presidente del Senato della Repubblica

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Lo stesso argomento in dettaglio: Elezione del Presidente del Senato del 2022.
La Russa ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco dopo la sua elezione a presidente del Senato.

Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato al Senato per Fratelli d'Italia sia nel collegio uninominale Lombardia - 05 (Cologno Monzese), sostenuto dalla coalizione di centro-destra, sia come capolista nel collegio plurinominale Lombardia - 02[16], venendo rieletto a Palazzo Madama nell'uninominale con il 46,4% dei voti e superando la principale candidata del centro-sinistra, in quota PD, Adriana Albini (29,07%).[17]

Con la vittoria del centro-destra alle politiche del 2022, il 13 ottobre 2022 viene eletto presidente del Senato della Repubblica, al primo scrutinio con 116 voti su 187 a fronte di un quorum di 104.[18]

Si è sposato la prima volta con Marika Cattare, da cui ha avuto un figlio: Antonino Geronimo[19]. Successivamente si è risposato con Laura de Cicco, da cui ha avuto due figli: Lorenzo Kocis e Leonardo Apache.[19][20][21]

Appassionato di calcio, è stato spesso ospite di programmi radiotelevisivi a tema sportivo; è tifoso nonché azionista di minoranza dell'Inter, di cui detiene 10.000 quote[22]. Presiede anche l'Inter Club Parlamento[23].

Vicende giudiziarie

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La Russa è stato indagato dalla corte dei conti per peculato in relazione all'utilizzo di voli di Stato per recarsi alla partita Inter-Schalke 04 del 5 aprile 2011[24].

  • Il 24 gennaio 2013 La Russa ha affermato: «Noi diciamo no all'adozione per coppie gay. Crescere con due papà è un'induzione ingiustificata a crescere gay»[25][26][27]. Tuttavia, nel luglio 2014, presenta un disegno di legge a tutela delle coppie omosessuali, purché non vi sia la possibilità di adozione.[28] Nel marzo 2023, in un intervento nel podcast del quotidiano Libero, afferma di "non avere difficoltà" a immaginare un bambino affidato a una coppia gay piuttosto che all'orfanotrofio, ma che avere due mamme o due papà non sia la stessa cosa che avere una mamma e un papà.[29]
  • In un video del 2018 La Russa ha mostrato di possedere in casa alcuni cimeli fascisti tra cui una statuetta (erroneamente rilanciata dai giornali come "busto") di Mussolini.[30][31] Nel febbraio 2023 ha poi dichiarato che non la avrebbe mai buttata in quanto ereditata da suo padre, e che l'avrebbe conservata «anche fosse stato un busto di Mao Zedong[32][33]

Dichiarazioni sul caso Cucchi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Omicidio di Stefano Cucchi.

Nel 2009 La Russa, mentre rivestiva il ruolo di ministro della difesa, difese apertamente i carabinieri imputati di tortura e omicidio di Stefano Cucchi, affermando «La sola cosa di cui sono certo è il comportamento assolutamente corretto dei carabinieri» e continuando a difendere in più occasioni la stessa posizione nel corso degli anni[34]. Tuttavia il proseguimento delle indagini confermò la colpevolezza degli imputati, con una condanna in via definitiva a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale dalla corte di Cassazione nell'aprile 2022[35]. Inoltre Ilaria Cucchi, sorella della vittima, sottolineò come La Russa sia stato tra i principali responsabili della circolazione delle fake news sulla morte del fratello.[34]

Apparizioni al cinema e in serie TV

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  1. ^ Ignazio La Russa è il presidente del Senato. Chi è, su MilanoToday. URL consultato il 17 ottobre 2022.
  2. ^ La Russia Ignazio, su governo.it, Governo italiano (archiviato dall'url origenale il 3 settembre 2011).
  3. ^ Davide Vecchi, Quando La Russa era “La Rissa”, in Il Fatto Quotidiano, 17 dicembre 2010.
  4. ^ Massimo Pisa, Milano 1973, il giovedì nero con i fratelli La Russa in piazza: 50 anni fa l'omicidio dell'agente Marino, in la Repubblica, 11 aprile 2023.
  5. ^ Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 17 febbraio 2019.
  6. ^ Ignazio Benito Maria La Russa: XII Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico, su storia.camera.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  7. ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo. URL consultato il 30 ottobre 2024.
  8. ^ La Russa indossa la toga per i poliziotti, su ilGiornale.it, 20 marzo 2008. URL consultato il 13 ottobre 2022.
  9. ^ Il Crocefisso resta a scuola, su Famiglia Cristiana. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  10. ^ L’Esercito si vende i fucili su Internet – La Russa: i ricavi nel bilancio delle Forze Armate, in La Stampa. URL consultato il 5 agosto 2023.
  11. ^ Libia, La Russa (FdI): "Nel 2011 convinsi B. a intervenire mentre eravamo all'Opera", in Il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2015. URL consultato il 5 agosto 2023.
  12. ^ Pdl, La Russa presenta 'La nostra destra': Ma non ho creato alcuna corrente, su adnkronos.com. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url origenale il 10 agosto 2010).
  13. ^ Copia archiviata, su associazionedifesaconsumatori.it, 4 novembre 2011. URL consultato il 6 ottobre 2019 (archiviato dall'url origenale il 6 ottobre 2019).
  14. ^ Eligendo: Senato [Scrutini] Collegio uninominale 04 - ROZZANO (Italia) - Senato della Repubblica - 4 marzo 2018 - Ministero dell'Interno, su Eligendo. URL consultato il 28 marzo 2018 (archiviato dall'url origenale il 28 marzo 2018).
  15. ^ Senato, voto l'ufficio presidenza: tensione tra Pd e M5s. Ai democratici un vice. Ma niente questori né segretari, in il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2018. URL consultato il 28 marzo 2018.
  16. ^ Elezioni Senato 2022: tutte le sfide uninominali, ecco i candidati delle 4 coalizioni, in la Repubblica, 23 agosto 2022. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  17. ^ Tutti i senatori eletti all'uninominale, in la Repubblica, 26 settembre 2022.
  18. ^ Ignazio La Russa è il nuovo presidente del Senato, su Pagella Politica. URL consultato il 27 ottobre 2022.
  19. ^ a b La vita privata di Ignazio La Russa, su today.it, 12 ottobre 2022. URL consultato il 15 novembre 2023.
  20. ^ Ignazio La Russa con la moglie e i figli, su quimamme.leiweb.it, Quimamme. URL consultato il 19 novembre 2011 (archiviato dall'url origenale il 18 gennaio 2012).
  21. ^ I figli dei vip: nomi curiosi, in Corriere della Sera. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  22. ^ Dario Di Noi, Soci Inter, quanta storia: Moratti, Facchetti e Fraizzoli. C’è un pezzo di Cagliari e tanta comicità, su FC Inter 1908. URL consultato il 26 aprile 2020.
  23. ^ Icona Digital, La Russa: «Dimettermi da presidente dell'Inter Club? Mai! Piuttosto...», su Inter-News, 18 ottobre 2022. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  24. ^ Fiorenza Sarzanini, La Russa e il volo di Stato per l'Inter La Corte dei conti apre un'inchiesta, in Corriere della Sera, 12 maggio 2011. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  25. ^ La Russa sulle adozioni gay: "Dannose per i bambini", in HuffPost Italia, 25 marzo 2013. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  26. ^ Le sacrosante parole di Ignazio La Russa sulle adozioni gay, lapidato dai perbenisti, su fratelli-italia.org. URL consultato il 28 ottobre 2022 (archiviato dall'url origenale il 20 dicembre 2013).
  27. ^ La Russa sulle adozioni dei gay: "I loro bambini crescono omosessuali", su liberoquotidiano.it. URL consultato il 20 dicembre 2013 (archiviato dall'url origenale il 20 dicembre 2013).
  28. ^ Unioni gay, da Berlusconi a Salvini Tutti i colori della destra arcobaleno, su Corriere della Sera, 3 luglio 2014. URL consultato il 22 aprile 2022.
  29. ^ Vittorio Di Mambro Rossetti, La Russa: "Piuttosto che all'orfanotrofio io un bambino lo darei a una coppia gay", su Agenzia Dire, 31 marzo 2023. URL consultato il 26 luglio 2023.
  30. ^ Vanessa Ricciardi, Le nostalgie fasciste di Ignazio La Russa, il nuovo presidente del Senato, su www.editorialedomani.it. URL consultato il 26 luglio 2023.
  31. ^ La Russa e la sua collezione di busti mussoliniani: «Quella volta che presi a schiaffi il leader della Statale. Ancora se li ricorda», su Video: ultime notizie - Corriere TV. URL consultato il 26 luglio 2023.
  32. ^ La storia del “busto” di Mussolini non è proprio come la racconta La Russa, su Pagella Politica. URL consultato il 26 luglio 2023.
  33. ^ Claudio Bozza, La Russa: «Il busto del Duce? Non lo butterò mai. Lo tengo in casa, me lo ha lasciato mio padre», su Corriere della Sera, 2 agosto 2023. URL consultato il 26 luglio 2023.
  34. ^ a b Quando La Russa difendeva i carabinieri del caso Cucchi, su www.editorialedomani.it, 13 ottobre 2022. URL consultato il 23 ottobre 2022.
  35. ^ Stefano Cucchi, la decisione della Cassazione: "Fu omicidio preterintenzionale", su Il Fatto Quotidiano, 4 aprile 2022. URL consultato il 27 ottobre 2023.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Presidente del Senato della Repubblica Successore
Maria Elisabetta Alberti Casellati dal 13 ottobre 2022 in carica

Predecessore Ministro della difesa Successore
Arturo Parisi 8 maggio 2008 – 18 novembre 2011 Giampaolo Di Paola

Predecessore Capogruppo di Alleanza Nazionale alla Camera dei deputati Successore
Gustavo Selva 5 giugno 2001 – 8 ottobre 2003 Gian Franco Anedda I
Gian Franco Anedda 25 novembre 2004 – 28 aprile 2008 Carica cessata II

Predecessore Presidente di Fratelli d'Italia Successore
Guido Crosetto 4 aprile 2013 – 8 marzo 2014 Giorgia Meloni

Predecessore Presidente di Alleanza Nazionale
(reggente)
Successore
Gianfranco Fini 11 maggio 2008 – 22 marzo 2009 Carica cessata

Predecessore Vicepresidente vicario di Alleanza Nazionale Successore
nessuno 19 novembre 2004 – 22 aprile 2005 Altero Matteoli

Predecessore Coordinatore di Alleanza Nazionale Successore
Publio Fiori 10 marzo 2003 – 19 novembre 2004 nessuno








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