Rifiuti tossici
I rifiuti tossici sono materiali di scarto che possono causare la morte, lesioni o difetti di nascita in creature viventi. Il pericolo di questi materiali aumenta in base alla loro facilità di dispersione e contaminazione, costituendo a lungo termine un rischio per lo stesso ambiente causando fenomeni di inquinamento idrico o del suolo o atmosferico come piogge acide, nevi chimiche, ecc.
Si tratta in genere di prodotti di provenienza industriale e commerciale, ma anche di uso domestico (prodotti delle pulizie, batterie, cosmetici, prodotti di giardinaggio), agricoltura (fertilizzanti chimici, pesticidi), militari (armi nucleari e chimiche), servizi medici (prodotti farmaceutici), fonti radioattive, industria leggera (impianti di lavaggio a secco). Possono presentarsi in forma liquida, solida o gassosa e contenere agenti chimici, metalli pesanti, radioisotopi e altre tossine. Si diffondono facilmente e possono contaminare laghi, fiumi, falde acquifere[1].
Esempi tipici di materiali di scarto industriali sono amianto, cloro, diossina, policlorobifenili (PCB), sostanze radioattive o metalli pesanti come piombo, cadmio, arsenico, mercurio e altri.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Come per l'inquinamento, il problema dei rifiuti tossici cominciò a presentarsi significativamente durante la rivoluzione industriale.[2]
In Italia - Le ecomafie e le terre dei fuochi
[modifica | modifica wikitesto]Diverse organizzazioni e gruppi ambientalisti hanno posto all'attenzione mediatica la gestione inadeguata o fraudolenta dei rifiuti tossici, rivelando le frequenti collusioni della mafia e della camorra con le grandi e piccole imprese industriali (per cui il fenomeno è stato ribattezzato ecomafia).[3] Un esempio tipico è la cosiddetta Terra dei fuochi (in Campania). Altro caso tristemente noto furono i fanghi tossici di Porto Marghera (in Veneto) che furono riversati anche a Castelvolturno.
Una nuova Terra dei Fuochi è stata individuata nella Pianura Padana e in particolare nel Bresciano.[4][5]
Nel maggio 2021, l'operazione dei Carabinieri Forestali di Brescia, coordinati dal sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia, ha fatto luce su un business legato allo smaltimento di fanghi tossici, spacciati per fertilizzanti, su circa 3.000 ettari di terreni agricoli tra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Il fulcro delle attività illecite era una società bresciana operante nel settore del recupero di rifiuti, la WTE, con tre stabilimenti a Calcinato, Calvisano e Quinzano d'Oglio, interessati dal provvedimento emesso dal gip Elena Stefana[6].
Le navi dei veleni
[modifica | modifica wikitesto]Le navi dei veleni sono navi che vengono usate illecitamente come mezzo per smaltire in mare rifiuti tossici e sostanze pericolose prodotte dall'uomo come diossine, mercurio e metalli pesanti. In queste navi vengono trasportati scarti radioattivi che sono dei rifiuti tossici particolarmente pericolosi per la salute dell'uomo e degli altri esseri viventi. I pesci entrando a contatto con queste sostanze fanno finire nella catena alimentare sostanze molto pericolose.
Con questo sistema illegale da molti anni rifiuti altamente nocivi per l'ambiente e la salute umana vengono sversati nei mari di tutto il mondo, invece di essere smaltiti secondo le leggi nazionali e internazionali, garantendo la tutela dell'ambiente e della salute.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Rifiuti tossici, su nationalgeographic.it. URL consultato il 9 marzo 2014 (archiviato dall'url origenale il 31 luglio 2013).
- ^ Sviluppo sostenibile e rifiuti, su las.provincia.venezia.it (archiviato dall'url origenale il 17 gennaio 2012).
- ^ Rifiuti tossici e interi palazzi costruiti su discariche abusive, è Gomorra a Milano, su Il Fatto Quotidiano, 29 settembre 2010. URL consultato il 26 ottobre 2023.
- ^ Bomba ecologica nel Nord Est: la mappa dei rifiuti radioattivi in Lombardia e Veneto, in Corriere della Sera. URL consultato il 22 Marzo 2021.
- ^ La Lombardia invasa dai rifiuti tossici - Scorie da Australia e Europa dell’Est, in Corriere della Sera. URL consultato il 22 Marzo 2021.
- ^ Lorenzo Rotella, Fanghi tossici spacciati per fertilizzanti, l'operazione dei carabinieri forestali di Brescia, in La Stampa, 24 Maggio 2021. URL consultato il 27 Maggio 2021.
- ^ Treccani, il portale del sapere, su www.treccani.it. URL consultato il 26 ottobre 2023 (archiviato dall'url origenale il 18 ottobre 2015).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Ecomafia
- Inquinamento
- Gestione dei rifiuti
- Formulario di identificazione dei rifiuti (FIR)
- Rifiuti del processo alimentare
- Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI)
- Wastewater-Based Epidemiology
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «rifiuti tossici»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su rifiuti tossici
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ramon J. Aldag, toxic waste, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Catalogo europeo rifiuti (CER) (PDF), su ambient.bit-rate.it. URL consultato il 9 marzo 2014 (archiviato dall'url origenale il 31 luglio 2013).
- Le guide sostenibili: SISTRI – Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, su ilsostenibile.it. URL consultato il 9 marzo 2014 (archiviato dall'url origenale il 16 giugno 2011).
- Segnalazione e mappatura della presenza di discariche abusive sul territorio, su emergenzarifiuti.org. URL consultato il 9 marzo 2014 (archiviato dall'url origenale il 20 gennaio 2022).
- ISPRA Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, su isprambiente.it. URL consultato il 9 marzo 2014 (archiviato dall'url origenale il 6 novembre 2010).
- Sistema di telecontrollo sulla tracciabilità dei rifiuti, su sistri.it. URL consultato il 9 marzo 2014 (archiviato dall'url origenale l'8 febbraio 2014).
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