Interstizio renale

Si definisce interstizio renale il tessuto connettivo lasso presente nel rene, che occupa gli spazi compresi fra i corpuscoli renali, i tubuli e i vasi sanguigni. Scarso nella corticale, esso aumenta progressivamente in quantità procedendo nella zona midollare, particolarmente in prossimità delle papille.

Struttura e funzione

modifica

Come tutti i tessuti connettivi, anche l'interstizio renale è formato da una componente cellulare e da una extracellulare. La matrice extracellulare è costituita a sua volta da una sostanza amorfa, gelatinosa, ricca di glicosaminoglicani come acido ialuronico, eparansolfato, dermatansolfato e condroitinsolfato, e da un reticolo di fibrille collagene di tipo I, III e VI. Il tipo di cellule contenute, invece, varia a seconda della zona renale considerata. Nella corticale e nella midollare esterna predominano le cellule di tipo I, ossia fibroblasti (principali responsabili della fibrosi che fa seguito ad uno stimolo infiammatorio). Meno numerose sono le cellule di tipo II: cellule mononuclate, derivate dai macrofagi, con proprietà immunologiche (presentazione dell'antigene), fagocitiche e pro-infiammatorie, mediante la produzione di citochine.

L'interstizio della midollare interna, invece, è caratterizzata dalla presenza di periciti in contatto con le membrane basali dei Vasa recta renali e di cellule specializzate, ricche di lipidi, coinvolte, secondo alcuni autori,[1] nella produzione di prostaglandine e di glicosaminoglicani che formano la matrice. Entrambi i tipi di cellula deriverebbero dalle cellule di tipo I.

La funzione dell'interstizio è quella di permettere il riassorbimento di acqua e soluti dal lume del tubulo renale. In particolare, a livello dell'ansa di Henle, l'osmolaritá crescente dell'interstizio, che passa da circa 300 mOsm/Kgacqua dal confine corticale a circa 1200 mOsm/Kgacqua nella zona profonda della midollare(gradiente creato e mantenuto dal meccanismo della moltiplicazione osmotica controcorrente), permette al rene di disaccoppiare il riassorbimento dei soluti dal riassorbimento idrico (processo altrimenti termodinamicamente dispendiosissimo), potendo così regolare finemente l'osmolalitá e il volume dei comparti idrici dell'organismo (innanzitutto quello extracellulare, con ovvie influenze su quello intracellulare). Va notato che i valori osmolari sopra riportati valgono unicamente per la specie umana e quelle ad esso affini, in quanto in alcuni piccoli roditori delle zone desertiche sono stati riscontrati valori osmolari midollari di 5000 mOsm/Kgacqua (una ovvia risposta dell'evoluzione alla necessità di preservare al meglio le proprie riserve idriche).

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica
pFad - Phonifier reborn

Pfad - The Proxy pFad of © 2024 Garber Painting. All rights reserved.

Note: This service is not intended for secure transactions such as banking, social media, email, or purchasing. Use at your own risk. We assume no liability whatsoever for broken pages.


Alternative Proxies:

Alternative Proxy

pFad Proxy

pFad v3 Proxy

pFad v4 Proxy