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Óscar Elías Biscet

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Óscar Elías Biscet

Óscar Elías Biscet (L'Avana, 20 luglio 1961) è un medico cubano. Sposato e padre di due figli, Biscet è uno dei prigionieri politici più noti al mondo.

Nasce nell'Avana nel 1961. Nel 1985 si laurea in Medicina.

Battaglia per i diritti umani

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Nel 1997 ha costituito la Fondazione Lawton, un'organizzazione non violenta che utilizza il metodo della disobbedienza civile per denunciare i limiti alla libertà d'espressione, imposti dal governo cubano, “contra del aborto, eutanasia y el fusilamiento”, cioè a favore della vita che sta per nascere, contro l'aborto, contro l'eutanasia, praticata su malati poveri, che si rivelano un peso economico, e contro la pena di morte e la tortura per i dissidenti. La sua Fondazione, che chiede anche la liberazione di tutti i prigionieri politici dell'isola, è stata messa fuori legge dal regime castrista. Il 3 novembre 1999 Biscet è stato accusato di insultare i simboli della patria, di creare pubblico disordine e incitamento a commettere reati. Sconta tre anni di prigione.

Tornato in libertà il 31 ottobre del 2002, ha immediatamente ripreso la sua attività in difesa dei diritti civili. Nuovamente processato, è stato condannato all'inizio del 2003 per “attentato contro la sovranità di Cuba”. La pena inflitta è stata durissima: 25 anni di carcere.

Varie organizzazioni umanitarie hanno a più riprese denunciato le condizioni disumane di detenzione a cui Biscet, che soffre di ipertensione e gastrite cronica, viene sottoposto, con lunghi periodi in cella di rigore. Anche dalla prigione, però, Biscet non rinuncia alle sue battaglie, attraverso azioni non violente come lo sciopero della fame e la preghiera (è di religione cattolica).

Biscet, che si definisce seguace di Henry David Thoreau, Gandhi, Martin Luther King e del Dalai Lama, è definito “prigioniero di coscienza” da Amnesty International.

Nel 2008 ha ricevuto il Premio «Heinz R. Pagels», riconoscimento concesso dalla Accademia delle Scienze di New York a personalità scientifiche che si siano adoperate in favore dei diritti umani degli scienziati.

Negli ultimi anni, sui principali social network del web sono nati gruppi e comunità di utenti che hanno invocato a lungo la sua liberazione. Fra questi, in prima fila diversi esuli cubani a Miami, che hanno promosso raccolte di firme e appelli internazionali.

L'11 marzo 2011 è stato scarcerato insieme con altri prigionieri[1][2]. Il rilascio è avvenuto grazie ai negoziati tra la Chiesa cattolica ed il governo. Appena liberato, Biscet ha detto che sarebbe rimasto a Cuba per continuare la sua battaglia per i diritti umani[3][4]. Nello stesso anno è stato candidato al Premio Nobel per la Pace.[5]

  1. ^ La Stampa, 15/3/2011
  2. ^ Avvenire,14/3/2011
  3. ^ La Bussola Quotidiana, Oscar Biscet libero: «Via il regime di Castro»[collegamento interrotto] 15/3/2011
  4. ^ BBC, 12/3/2011
  5. ^ Nobel per la pace, i bookmaker premiano Twitter, su agipronews.it. URL consultato il 2/11/2014.
  • (EN) Jay Nordlinger, Who cares about Cuba?, «National Review», n.11, pag.33.
  • (EN) "Los Angeles Times", Prominent Dissident Rearrested, Wife Says, pag. A4, 12 agosto 2002.
  • (EN) "Los Angeles Times", Cuba: Political Prisoner Freed After Serving 3 Years, pag. A.4, 1º novembre 2002.
  • (EN) Cuba: Newly Formed Dissident Coalition Competes with Varela Project Supporters for Control of Internal Opposition, "NotiCen: Central American & Caribbean Affairs", Latin America DataBase, University of New Mexico (14 novembre 2002)

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