Vai al contenuto

Agocannula

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Un agocannula con l'ago guida quasi totalmente sfilato dalla cannula.
Agocannula posizionato e fissato con un cerotto.

L'agocannula (o ago-cannula, a volte scritto anche come ago cannula; anche chiamato PIVC dall'inglese Peripheral Intra-Venous Catheter) è un presidio sanitario per l'incannulamento (cateterizzazione) di una vena superficiale periferica, cioè per ottenere un catetere venoso periferico;[1] è utilizzato dal personale sanitario infermieristico e/o medico per la fleboclisi o per la somministrazione endovenosa di farmaci.

È composto da un tubicino chiamato cannula, all'interno della quale è inserito l'ago (mandrino) che serve a forare l'epidermide e a facilitare il posizionamento del presidio in vena. Il mandrino viene sfilato una volta completamente inserita e posizionata la cannula, di materiale biocompatibile, che può quindi essere utilizzata per il passaggio di liquidi o farmaci.

L'ago cannula può essere completato da due fascette adesive usate per fissare il presidio alla pelle del paziente, al fine di evitare movimenti accidentali della cannula che potrebbero causare danni o provocarne lo sfilamento, e da un cappuccio a protezione dell'ago, che viene rimosso prima dell'utilizzo.

Il calibro della cannula infusiva viene comunemente indicato in gauge.

Le agocannule 12 G e 14 G sono in grado di fornire grandi volumi di fluidi in breve tempo: decisamente una cannula di grandi dimensioni il cui utilizzo è più comune nelle sale operatorie e di emergenza-urgenza. Gli aghi 24 G e 26 G sono all'altro estremo i più piccoli, di utilizzo in ambito pediatrico.

I formati più comuni sono l'ago 16 G (un calibro di medie dimensioni utilizzato per donazione di sangue), gli aghi 18 G e 20 G (per tutti gli utilizzi in particolare per infusioni e prelievi), e l'ago 22 G (utilizzato per adulti con vene di piccolo calibro o in ambito pediatrico).

Il posizionamento dell'ago cannula è una procedura sanitaria invasiva e pertanto può essere eseguita dal personale sanitario che ne abbia avuto formazione e abilitazione (es.: infermiere, medico).

Per rendere la procedura più tollerabile per i bambini il personale medico può applicare un anestetico locale (come EMLA, una crema costituita da una emulsione di olio in acqua contenente un anestetico locale come la lidocaina e la prilocaina) circa 45 minuti prima della procedura.

La parte di catetere che rimane al di fuori della pelle presenta delle ali di fisaggio. Generalmente alla base della cannula vi è una camera di visualizzazione molto trasparente che permette di vedere il sangue risalire e capire che il catetere è in vena. La cannula può essere collegata a una siringa o una linea di infusione endovenosa, e bloccata con uno specifico tappo a vite. Molte cannule presentano nella parte superiore un sistema a valvola che viene spesso utilizzato per somministrare medicamenti "in bolo".

In caso di shock può essere necessario ricorrere a un'esposizione chirurgica della vena.

Se la cannula non è posizionata correttamente, o la vena è particolarmente fragile e facile a rompersi, il sangue può fuoriuscire nei tessuti circostanti. Se si utilizza una cannula di questo tipo per somministrare farmaci si provoca inevitabilmente uno stravaso del farmaco che può portare a edema, causando dolore e danni ai tessuti, e nel caso di alcuni farmaci addirittura a necrosi. A questo punto il sanitario che tenta di posizionare una nuova cannula è costretto a trovare un nuovo sito di accesso prossimale rispetto alla zona in cui si è verificata la rottura della vena per evitare lo stravaso dei farmaci attraverso la vena danneggiata. Per questo motivo è consigliabile tentare di posizionare la prima cannula nella vena appropriata più distalmente possibile.

Se per un paziente vi è la necessità di reperire con frequenza accessi venosi, le ripetute punture possono determinare cicatrici a carico delle vene e renderle "dure" e strette, il che con il tempo rende i posizionamenti di future linee di flusso estremamente difficili o anche impossibili.

  1. ^ Cerotto V, Vailati D, Montrucchio G, Capozzoli G, Brazzi L, Gori F, LE BUONE PRATICHE PER GLI ACCESSI VASCOLARI, in Buone pratiche cliniche SIAARTI, SIAARTI, 18/10/2018.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
pFad - Phonifier reborn

Pfad - The Proxy pFad of © 2024 Garber Painting. All rights reserved.

Note: This service is not intended for secure transactions such as banking, social media, email, or purchasing. Use at your own risk. We assume no liability whatsoever for broken pages.


Alternative Proxies:

Alternative Proxy

pFad Proxy

pFad v3 Proxy

pFad v4 Proxy