Bristol Mercury
Bristol Mercury VIII | |
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Un Mercury al Bristol Industrial Museum, Bristol, Inghilterra. | |
Descrizione generale | |
Costruttore | Bristol Aeroplane Company |
Tipo | Motore radiale |
Numero di cilindri | 9 |
Alimentazione | carburatore Claudel-Hobson a depressione con sistema automatico di carburazione |
Schema impianto | |
Cilindrata | 24,89 L (1.519 in³) |
Alesaggio | 146 mm (5,75 in) |
Corsa | 165 mm (6,5 in) |
Distribuzione | OHV 4 valvole per cilindro Valvole di scarico con inserto in sodio |
Combustione | |
Combustibile | avgas 87/100 ottani |
Raffreddamento | ad aria |
Compressore | centrifugo, singolo stadio e singola velocità |
Uscita | |
Potenza | 730 hp (540 kW) a 2 650 giri/min (al decollo) |
Potenza specifica | 29,7 kW/L (0,65 hp/in³) (con avgas 100 ottani) |
Rapporti di compressione | |
Rap. di compressione | 7:1 |
Peso | |
A vuoto | 440 kg (980 lb) |
Prestazioni | |
Consumo specifico | 0,61 kg/(kW·h) (1,0 lb/(hp·h)) |
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Il Bristol Mercury era un motore aeronautico radiale a 9 cilindri distribuiti su una singola stella, sviluppato e prodotto dalla britannica Bristol Aeroplane Company nel 1925. La progettazione del Mercury iniziò quando fu evidente che il suo predecessore, lo Jupiter, stava ormai arrivando al limite del proprio sviluppo.
Fuori dall'Inghilterra venne prodotto su licenza dalla industria polacca PZL che lo montò sul suo PZL P.11, dalla svedese NOHAB con il quale equipaggiò alcuni modelli SAAB e dall'italiana Alfa Romeo che lo produsse con la denominazione Alfa Romeo Mercurius.
Inizialmente l'interesse per un motore dello stesso livello di potenza del Jupiter era scarsa, ma il Ministero dell'Aria inglese decise di finanziare lo sviluppo di tre prototipi. Con lo sviluppo dei prototipi divenne chiaro che questo motore avrebbe costituito un altro successo per Roy Fedden, già progettista del Jupiter. Nel Mercury non vennero progettate ex novo tutte le parti meccaniche ma si riutilizzarono molte delle parti già disponibili del precedente motore. Solo la corsa dei pistoni venne ridotta di 25 mm (1 pollice). Questo permise di aumentare il numero di giri al minuto che il motore poteva raggiungere, ma costrinse i progettisti ad inserire un gruppo di riduzione tra il motore e l'elica. Le prestazioni segnarono un regresso rispetto alle ultime versioni del Bristol Jupiter ma, data l'ampia introduzione dei compressori meccanici nell'industria aeronautica si trovò ragionevole applicarne uno ad un motore, tutto sommato piccolo, per aumentarne le prestazioni.
La ridotta sezione frontale del motore ne consigliava l'uso sui caccia ed infatti venne montato sul Gloster Gauntlet e sul successore Gloster Gladiator, tutti e due biplani. Venne utilizzato anche sui bombardieri, ai quali era stato destinato il Bristol Pegasus perché più grande del Mercury. Tra questi va ricordato il bimotore Bristol Blenheim.
Versioni
[modifica | modifica wikitesto]- Mercury VIII - potenza erogata
- Mercury XV - potenza erogata
- Mercury XX - potenza erogata
Velivoli utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]- Airspeed Cambridge
- Bristol Blenheim
- Gloster Gladiator
- Gloster Gauntlet
- Miles Martinet
- Miles Master
- Supermarine Sea Otter
- Westland Lysander
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Bridgman, L, (ed.) (1998) Jane's fighting aircraft of World War II. Crescent. ISBN 0-517-67964-7
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bristol Mercury
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Registrazione del suono di un Mercury V S2 usato sul PZL P.11c (in formato mp3)