Caccialupi
Caccialupi frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Pisa |
Comune | Bientina |
Territorio | |
Coordinate | 43°45′14.8″N 10°37′09.48″E |
Altitudine | 20 m s.l.m. |
Abitanti | 14 (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 56031 |
Prefisso | 0587 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Caccialupi è una frazione del comune italiano di Bientina, nella provincia di Pisa, in Toscana.[1]
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]La frazione di Caccialupi è situata in pianura, a 20 m di altitudine, nella porzione di territorio a nord di Buti compreso tra il canale emissario di Bientina – già canale del Cilecchio o canale Imperiale – e l'altura di Monte Cucco (142 m) del Monte Pisano, avendo come estremi la località La Ciona a sud e la località Tiglio a nord.[2]
Questo territorio fu interessato da importanti lavori di bonifica tra il XVIII e il XIX secolo ed infatti qui era situato un lembo dell'antico approdo del lago di Sesto.[2]
Gravitante sul centro di Cascine di Buti, anziché sul proprio capoluogo comunale, Caccialupi si trova poco a sud della frazione di Castelvecchio di Compito del comune di Capannori, e quindi al confine con la provincia di Lucca.[2] Confina inoltre ad est con la frazione bientinese del Puntone, mentre dista circa 6 km da Bientina e poco più di 25 km da Pisa.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio dove sorge Caccialupi era occupato sin dall'antichità dal lembo nord-occidentale del lago di Bientina, detto anche lago di Sesto, e qui era situato il principale approdo.[2] Sono stati qui rinvenute tombe e resti etruschi riferibili al V-IV secolo a.C. (presso le località di Isola e Ponte del Tiglio).[3]
Poco a nord dell'attuale centro, in direzione di Orentano, è documentato il toponimo Isola, che probabilmente si riferisce ad un'altura che in passato affiorava dal lago: nell'anno 841 alcuni monaci vi costruirono una chiesa intitolata a San Benedetto ed è ricordata la presenza di un castello, tuttavia distrutto già nel 1148.[4]
Il centro abitato tuttavia si è venuto a sviluppare contemporaneamente alle opere di bonifica che hanno prosciugato il lago, prosciugamento completato nel 1859, lungo l'ex strada statale Sarzanese-Valdera al confine con la provincia di Lucca presso la località del Tiglio.[5] Durante il periodo lorenese, al Tiglio era situata la dogana granducale di terza classe con due edifici, la dogana fiorentina a sud e la dogana lucchese a nord, che dopo il 1861 furono trasformati in abitazioni private.[5]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Presso la frazione di Caccialupi si trova l'oasi Bosco di Tanali, area naturale di circa 170 ettari che comprende l'alveo del prosciugato lago di Bientina e una zona boschiva con canneto posta in una cassa di colmata sul lato ovest dell'ex alveo.[6] L'area è di particolare interesse per la varietà di ambienti umidi che vi sono racchiusi: un bosco igrofilo di notevole valore naturalistico, canali, aree allagate, prati umidi, cariceti, pagliereti, canneti.[6]
L'intero bacino del Bientina è un'area segnalata dagli studi della Società Botanica Italiana come area di interesse botanico e vegetazionale. Inoltre, l'oasi Bosco di Tanali è stata la prima area naturale protetta di interesse locale (ANPIL) istituita dalla Regione Toscana.
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La frazione è attraversata dalla ex strada statale 439 Sarzanese Valdera, nel tratto compreso tra Bientina e Altopascio.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Statuto comunale di Bientina Archiviato il 9 agosto 2016 in Internet Archive., Art. 6.
- ^ a b c d Giuseppe Caciagli, Pisa e la sua provincia, vol. 2, Pisa, Colombo Cursi Editore, 1972, p. 64.
- ^ Caciagli, cit., pp. 65, 67.
- ^ Caciagli, cit., p. 65.
- ^ a b Caciagli, cit., p. 67.
- ^ a b Oasi di Tanali, su comune.bientina.pi.it. URL consultato il 19 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Caciagli, Pisa e la sua provincia, vol. 2, Pisa, Colombo Cursi Editore, 1972, pp. 64, 67.