Caffè Tommaseo
Caffè Tommaseo | |
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Stato | Italia |
Fondazione | 1830 a Trieste |
Fondata da | Tomaso Marcato |
Sede principale | Trieste |
Settore | pubblico esercizio |
Prodotti | caffetteria, tè, pasticceria |
Sito web | www.caffetommaseo.it/ |
Il Caffè Tommaseo è il più antico caffè ancora in funzione nella città di Trieste. Aperto nel 1830, il caffè fu uno dei centri del movimento irredentista triestino e ancora oggi è un luogo di ritrovo per commercianti, artisti e intellettuali triestini. Fa parte dei locali storici d'Italia.[1]
La caffetteria si trova in piazza Niccolò Tommaseo direttamente sul lungomare della cosiddetta città nuova (Borgo Teresiano).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo che ospita il Caffè Tommaseo fu costruito nel 1824 su iniziativa di due mercanti mantovani: i fratelli Felice e Vitale Vivante commissionarono infatti all'architetto triestino Antonio Buttazzoni il progetto in piazza dei Negozianti, oggi chiamata piazza Niccolò Tommaseo.[2]
Nel 1830 il padovano Tomaso Marcato aprì il Caffè Tomaso al piano terra dell'edificio. Marcato abbellì la sua caffetteria con sedie realizzate dall'ebanista Michael Thonet e specchi da parete belgi; inoltre commissionò al pittore friulano Giuseppe Gatteri (1799-1878) la decorazione murale. La caffetteria divenne presto un luogo d'incontro popolare per commercianti, artisti e altri intellettuali. Marcato organizzò anche numerosi concerti (al giovedì quelli dell'orchestra del Teatro comunale e al sabato la banda) e mostre d'arte di noti pittori come Giuseppe Bernardino Bison. Inoltre, fu il primo a introdurre la tradizione del gelato a Trieste. Nel 1844 venne introdotta anche l'illuminazione a gas, che per l'epoca era considerata all'avanguardia della tecnica.[3]
Nel 1848 il locale fu ribattezzato Caffè Tommaseo, in onore dello scrittore e patriota dalmata Niccolò Tommaseo. In questo periodo, questa caffetteria divenne un punto d'incontro per il Risorgimento italiano a Trieste.[4] Una lapide commemorativa, posta dall'Istituto nazionale per la storia del Risorgimento:
«Da questo Caffè Tommaseo, nel 1848, centro del movimento nazionale, si diffuse la fiamma degli entusiasmi per la libertà italiana.»
Dopo l'esecuzione a morte di Guglielmo Oberdan nel 1882, apice del movimento irredentista triestino, il nome della caffetteria fu cambiato in Caffè Tomaso per paura della reazione delle autorità austro-ungheresi. Solo quando le prime truppe italiane sbarcarono al molo Audace di Trieste il 3 novembre 1918, unendo così la città all'Italia, il locale venne nuovamente ridenominato Caffè Tommaseo.[5]
Il 7 aprile 1954 il locale è stato ufficialmente dichiarato monumento storico e artistico.
Negli anni 1984-1986 il palazzo fu ristrutturato dalle assicurazioni Generali, mentre nel 1997, su iniziativa del nuovo proprietario, i locali sono stati completamente ristrutturati e gestiti secondo l'originale tradizione della caffetteria viennese. La decorazione interna originale è stata in gran parte conservata.
Tra i clienti più noti del Caffè Tommaseo si ricordano: Pasquale Besenghi degli Ughi, Domenico Rossetti, Pietro Kandler, Henry Beyle (Stendhal), Virgilio Giotti, Giani Stuparich, Pier Antonio Quarantotti Gambini e Umberto Saba. Italo Svevo scrisse in questo locale alcune opere, mentre Claudio Magris ha scritto qui la sua opera più famosa, Danubio.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Caffè Tommaseo, su localistorici.it. URL consultato il 24 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2021).
- ^ Enrico Lucchese (2000): Neoclassicismo a Trieste in: Trieste.
- ^ Il Caffè Tommaseo, su triesterivista.it.
- ^ Giuliapaola Ruaro (2005): Triest, 3.
- ^ Vgl.
- ^ Gli intellettuali al Caffè, su triesterivista.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su caffetommaseo.it.