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Foreste pluviali di Halmahera

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Foreste pluviali di Halmahera
Halmahera rain forests
Foresta dell'isola di Halmahera
EcozonaAustralasiana (AA)
BiomaForeste pluviali di latifoglie tropicali e subtropicali
Codice WWFAA0106
Superficie26 935 km²
ConservazioneRelativamente stabile/intatta
StatiIndonesia (bandiera) Indonesia
Cartina dell'ecoregione
Scheda WWF

Le Foreste pluviali di Halmahera sono una ecoregione terrestre della ecozona australasiana appartenente al bioma delle Foreste pluviali di latifoglie tropicali e subtropicali (codice ecoregione: AA0106[1]) che si sviluppa per circa 27.000 km2 sull'isola di Halmahera e su alcune altre isole circostanti delle Molucche in Indonesia.

Lo stato di conservazione è considerato relativamente stabile.

La regione forma, assieme alla ecoregione delle Foreste pluviali di Seram, l'ecoregione globale denominata Foreste umide delle Molucche, inclusa nella lista Global 200.[2]

L'ecoregione è formata dalle foreste umide delle isole di Halmahera, Morotai, Obi, Bacan, Ternate, Tidore, e di altre isole minori che formano la parte orientale dell'arcipelago indonesiano delle Molucche settentrionali.[1] Le restanti isole Molucche appartengono ad altre ecoregioni: le Isole Sula sono incluse nelle Foreste pluviali di pianura di Sulawesi (AA0123), le Isole Aru nelle Foreste pluviali di pianura del Vogelkop e delle isole Aru (AA0128), l'isola di Buru è stata delineata come una distinta ecoregione, le Foreste pluviali di Buru (AA0104), Seram, l'isola più grande a est di Buru, è stata delineata come l'ecoregione Foreste pluviali di Seram (AA0118).[1]

L'isola di Halmahera ha una superficie di circa 18.000 km2 ed è la più grande delle Isole Molucche che nel XV secolo era erano note come "Isole delle spezie". E' lunga circa 350 km da nord a sud e la sua massima larghezza è di circa 160 km. E' formata da quattro penisole (settentrionale, nord-orientale, orientale e meridionale) disposte a forma di K che racchiudono le baie di Kao (nord), Buli (est) e Weda (sud). La penisola meridionale è attraversata dall'Equatore. L'isola è prevalentemente montuosa ad eccezione delle pianure alluvionali di alcune aree: alla foce del fiume Kobe nella baia di Weda e la maggior parte della costa orientale del braccio sud-occidentale. Le penisole sono percorse da una dorsale vulcanica nota come Halmahera volcanic arc con molti vulcani ancora attivi. Fra questi: Dukono, Ibu e Gamkonora, che si trovano tutti nella penisola settentrionale. Il monte Gamkonora con i suoi 1.560 m di altitudine è il monte più alto di Halmahera. I fiumi dell'isola hanno una caratteristica comune indipendentemente dalla loro lunghezza: il letto del fiume è generalmente profondamente inciso nel terreno. Possono livellarsi in una pianura alluvionale vicino alla costa, ma nella maggior parte dei loro tratti hanno valli a forma di V dai lati scoscesi; nelle parti centrali e inferiori dei loro corsi i fiumi sono sinuosi.[3]

Geologicamente Halmahera è il prodotto di una collisione tra due isole avvenuto circa 1-2 milioni di anni fa. La metà orientale dell'isola faceva parte di un arco esterno sulla placca tettonica delle Filippine ed è costituita da rocce ignee sedimentarie e intrusive. La metà occidentale di Halmahera e Morotai faceva parte di un arco interno costituito da materiali vulcanici. Bacan è una miscela di arco insulare interno vulcanico e alcuni materiali della crosta.[1]

In base alla classificazione del sistema di zone climatiche di Köppen, questa ecoregione rientra nella zona climatica tropicale umida.[1] La regione delle Molucche settentrionali presenta notevoli differenze climatiche localizzate. I modelli di precipitazioni sono i più colpiti, con le regioni più umide che sono le zone interne montuose di Morotai e le tre penisole più a nord di Halmahera. Le precipitazioni medie annue sono di 2500-3000 mm. Da maggio a ottobre i venti da sud-est portano relativamente meno pioggia. La temperatura media giornaliera è compresa tra 21,9 e 32,2 °C; la temperatura minima di 21 °C e la massima di 35 °C.[4]

Halmahera e le isole circostanti che compongono questo territorio fanno parte di una regione biogeografica chiamata Wallacea caratterizzata da un elevato endemismo vegetale e animale. La linea di Wallace, che corre tra Bali e Lombok e tra Sulawesi e Borneo, segna la posizione di una profonda fossa oceanica e il punto in cui gli animali e le piante terrestri non potrebbero attraversare facilmente. Allo stesso modo, la linea di Lydekker, che corre tra Timor e la piattaforma australiana fino a Halmahera, Seram e la Nuova Guinea, segna il punto in cui la flora e la fauna dell'Australasia non potrebbero passare facilmente. Halmahera e le altre isole dell'ecoregione, insieme a Seram, Buru e alle isole del mare di Banda,si trovano tra queste due linee.[1]

Foresta di Halmahera nel parco nazionale Aketajawe-Lolobata

La vegetazione naturale di queste isole era costituita da una foresta tropicale sempreverde e semi-sempreverde di pianura. Attualmente la maggior parte dell'habitat rimanente è una foresta pluviale semi-sempreverde e comprende otto specie caratteristiche di dipterocarpi: Anisoptera thurifera, Hopea gregaria, Hopea iriana, Hopea novoguineensis, Shorea assamica, Shorea montigena, Shorea selanica e Vatica rassak. Suoli vulcanici e buona esposizione si combinano per produrre condizioni di crescita quasi ottimali. [1]

La maggior parte degli alberi raggiunge i 30 m o più e porta liane a fusto spesso ed epifite legnose ed erbacee. Rattan che crescono fino a 130 m di lunghezzae altre epifite sono comuni nelle foreste secolari. Le foreste pluviali più rigogliose si trovano nel nord-ovest di Morotai e nel nord di Halmahera. Una vegetazione bassa e arbustiva si trova in condizioni di terreno povero su zone di rocce ultrabasiche.[1]

Al di sotto dei 700 m di altitudine la vegetazione è per lo più foresta pluviale tropicale di pianura con una volta relativamente aperta e alcune specie emergenti che raggiungono i 60 m. Al di sopra dei 700 m la foresta diventa montana, con una volta più bassa e specie più piccole nei generi Diospyros e Casuarina che predominano.[4]

Phalanger rothschildi, Isola Obi, 2022
Uccello del paradiso di Wallace (Semioptera wallacii), Halmahera, 2024

Questa ecoregione rientra nella zona biogeografica Wallacea e quindi presenta una miscela di fauna asiatica e australiana. Insieme a Seram, Buru e alle isole del mare di Banda, questo gruppo di isole fa parte di una bioregione con forse i più alti livelli di endemismo di uccelli in qualsiasi parte del mondo e il più alto numero di uccelli endemici di qualsiasi area in Asia. La diversità complessiva è bassa in questa ecoregione, ma l'endemismo complessivo è abbastanza alto se confrontato con quello di altre ecoregioni dell'Indo-Malesia.[1]

La fauna dei mammiferi è depauperata, contenendo solo trentotto specie con affinità sia asiatiche che australasiatiche (cuschi), ma include sei endemismi ecoregionali:[1]

L'ecoregione ospita circa 223 specie di uccelli, tra cui 43 specie endemiche ecoregionali. L'ecoregione corrisponde all'Endemic Bird Area (EBA) delle Molucche settentrionali. [5] Ci sono quattro generi monotipici endemici: Habroptila, Melitorgrais, Lycocorax e Semioptera. Queste specie includono il rallo di Wallace (Habroptila wallacii), il frate striato di bianco (Melitograis gilolensis), il corvo del paradiso (Lycocorax pyrrhopterus) e la paradisea di Wallace (Semioptera wallacii). Delle quarantatré specie a raggio limitato trovate in questa ecoregione (e nell'EBA), ben ventisei non si trovano in nessun'altra parte del mondo. Nell'ecoregione sono presenti cinque specie vulnerabili, quattro delle quali non si trovano in nessun altro luogo: il già citato rallo di Wallace (Habroptila wallacii), la colomba fruttifera carancolata (Ptilinopus granulifrons), il lori chiacchierone (Lorius garrulus) e il cacatua bianco (Cacatua alba).[1]

Altre specie di uccelli endemici o quasi endemici della regione sono:[1]

Per gli insetti in questa regione si trova l'ape più grande del mondo, la rara ape di Wallace, Chalicodoma pluto, lunga fino a 40 mm, che si trova su Bacan, Tidore e Halmahera. Wallace scoprì questa specie nel 1858 e si pensava fosse estinta fino al 1981, quando fu recuperata. Questa ecoregione ha anche un'importanza per la conservazione delle farfalle e include Troides aesacus, che potrebbe essere il membro più primitivo del gruppo di specie Troides.[1]

Conservazione

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Nei secoli passati i terreni vulcanici di Ternate, Tidore e delle isole circostanti sono stati coltivati in modo aggressivo per i chiodi di garofano e altre spezie. Dagli anni '20 agli anni '70, il disboscamento a fini commerciali e la coltivazione forzata hanno impoverito le foreste di Halmahera e Morotai. A Morotai, grandi tratti di foresta pluviale di pianura sono stati coltivati a papaya (Carica papaya) durante la seconda guerra mondiale. Attualmente, le foreste umide sempreverdi di pianura nel nord-ovest di Halmahera sono sfruttate da compagnie di disboscamento, principalmente per i preziosi alberi di Agathis. Le foreste orientali sono minacciate dalle piantagioni di cellulosa, in particolare utilizzando alberi transmigranti locali.[1]

Tuttavia ampi blocchi di habitat ricoprono ancora tutte le isole e si calcola che circa l'80 percento della foresta originale sia ancora intatta.[1]

Nella zona vi sono diverse aree protette, fra cui un parco nazionale e diverse riserve naturali.[1] Le principali aree protette sono:

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (EN) Halmahera rain forests, in Terrestrial Ecoregions, World Wildlife Fund. URL consultato il 10 giugno 2024.
  2. ^ Moluccas Moist Forests - A Global Ecoregion, su wwf.panda.org. URL consultato il 19 novembre 2024 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2012).
  3. ^ Herman Darman, et al., Capitolo 9 Halmahera, in Geology of Indonesia, Lereng Nusantara, 2000, ISBN 9798126041.
  4. ^ a b MacKinnonOp. citata, pag. 12-13
  5. ^ BirdLife InternationalLink citato
  6. ^ BirdLife International, Morotai, su datazone.birdlife.org. URL consultato il 31 ottobre 2024.
  7. ^ BirdLife International, Gamkonora, su datazone.birdlife.org. URL consultato il 31 ottobre 2024.
  8. ^ Saketa Nature Reserve
  9. ^ Informasi 521Op. citata, pag. 8-9
  10. ^ BirdLife International, Gunung Batu Putih, su datazone.birdlife.org. URL consultato il 31 ottobre 2024.

Voci correlate

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