Giacomo Alfonso Ferrillo
Giacomo Alfonso | |
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Conte di Acerenza e Muro | |
Predecessore | Mazzeo Ferrillo |
Successore | Beatrice Ferrillo |
Signore di Montefredane | |
Predecessore | Mazzeo Ferrillo |
Successore | Isabella Ferrillo |
Trattamento | Conte |
Morte | 1530 circa |
Dinastia | Ferrillo |
Padre | Mazzeo Ferrillo |
Madre | Maria Anna Rossi |
Consorte | Maria Balsa |
Figli | Beatrice Isabella |
Religione | Cattolicesimo |
Giacomo Alfonso Ferrillo (... – 1530) è stato un nobile italiano, conte di Acerenza e Muro e signore di Montefredane.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Era il figlio di Mazzeo (o Matteo) Ferrillo, camerlengo e consigliere di re Ferrante d'Aragona e precettore del giovane duca di Calabria Alfonso d'Aragona, e di Maria Anna Rossi. Ebbe per fratelli Giovanni Antonio, Diana, Clemenza e Beatrice. Essendo il primogenito, Giacomo Alfonso ereditò dal padre le contee di Acerenza e Muro e i feudi di Genzano, Montefredane, Rodi e Spinazzola.[2][3]
Sconosciuta è la sua data di nascita e poche le notizie sulla sua vita. Doveva essere ancora alquanto giovane quando, trovandosi in Grecia a combattere come cavaliere dell'ordine del Drago, ne fu cacciato dai turchi, e fece ritorno a Napoli portando in salvo con sé il despota di Larta, la vedova di Scanderberg Andronica Cominata e la nipote di quest'ultima: una bambina di sette anni di nome Maria Balsa, la quale crebbe alla corte di re Ferrante.[3][4]
Antonio Terminio lo descrive come un cavaliere di "gentilissimi costumi", affabile, giusto e pure alquanto letterato. Riferisce che fu inoltre appassionato di antiquaria e che fece in più luoghi dei suoi feudi dipingere in forma di medaglia i ritratti dei propri antenati.[4] Fu anche segretario di Beatrice d'Aragona, figlia di Ferrante.[2]
Per volere di Ferrante e della regina sua moglie, Giacomo Alfonso prese in sposa quella stessa Maria Balsa che anni prima aveva condotto in salvo dalla Grecia. I coniugi finanziarono il restauro della cattedrale di Acerenza, devastata nel 1456 da un terribile terremoto, stanziando ben 16 000 ducati.[5]
Dall'invasione del Regno di Napoli da parte del francesi avvenuta nel 1494 e dalle invasioni successive – che portarono alla fine della dinastia Aragonese di Napoli – Giacomo Alfonso ricevette grandissimi danni, perdendo oltre centomila ducati tra raccolti di grano, bestiami e altri beni mobili. Alla sua morte, da collocarsi non oltre il 1530, l'eredità fu divisa fra le sue due figlie.[4][6]
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Dalla moglie Maria ebbe soltanto due figlie:[3]
- Beatrice, moglie di Ferdinando Orsini, duca di Gravina; alla morte del padre ereditò il contado di Muro con Acerenza;
- Isabella, signora di Montefredane, la quale sposò Luigi Gesualdo, conte di Conza e signore di Sant'Angelo all'Esca e Villamaina.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nobili Napoletani - famiglia Ferrillo, su nobili-napoletani.it.
- ^ a b Filomena Patroni Griffi, Mazzeo Ferrillo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 47, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997.
- ^ a b c Famiglia Ferrillo, su nobili-napoletani.it.
- ^ a b c Antonio Terminio, Apologia di tre Seggi, illvstri di Napoli, Venezia, 1581, pp. 26-28.
- ^ La città cattedrale: fra storia e leggenda, la magica cripta del Duomo di Acerenza, su famedisud.it.
- ^ Ferrante della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, imparentate colla Casa della Marra, Napoli, 1641, p. 78.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pina Belli D'Elia e Clara Gelao, La Cattedrale di Acerenza, Edizioni Osanna, 1999, ISBN 9788881672066.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stemma dei Ferrillo, su catalogo.beniculturali.it.
- Ritratto di Giacomo Alfonso Ferrillo, su catalogo.beniculturali.it.