Vai al contenuto

Ibn Kathir

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Ismāʿīl ibn ʿUmar ibn Kathīr (in arabo إسماعيل بن عمر بن كثير?; 1301Damasco, 1373) è stato uno storico e giurista arabo, nonché tradizionista ed esegeta musulmano.

Il suo nome completo era Abū l-Fidāʾ, ʿImād al-Dīn, Ismāʿīl b. ʿUmar b. Kathīr, al-Qurashī, al-Buṣrawī; l'ultima nisba gli proveniva dall'essere nato a Buṣrā (Siria).

Nella sua formazione fu influenzato dagli studi di Ibn Taymiyya, al-Mizzi, Ibn al-Firka, ʿĪsā b. al-Muʿtim, Aḥmad b. Abī Ṭālib, Ibn al-Hajjār, Bāhā al-Dīn al-Qāsim b. Muẓaffar b. ʿAsākir, Ibn al-Shīrāzī, Isḥāq b. Yaḥyā al-Ḥammūdī, Zakariyyāʾ Shaykh e Muḥammad b. Zarrād.

Posizione ufficiale

[modifica | modifica wikitesto]

Completati i suoi studi, nel 1341 ottiene la sua prima nomina quale socio di una commissione d'inchiesta chiamata a indagare su alcuni casi di eresia. In seguito ricoprì altre cariche semi-ufficiali, le quali culminarono nella posizione di docente della Grande Moschea di Damasco[1], attribuitagli in via ufficiale nel giugno/luglio 1366.

Impegno di studio

[modifica | modifica wikitesto]

Ibn Kathīr scrisse un commentario assai noto del Corano, il Tafsir al-Qurʾān al-ʿadhīm (per i musulmani sunniti, secondo solo al tafsīr di Ṭabarī), assai consultato per la sua affidabilità e la ricchezza di ḥadīth[2] (Tafsir cui ricorrono spesso i movimenti salafiti[3][4]).

Rinomato per la sua straordinaria memoria intorno ai detti di Maometto e del Corano, Ibn Kathīr apparteneva alla scuola giuridica sunnita dello Sciafeismo (come indicato nel suo stesso libro Ṭabaqāt al-Shāfiʿīyya, cioè "Categorie dei seguaci dell'Imam Shāfiʿī").

Vecchiaia e morte

[modifica | modifica wikitesto]

Divenuto cieco negli ultimi anni di vita[5], egli attribuiva la sua cecità all'aver duramente lavorato di notte – in condizione di precaria illuminazione – per studiare il voluminoso Musnad di Ahmad ibn Hanbal; intendeva organizzarlo in maniera diversa da quanto aveva fatto il suo scrittore, rendendolo maggiormente fruibile al lettore.

Ibn Kathir morì a Damasco nel 774 E. (1373).

  • Tafsīr Ibn Kathīr
  • al-Bidāya wa al-nihāya (L'inizio e la fine), anche noto come Taʾrīkh Ibn Kathīr (La storia di Ibn Kathir), Il Cairo, Maṭbaʿat al-Saʿāda, 1932-9/1351-8, 14 voll.
  • al-Sīra al-Nabawiyya (La vita del profeta)
  1. ^ Ibn Kathir Ismāʿīl, Le Gassick Trevor (trans.), Fareed M. (rev.), The Life of the Prophet Muhammad: English translation of Ibn Kathir's Al Sira Al Nabawiyya, 2000.
  2. ^ Le narrazioni delle azioni, i detti o i silenzi di Maometto e i suoi Compagni (i Sahaba)
  3. ^ An Introduction to the Salafi Da'wah, su qss.org. URL consultato il 9 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2015).
  4. ^ Copia archiviata, su salafibookstore.com. URL consultato il 9 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2015).
  5. ^ Ibidem.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN90039047 · ISNI (EN0000 0000 8399 4506 · SBN UFIV059279 · BAV 495/69998 · CERL cnp00405436 · Europeana agent/base/145608 · LCCN (ENn83064845 · GND (DE119321009 · BNF (FRcb13748427p (data) · J9U (ENHE987007262905805171
pFad - Phonifier reborn

Pfad - The Proxy pFad of © 2024 Garber Painting. All rights reserved.

Note: This service is not intended for secure transactions such as banking, social media, email, or purchasing. Use at your own risk. We assume no liability whatsoever for broken pages.


Alternative Proxies:

Alternative Proxy

pFad Proxy

pFad v3 Proxy

pFad v4 Proxy