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Rindr

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Rindr (norreno antico: ˈRindz̠), nota anche come Rind o Rinda, è un personaggio della mitologia norrena, indicata di volta in volta come una gigantessa Jotunn, una dea Aesir o una principessa umana.

Sebbene esistano diverse versioni del suo mito, in tutte rimane incinta di Odino e dà alla luce Váli, destinato a vendicare la morte di Baldr.

Nell'Edda in prosa di Snorri Sturluson, Rindr è una Aesir, a cui Odino si unisce per concepire un figlio dopo l'assassino di suo figlio Baldr, come indicatogli dalle Norne quando chiede loro come vendicarlo. Dalla loro unione nasce Váli[1][2].

Nel Gesta Danorum, Libro III, scritto da Saxo Grammaticus all'inizio del XIII secolo, Rindr, qui chiamata Rinda, è una principessa figlia del re dei Ruteni. Le Norne profetizzano a Odino che dalla loro unione nascerà il vendicatore di Baldr. Così Odino si reca alla corte dei Ruteni sotto le spoglie del guerriero Roster e tenta di sedurre Rinda, ma per due volte lei lo rifiuta. Allora Odino, col potere delle rune (o Seiðr) le provoca una violenta malattia e successivamente si ripresenta a corte mascherato da guaritrice, Wecha. Dicendo al re di poter guarire la figlia, lo convince a legarla al letto e a lasciarli soli per poter procedere alla cura. Invece, una volta rimasto solo con lei, Odino riprende le sue vere sembianze e la violenta, mettendola incinta di Váli[1][2][3].

Lo stupro di Rind è citato anche nel terzo verso della Sigurðardrápa, un componimento poetico di Kormákr Ögmundarson in onore di Sigurðr Hlaðajarl, re di Trondheim della metà del X secolo[4]; e nel sesto verso del poema epico Grógaldr[3].

Rindr è anche citata in diversi componimenti scaldici e nella Baldrs draumar, dall'analisi dei quali è stato suggerito che il suo nome originale potesse essere stato Vrindr[2].

  1. ^ a b "Rind" in John Lindow. 2001. Norse Mythology: A Guide to the Gods, Heroes, Rituals, and Beliefs. (Oxford / New York: Oxford University), 262–263.
  2. ^ a b c "Rindr" in Rudolf Simek. Tr. Angela Hall. 1993, repr. 2000. A Dictionary of Northern Mythology. (Cambridge: Brewer), 265–266.
  3. ^ a b Jan de Vries. 2nd ed. 1957, repr. 1970. Altgermanische Religionsgeschichte. 2 vols. Vol. 2. (Berlin: De Gruyter), 79–80.
  4. ^ Finnur Jónsson (ed.). 1912–15. Den norsk-islandske skjaldedigtning. 4 vols. (Copenhagen: Gyldendal), BI 69.
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