Valentina Visconti
Valentina Visconti | |
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Scuola francese, Ritratto di Valentina Visconti, 1617-1638, Galleria degli illustri, Castello di Beauregard | |
Duchessa consorte d'Orléans | |
In carica | 1392 – 1407 |
Predecessore | Bianca di Francia |
Successore | Isabella di Valois |
Contessa di Vertus | |
In carica | 1389 – 1408 |
Predecessore | Isabella di Valois |
Successore | Filippo d'Orléans |
Altri titoli | Duchessa di Turenna Contessa di Blois Contessa di Asti |
Nascita | Pavia, Ducato di Milano (oggi Italia), 1371 |
Morte | Castello di Blois, Regno di Francia (oggi Francia), 4 dicembre 1408 |
Luogo di sepoltura | Basilica di Saint-Denis, Parigi |
Dinastia | Visconti per nascita Valois per matrimonio |
Padre | Gian Galeazzo Visconti |
Madre | Isabella di Valois |
Consorte | Luigi I di Valois-Orléans |
Figli | Carlo Filippo Giovanni Margherita |
Religione | Cattolicesimo |
Motto | Rien ne m'est plus, plus ne m'est rien |
Valentina Visconti (Pavia, 1371 – Castello di Blois, 4 dicembre 1408) era figlia di Gian Galeazzo Visconti e di Isabella di Valois. Fu Duchessa d'Orléans come consorte di Luigi I di Valois-Orléans, fratello di Carlo VI, re di Francia.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Giovinezza
[modifica | modifica wikitesto]Rimasta orfana di madre, fu cresciuta e educata a Pavia dalla nonna Bianca di Savoia. Nel 1385 il padre Gian Galeazzo Visconti, diventato Signore di Milano, decise di maritare la figlia a Luigi di Valois, duca d'Orléans e fratello del re Carlo VI di Francia, per rafforzare la sua posizione politica con il paese transalpino. Il 25 novembre del 1386, con dispensa del papa (in quanto i due sposi erano cugini di primo grado) fu stipulato il contratto matrimoniale: la sposa portava in dote la Contea di Asti, la Contea di Vertus, 450 000 fiorini, gioielli per 75 000 fiorini e la successione milanese. Gian Galeazzo impedì però a sua figlia di lasciare Milano, accampando scuse sulla sua giovane età (Isabella aveva quindici anni) e il rito nuziale fu officiato solamente per procura a Milano l'8 aprile del 1387.
In realtà era solamente uno stratagemma per prendere tempo, nella speranza che la sua nuova moglie Caterina Visconti, attendesse un figlio, così da poter modificare il contratto matrimoniale. Il 7 settembre 1388, infatti, nacque Giovanni Maria e, mentre si procedeva alla revisione delle clausole nuziali, Valentina fu inviata a raggiungere il marito, sotto scorta del cugino paterno Amedeo VII di Savoia, detto il Conte Rosso e di Francesco I Gonzaga, capitano del popolo di Mantova, con un ingente anticipo sulla dote, comprendente 200.000 fiorini d'oro, monili, pietre e stoffe preziose. Durante il suo viaggio fece sosta ad Alessandria, Asti e Chieri.
Matrimonio
[modifica | modifica wikitesto]Il matrimonio si celebrò a Melun il 17 agosto del 1389. La cugina Isabella di Baviera, figlia di Taddea Visconti e Stefano II di Baviera, intanto aveva sposato Carlo VI, futuro re di Francia. Le due cugine coabitarono a Vincennes prima di trasferirsi a Parigi. In questo periodo Valentina ebbe tre figli di cui due morti prematuramente. Anche i primi due figli della cugina Isabella ebbero vita breve.
Pazzia di Carlo VI
[modifica | modifica wikitesto]I lutti dei primi due figli di Isabella di Baviera generarono in Carlo VI la convinzione che sulla sua discendenza incombesse una maledizione, portandolo ad una sindrome maniaco-depressiva non attenuata neppure dalla nascita degli altri figli. Questo stato psicologico degenerò sempre di più e nell'agosto del 1392, Carlo VI fu colto da un delirio omicida: uccise alcuni dei suoi cavalieri, mettendo in fuga il fratello Luigi. Il raptus fu utilizzato da Isabella per avviare una campagna di accuse contro la cognata, imputata d'avere tramato e "stregato" il marito nell'intento di delegittimarlo ed assicurare il trono al proprio coniuge.
Esilio
[modifica | modifica wikitesto]Per proteggere la moglie dalla diffusa ostilità e dalla politica francese anti-viscontea, nel marzo del 1396 Luigi la trasferì ad Asnières, ove le faceva brevi visite nelle pause di ampliamento del Castello di Blois. Durante questo periodo nacquero altri quattro figli: Filippo nel 1396, Giovanni nel 1399, Maria nel 1401 e Margherita nel 1406. L'allontanamento di Valentina coincise con l'abbandono dell'alleanza con Gian Galeazzo Visconti in cambio di quella franco-fiorentina del 29 settembre 1396. Da Asnières, Valentina si trasferì a Blois nel 1400. Il marito Luigi trasformò il castello in una vera fortezza, perché la contea era praticamente accerchiata dalle province dei Duchi di Borgogna. Nel 1402 il padre Gian Galeazzo morì a causa della peste e nel ducato milanese il suo posto fu preso dalla moglie Caterina, matrigna della Duchessa d'Orléans.
Assassinio di Luigi d'Orleans
[modifica | modifica wikitesto]«Essendo mal disposto di senno, e di cervello Carlo VI nell'anno 1391, pretesero il governo del Regno il fratello Luigi, o Lodovico, ch'è l'istesso Duca d'Orliens, e Filippo l'Audace Duca di Borgogna Zio del Re; sopra di ciò nacquero molte gare e contese che ancorché dissimulate rinascevano.»
Le mire sul trono di Francia da parte dei Duchi di Borgogna si fecero sempre più pressanti e questo portò ad alcuni anni di lotte e trame per la supremazia del regno. Quando al duca di Borgogna Filippo l'Ardito successe il figlio Giovanni senza Paura, le pressioni si fecero sempre più insistenti. Le prime trame coincisero con il matrimonio del delfino Luigi di Guienna con Margherita di Borgogna, figlia di Giovanni senza Paura. Ma le aperte ostilità sfociarono nel luglio del 1405, quando Giovanni sferrò l'attacco a Parigi e i reali furono costretti a abbandonare la capitale per Melun, dove insediarono un governo provvisorio. Il Delfino, nel tentativo di raggiungere i genitori, fu preso in ostaggio dal suocero Giovanni. Dopo due mesi, Isabella e Luigi rientrarono a Parigi, ma senza più alcun potere effettivo perché il 26 gennaio 1406 il Duca di Borgogna si fece proclamare reggente per il Delfino. Il 23 novembre 1407 la regina Isabella partorì il suo dodicesimo e ultimo figlio, che morì poche ore dopo. Appresa la notizia, il cognato Luigi si recò in visita a palazzo, ma, nei pressi della porta Barbette, l'attendevano i sicari mandati da Giovanni, che temeva un'eventuale rivendicazione del regno da parte sua, e lo assassinarono.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Le investigazioni del prevosto di Parigi giunsero alla verità e Giovanni senza Paura confessò di essere stato il mandante. Benché fosse biasimato da tutti (incluso il consiglio di reggenza, che prometteva di perseguire il colpevole) non fu preso alcun provvedimento: anzi, ogniqualvolta il Duca di Borgogna si presentava a Parigi era accolto con tutti gli onori, nonostante il fatto che Valentina, la vedova di Luigi ne chiedesse una esemplare punizione.
L'assassinio del marito precluse a Valentina qualsiasi sviluppo futuro.
«Rien ne m'est plus, plus ne m'est rien»
Fu il motto coniato dalla giovane vedova, che morì a trentotto anni il 4 dicembre 1408, al Castello di Blois, molto delusa, perché qualche mese prima ad Amiens, il crimine di Giovanni senza Paura era stato giustificato da un'assemblea che aveva rivolto odiose accuse alla vittima. Valentina lasciò quattro figli, Carlo, quattordicenne, sposo della cugina Isabella e futuro padre del re Luigi XII, che raccolse intorno a sé il partito orleanista[1], Filippo di dodici anni, Giovanni di otto anni e Margherita di due soli anni.
Valentina è sepolta nella basilica di Saint-Denis, il sacrario dei Re di Francia[2].
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Dal matrimonio tra Valentina Visconti e Luigi I d'Orléans nacquero:
- una figlia (1390);
- Luigi (1391 – 1395);
- un figlio (1392);
- Giovanni Filippo (Parigi, 1393-Vincennes, 1393);
- Carlo (1394-1465), duca d'Orléans, fu il padre del re Luigi XII di Francia;
- Filippo (Parigi, 1396-1420), conte di Vertus;
- Giovanni (1400-1467), conte d'Angouleme, fu il nonno paterno del re Francesco I di Francia;
- Maria (Coucy, 1401);
- Margherita (1406-1466, Abbaye-la-Guiche), contessa di Vertus, sposò nel 1423 Riccardo di Bretagna, conte d'Étampes, divenendo la madre del Duca Francesco II di Bretagna.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Carlo, nuovo duca d'Orléans aveva raccolto intorno a sé diversi nobili del partito orleanista, che aveva dovuto accettare un'umiliante riconciliazione col Duca di Borgogna, nel marzo 1409; ma, nel 1410, Carlo, in seconde nozze, sposò Bona d'Armagnac, la figlia del Conte d'Armagnac, Bernardo VII, che portò ad una alleanza tra i partigiani del Duca d'Orléans ed i Conti d'Armagnac, sancita durante la celebrazione del matrimonio tra Carlo e Bona, a Gien, il 15 aprile 1410, con la formazione di una lega contro il Duca di Borgogna, formata dal Duca d'Orléans e suo suocero con i Duchi di Berry, i Duchi di Borbone e di Bretagna, i Conti d'Alençon e di Clermont, sotto la guida del Conte d'Armagnac, e dato che la lega aveva nelle sue file molti cavalieri guasconi, il partito fu detto degli Armagnacchi, mentre la fazione opposta che si era stretta intorno al Duca di Borgogna fu detta dei Borgognoni.
- ^ "Parigi" Guida TCI, 1997
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Cappi Bentivegna Ferruccia, Valentina Visconti duchessa d'Orléans, Treves, Milano 1937.
- Cesare Bobba, Ludovico Vergano, Antiche zecche della provincia di Asti, Asti 1971.
- Compendi Historici, sino l'anno 1668, Giacomo Amadio 1668 Vicenza.
- A. Coville, Armagnacchi e Borgognoni (1380-1422), in «Storia del mondo medievale», vol. VI, 1999, pp. 642–672.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Valentina Visconti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valentina Visconti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Viscónti, Valentina, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luigi Simeoni, VISCONTI, Valentina, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 33193579 · ISNI (EN) 0000 0001 2127 077X · CERL cnp01129908 · LCCN (EN) n2005051143 · GND (DE) 133638502 · BNF (FR) cb13325890q (data) · J9U (EN, HE) 987007432252005171 |
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