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Vincenzo Stefano Breda

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Vincenzo Stefano Breda

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato13 dicembre 1890 –
4 gennaio 1903
Legislaturadalla XVII (nomina 4 dicembre 1890)
Tipo nominaCategoria: 3
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato18 novembre 1865 –
6 dicembre 1879
LegislaturaIX, X, XI, XII, XIII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioPadova II
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in matematica
UniversitàUniversità di Padova
ProfessioneIndustriale e ingegnere

Vincenzo Stefano Breda (Limena, 30 aprile 1825Padova, 4 gennaio 1903) è stato un ingegnere, imprenditore e politico italiano.

Si laurea nel 1847 in scienze matematiche e successivamente, come dipendente della ditta di costruzioni Talachini, è direttore dei lavori durante la costruzione della ferrovia Venezia-Milano (Padova - Vicenza, Vicenza - Verona, Verona - Brescia) e compie le prime mosse come imprenditore nel 1854 quale socio della Società per le strade ferrate dell'Italia Centrale[1]. Nel marzo 1867, come candidato della Destra, è eletto per la prima volta deputato, carica che manterrà fino al 1879. Nel 1872 fu tra i fondatori della Società Veneta Costruzioni Pubbliche, di cui assunse la presidenza per oltre vent'anni; nel 1884 fu tra coloro che promossero le Acciaierie di Terni. Partecipò all'edificazione di importanti opere architettoniche, tra cui il Palazzo delle Finanze, sede del ministero delle finanze e il quartiere residenziale dell'Esquilino a Roma, oltre alla costruzione del forte Aurelia Antica e del forte Braschi.

Nel resto d'Italia si occupò fra l'altro della realizzazione degli acquedotti di Venezia e Napoli e dell'ampliamento e ristrutturazione dei porti di Genova e di Palermo.[2] Già nel 1881, infatti, Breda aveva acquisito la maggior parte del capitale della Società alti forni e fonderie di Terni, principale fornitrice delle tubazioni di ghisa utilizzate dalla Società Veneta per l'acquedotto di Venezia e poi per l'acquedotto di Napoli; all'inizio del 1884, il consiglio di amministrazione della Veneta aveva deliberato la trasformazione dell'impresa in una nuova società per la produzione dell'acciaio, di cui Breda aveva assunto la gestione[1].

Tra i suoi interessi vanno annoverate la politica (cinque volte deputato e poi senatore), e l'ippica: a lui, infatti, si deve la costruzione dell'Ippodromo Vincenzo Stefano Breda di Padova (che ancora porta il suo nome, pur essendo noto anche come Le Padovanelle.[3]) Si trova a Ponte di Brenta, frazione di Padova dove Breda abitava.

Lasciò un profondo segno nella storia dello sviluppo economico e sociale dell'Italia contemporanea e per questo Padova lo ricorda con l'intitolazione di una via nelle centralissime Piazze, la cui lapide attribuisce a Breda anche la qualità di filantropo.

La documentazione prodotta da Vincenzo Stefano Breda durante il periodo di attività nell'azienda (1884-1903) è conservata nel fondo Breda dell'Archivio storico Breda[4] conservato presso Fondazione ISEC. Istituto per la storia dell'età contemporanea. Il fondo filmico Breda (1921-1966) che documenta le attività svolte dalla Breda negli stabilimenti di Sesto San Giovanni è stato depositato dalla Fondazione ISEC presso l'Archivio nazionale del cinema d'impresa[5], mentre il fondo Acciai speciali Terni spa (1881-1973), che contiene anche documentazione precedente alla costituzione della società nel 1884, è tuttora conservato presso la società Acciai speciali Terni spa[6].

Pia Fondazione Breda

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Il nome dell'illustre padovano è ricordato da una fondazione (che gestisce fra l'altro l'ippodromo già nominato, oltre a varie attività di pubblica assistenza), la Pia Fondazione Vincenzo Stefano Breda,[7], coinvolta nel marzo 2008 in uno scandalo giudiziario.[8][9][10][11][12] Nel primo grado del procedimento penale, gli imputati padovani Sergio Scalisi, ex consigliere d'amministrazione della Breda e l'imprenditore Federico Caporello, sono stati condannati rispettivamente a sei anni e sei mesi e a cinque anni e otto mesi di reclusione, mentre il geometra Stefano De Cia e il figlio dell'ex direttore dell'IPAB Liviano Cibin a due anni.[13] Le imputazioni comprendono truffa ai danni dello Stato, corruzione e turbativa d'asta, falso ideologico e materiale.[14][15]

  1. ^ a b Vincenzo Stefano Breda, su SAN - Archivi d'impresa. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  2. ^ Franco Amatori, Andrea Colli, 2. Un precoce capitalismo di Stato, in Impresa e industria in Italia. Dall'Unità a oggi, Venezia, Marsilio Editori, 1999, ISBN 88-317-7289-9.
  3. ^ Le Padovanelle, su padovanelle.it. URL consultato il 20 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2007).
  4. ^ Breda, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  5. ^ Breda, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  6. ^ Acciai speciali Terni spa, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  7. ^ Sito istituzionale Archiviato il 4 ottobre 2013 in Internet Archive.
  8. ^ Il Gazzettino Archiviato il 3 aprile 2008 in Internet Archive.
  9. ^ Comunicato Nr. 532 Regione Veneto
  10. ^ AliceNews
  11. ^ AGI News[collegamento interrotto]
  12. ^ Il Gazzettino[collegamento interrotto]
  13. ^ Fondazione Breda - Rinviato l'appello per le accuse di corruzione Archiviato il 19 ottobre 2013 in Internet Archive., Il Mattino di Padova del 15 febbraio 2013
  14. ^ Il Gazzettino Archiviato il 3 aprile 2008 in Internet Archive.
  15. ^ Il Gazzettino Archiviato il 3 aprile 2008 in Internet Archive.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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