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Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) V.djvu/114

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106 EURIPIDE

<poem> invierà Giove dall’ètra, e raffiche caliginose, e il fuoco a me del fulmine darà, mi disse, ch’io percòta e avvampi le navi degli Achei. Tu, per tua parte, fa sí che il passo dell’Egèo rimbombi di smisurati cavalloni, e vortići di salsedine; e colma di cadaveri gli anfratti dell’Eubèa, sí che gli Achivi a rispettare d’ora innanzi apprendano i miei sacrarî, a onorar tutti i Superi. posidone Sarà cosí: non vuol troppi discorsi tale favore: i flutti dell’Egèo sconvolgerò: le spiagge di Micene, i Delî scogli a fior dell’onde, e Sciro e di Caferia i promontorî, e Lemno, di cadaveri molti avran le salme. Or tu l’Olimpo ascendi, assumi il folgore dalle man’ di tuo padre, e aspetta il punto che lieta salperà l’argiva flotta. Atena lascia la scena. stolto l’uom che la città distrugge, e templi lascia in abbandono, e tombe ai morti sacre; ei segna la sua pèrdita. Posidone parte.

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