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Caccia e Rime (Boccaccio)/La caccia di Diana/Canto VI

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Canto VI.

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Canto VI.


Caterina Brancazza e lla sorella
     Quasi nel luogo del monte più alto
     Giva ciascuna baldanzosa e snella,
E due tigre leggiere, che di salto
     Forte fuggivan, salendo trovaro,5
     Alle quali ess’e i can diero l’asalto.
Per lungo spatio queste seguitaro,
     Ma alla fin le presero i can loro,
     Perché in tese reti elle incapparo.
Gioconde si tornaro poi costoro,10
     Liete di preda tanto nominata
     Qual quella fu che fu presa da loro.
Isabella Scrignara e sua brigata1,

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     Con la qual giva Ceccola Mazzone
     Con la Mignana insieme acompagnata;15
Ysolda ancor di Giaquinto vi fune,
     Vannella Gambatella e Caterina
     Figlia di notar Iacopo Roncione,
E con loro Alexandra; s’avicina,
     E simil fa Linella, verso il monte20
     Ch’all’occidente i suoi vallon declina.
Ceccola prima con ardita fronte
     Prese il camin, né ristette già mai
     Fin che su la portar le gambe pronte.
Eravi già istata suso assai,25
     Chiamando le compagne e rimirando
     S’alcuna fiera fosse fra que’ mai;
E un fiero cinghiar, che riposando
     Sé stava, in una macchia vide fitto,
     Forse cacciato, in verso lei guardando.30
Andonne questa a llui tutto diritto
     E ’n su la testa il ferì d’una scure
     Sì forte, che morì sanza rispitto2.
Mignana e Isabella nelle dure
     Piagge avean tese reti e gían d’intorno35
     Frugando con baston le grotte scure.
Con esse era Vannella, e in quel giorno
     Preser conigli assai e lepre grosse,
     E ’n dietro si tornar sonando un corno.
Ma Ysolda di Giaquinto percosse40
     Sì forte un lupo da due can tenuto
     Con un baston, che mai più non si mosse.
Ma dopo, sé rivolta, ebbe veduto

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     Un altro con due figli; onde a gridare
     Incominciò: — compagne, aiuto aiuto! — .45
Linella corse là, sanza più stare,
     Con due gran cani e con un arco in mano,
     E Alexandra anchor vi volle andare.
Aperse l’arco quella, e non invano,
     Ché l’un de’ tre ferì sì, che rimase,50
     E’ cani asalir l’altro a mano a mano.
Fuggissi il terzo, e Alexandra invase
     Con uno spiedo in man quel che teneano
     I can feroci per l’orecchie rase:
E quasi morto già fra llor l’aveano;55
     Questa il condusse a fine, e, preso lui,
     Con le compagne insieme sen veneano
Per pigliar posa degli affanni sui.


Note

  1. Il predicato da riferire a questo doppio soggetto è il verbo s’avicina (v. 19).
  2. «Senza indugio.»
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