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Pagina:Maffei - Verona illustrata IV, 1826.djvu/99

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capo terzo antichità cristiane 93

universale, benchè regolato, che vi si riconosce delle sacre Immagini, e del culto della Madonna e de’ Santi, e lasciando l’impararsi dall’uniformità nel rappresentare che si osserva per tanti secoli, e in così diversi paesi, come non erano questi lavori rimessi all’arbitrio degli artefici, ma diretti da i sacri Pastori, onde vien ad apparirne l’unità dello spirito nella Chiesa. Venendo al fatto presente, delle Romane anticaglie di Verona parlano cento libri, e bene o male si rappresentano in cento stampe: delle Cristiane, benchè questa città non ne sia forse men ricca, non c’è chi abbia fatto parola, nè chi si sia pensato mai di publicarne veruna: tanto più però anderemo con diligenza additando quelle che meritano esser più dell’altre osservate. Chi avesse curiosità di vedere come fossero lavorate le mura, quali ampliando la città fece inalzar Teodorico primo Re d’Italia, camminando lungo l’Adigetto, ne troverà tratti grandi in più luoghi, ed altri presso il Monastero di S. Maria in Organo, come abbiam nell’Istoria distintamente indicato.


S. Nazario.


Facendo principio dal lato orientale della città, antichissima si fa conoscere una reliquia di Chiesa de’ SS. Nazario e Celso; non già presso la presente, ma incavata tutta con gli scarpelli nella gialliccia e non dura pietra, o sia tufo del colle, sopra il quale hanno i Padri benedettini non so se orto o tenuta. Si può veder quivi, salendo pochi passi, una stanza

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